spesso le cose non sono quelle che sembrano, in questo film di sicuro.
due coglioncelli vogliono rovinare la vita a un vecchio (un bravissimo James Caan), vicino di casa, abbastanza burbero,
i due lo spiano e lo controllano e lo spaventano, ma sarebbe criminale dire qualcosa della trama.
non perdetevelo, se vi volete bene.
buona (spaventosa) visione - Ismaele
…Quello in cui
riesce meglio il regista è il mantenere l’ambiguità della situazione fino alla
fine. Harold ha degli atteggiamenti tipici dei serial killer visti in centinaia
di film ma allo stesso tempo si comporta in modo diverso, lasciando lo
spettatore pieno di dubbi.
La risoluzione
dell’enigma è tragica e amara, lontanissima da tutte le pellicole di questo
genere che si sono viste negli ultimi tempi. Si capisce bene dove vogliono
arrivare Farahani e i due sceneggiatori.
Ethan e Sean hanno commesso un grave errore nel loro esperimento: si sono
dimenticati completamente di considerare il fatto che ogni individuo ha una
storia alle spalle che lo porta a comportarsi in modo diverso.
L’inaspettata svolta finale ci mostra tutta la vicenda da un punto di vista
differente, con un finale che arriva addirittura a commuovere lo spettatore,
cosa che non mi sarei mai aspettato.
Evito di andare oltre per non rovinare la bellissima conclusione di questo film
che meriterebbe di essere considerato molto più di quanto è stato fatto.
Oltre agli spunti
di riflessione già accennati, ce ne sono molti altri. Uno su tutti: le
motivazioni che hanno portato i due protagonisti a realizzare l’esperimento.
Ci sono delle motivazioni personali, che non rivelo, ma interessano poco.
Quello di cui sembra parlarci Farahani alla fine è di una generazione che
aspira soltanto alla popolarità, al diventare celebre, all’essere ricordato per
qualcosa, non importa cosa (del resto la cattiva pubblicità è sempre
pubblicità). La generazione dell’apparire, cresciuta a pane e social network.
Ancora una volta non si può dire che questo sia un tema originale ma per me in
“The Good Neighbor” il messaggio arriva diretto e senza troppi fronzoli. Basta
soltanto il primo piano di Ethan che chiude il film per dare allo spettatore
(ormai frastornato dai continui cambi di direzione) un sano pugno nello
stomaco…
Kasra
Farahani, un semisconosciuto, almeno in Italia, regista iraniano,
confeziona un ottimo thriller con risvolti drammatici,
tenendo con il fiato sospeso lo spettatore fino alle ultime scene del finale
inatteso, da non rivelare. Non mancano spunti per facili riflessioni
sociologiche sulle incomprensioni reciproche e sulla differente fragilità dei
giovani e degli anziani, accomunati nella solitudine, declinata a seconda delle
età, nella confusione tra vita vera e realtà virtuale o nel rimpianto doloroso
del passato. The Good Neighbor, mimando un filmino amatoriale,
inizia con le riprese di due ragazzi con telecamera a spalla e questo di solito
non è un buon inizio e per lo più preannuncia tematiche adolescenziali trattate
in modo demenziale per un pubblico di soli teenagers. In
questo caso non è così. Basta avere un po’ di pazienza e pian piano la trama
riesce a coinvolgere anche lo spettatore più riottoso. Il cast è nella media,
fatta eccezione per un grandissimo James Caan, alla cui
bravura, probabilmente, si deve in gran parte la riuscita dell’opera. Il
messaggio è chiaro e, quasi didatticamente, rivolto ai genitori, invitati ad
una maggiore attenzione verso i figli, anche quando se ne stanno buoni e
tranquilli per ore ed ore in cameretta davanti al computer e non vanno in giro
a drogarsi. Nonostante la logica ingenua e la semplicità del linguaggio, The
Good Neighbor non è da classificare tra i B-movies, sia perché
regge la tensione lungo tutta la sua durata, sia per la performance attoriale
di uno degli ultimi grandi di Hollywood che con una
interpretazione drammatica, asciutta ed essenziale, non fa rimpiangere quella
indimenticabile di Misery non deve morire.
…Il
film porta lo spettatore a pensare che Harold abbia qualcosa
da nascondere, magari proprio in cantina. Un segreto sporco da tenere
sottochiave. Eppure, attraverso dei perfetti flashblack si intuisce che
qualcosa stride. Harold è davvero una vecchia carogna?
Lentamente
tutta la storia si dipana, portandoci davanti a una risoluzione dell’enigma
estremamente amara e tragica.
Morboso,
cupo e straziante The Good Neighbor è una tragedia
moderna. Un film che pone l’accento sui giovani e la loro ossessione per i
social network, per la fama e i followers. Tutto questo a discapito di un’altra
vita, letteralmente stravolta e distrutta.
Giocare
con i ricordi e il dolore di un’altra persona è pericoloso… ma per la fama,
questo e altro.
…Le film
aurait pu facilement tomber dans la critique sociale facile sur fond de
« ohlala ces adolescents obsédés par la célébrité et les YouTubeurs
vraiment quelle bande de branleurs » et, même s’il y avait un peu de ça au
fond, ça a été traité avec suffisamment de subtilité et d’adresse pour qu’on
puisse en ressortir avec quelques doutes, sans tomber dans la fatalité et le
jugement hâtif.
The Good Neighbor n’est pas un film à
sursauts, il ne vous empêchera pas de dormir la nuit, mais si vous êtes comme
moi, il y a de grandes chances pour qu’il vous tienne en haleine jusqu’au bout
et qu’il vous reste en tête plusieurs jours après l’avoir vu. Je n’arrête pas
d’y penser depuis ce fameux dimanche, et je suis extrêmement contente de lui
avoir donné sa chance – il fait partie de ces petites pépites que je prends
plaisir à recommander lorsqu’on me demande des conseils de films peu connus à
voir. Sans être un chef d’oeuvre, il offre tout ce dont j’avais besoin quand je
l’ai lancé : du divertissement, de la nouveauté, et une intrigue qui tient la
route.
Si vous
décidez de lui donner sa chance, j’espère que vous en ressortirez avec la même
satisfaction que moi, parce que j’ai rapidement développé une certaine
affection pour ce petit film et que sinon j’aurais
l’impression que vous insultez mon enfant et ça va devenir gênant.
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