martedì 12 luglio 2022

Corto circuito - John Badham

numero 5 è un robot (creato per scopi militari, cioè distruggere e uccidere), che a causa di un corto circuito acquisisce sentimenti umani.

il film è un'avventura per la vita, c'è chi vuole salvare numero 5, e chi vuole distruggerlo (i guerrafondai).

bravi e simpatici tutti gli attori e numero 5 sopra tutti.

buona (robotica) visione - Ismaele


 

QUI si può vedere in italiano


 

 

Per una serie di incidenti un robot prende coscienza di sé e, nella sua fuga dai militari dello Stato Maggiore USA, è aiutato da un giovane esperto di robotica e da una bella e simpatica protettrice degli animali. Raro esempio di film di fantascienza le cui attrattive non si esauriscono negli effetti speciali. La storia è ben scritta. Sa far ridere, sa far aspettare, semina qua e là i suoi scherzi di satira antimilitarista.

da qui

 

 

 

There is a robot in "Short Circuit" that is really cute, if "cute" can apply to a robot. Its name is No. 5, and it moves and talks and even seems to think like something that is alive, even though we can see, clear as day, that it's made of tubes and wires and photoelectric cells. No. 5 is a prototype battlefield weapon that can maneuver, seek out enemy targets and blast them with a laser ray. "Short Circuit" opens with a demonstration of the machine - which is struck by a bolt of lightning that fries its circuits and gives it the impression that it can think for itself…

da qui

 

E' una commedia, per cui non aspettatevi un film pieno di effetti speciali alla Terminator o robe simili. Eppure si parla di macchine autocoscienti, si parla di una ribellione delle macchine al loro creatore. Un tema che nella fantascienza è stato battuto parecchie volte. Qui è l'ironia che la fa da padroni. Molto meglio del moderno Humandroid, perché divertente, e irriverente. Come molti film anni ottanta, i cliché si sprecano. I militari prima sparano, poi danno l'alt. Gli scienziati non sanno trattare con gli altri esseri umani, soprattutto se donne. Gli imprenditori badano solo ai soldi. E i robot? Input, hanno bisogno di input! Per cui son quelli che imparano più cose di tutti, apprezzano la vita, odiano la morte, e cercano solo di vivere tranquilli.

Ottime le interpretazioni della Sheedy, e di Guttenberg (volto che conoscerete per via di Scuola di Polizia). Bravo, davvero brillante, è Stevens, che veste i panni Ben Jahrvi. Le sue battutine sono un vero sostegno divertente all'intera struttura del film. C'è una battuta che, dopo trent'anni, mi fa ancora ridere, quando il Dr Newton racconta a Ben il suo primo incontro con Stephanie, questo sorride e gli dice «Scommetto che è vergine, o che per lo meno lo è stata in passato!». Non so... Ogni volta che la sento scoppio a ridere.

da qui

 

…Il film è diretto da John  Badham e prodotto dalla Tristar Pictures. Gli attori presenti nel film sono Steve Guttenberg (il famoso sergente Mahoney della Scuola di polizia, 1984-85-86-87-88-90) e Ally Sheedy, già vista in famosi film degli anni ’80 come The breakfast club (1985).

Il tema del film è molto particolare: un robot va in corto circuito e all’improvviso scopre di essere “vivo”, cioè di provare sentimenti e sensazioni umane. Il film ci racconta una storia che parla del fatto che anche un pezzo di latta come Numero 5 (il robot in questione) può provare sentimenti umani. Forse le sensazioni umane, come l’amore, l’odio, la felicità ecc., non sono solo umane, ma anche gli oggetti possono acquisire la capacità di provarle. Tutti noi, per quanto strani possiamo apparire, siamo sempre umani e dunque in grado di provare sensazioni collegate a questa nostra natura…

da qui

 

 

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