un film distopico nel quale le donne non possono fare più di un figlio, i figli se li prende un'impresa che li trasforma in superuomini, le prigioni sono private, il mondo è delle corporations, sembra distopico, vero?
il film è avvincente e non annoia un secondo.
è una lotta per la sopravvivenza, ma si salva solo qualcuno, il Sistema resta quello di prima.
buona visione - Ismaele
…Ed è
proprio di 2013 – La Fortezza (questo il titolo
italiano) che vogliamo parlarvi oggi, non un film minore di Gordon
(assolutamente), ma uno di quelli probabilmente non menzionati abbastanza
quando si parla del regista. E per quanto mi riguarda, uno dei titoli che ho
visto più volte nella sua filmografia. Un’opera interessante e accattivante sia
dal punto di vista visivo che concettuale ed ideologico. Unisce prison
movie e distopico, non disdegnando momenti d’azione,
riuscendo a piazzare quegli inserti di violenza exploitativa tanto
cari al regista.
2013 – La Fortezza è ambientato in un futuro imprecisato
(pare sia il 2017) nonostante una distribuzione italiana che piazza senza
motivo un ‘2013’ nel titolo. Le risorse scarseggiano, la popolazione è
rigorosamente controllata in funzione dell’equilibrio del pianeta, ogni
individuo ha un codice a barre identificativo tatuato sul corpo, ogni coppia
può avere un solo figlio, concepire un secondogenito è un reato punito dalla
legge – chiaro riferimento alle politiche sociali cinesi.
Queste premesse portano ad un prologo teso quanto
drammatico, in cui l’ex soldato John Brennick e sua moglie Karen tentano
disperatamente di passare il confine tra Stati Uniti e Canada per salvaguardare
la nascita di un figlio che solo sulla carta risulterebbe essere il secondo (il
primo era nato morto), uno di quei momenti in cui sei portato a tifare affinché
ce la facciano nonostante sai già che non sarà così…
…2013 – La Fortezza è senza dubbio un piccolo cult che
merita di essere riscoperto. Per il modo in cui aggiorna il prison
movie in chiave futuristica, in una combinazione di elementi
visivamente accattivante. Stuart Gordon fa buon uso di cast e location, si
concentra sul lato exploitation senza dimenticare alcuni
interessanti spaccati di critica sociale. Ed aggiunge un altro tassello al suo
rispettabilissimo curriculum di genere.
In un futuro distopico per controllare le nascite non si potrà
avere più di un figlio e chi sgarra finisce in prigione; Lambert e consorte
sgarreranno. La trama non è nulla di nuovo, controllo delle nascite e fuga dal
penitenziario, temi piuttosto comuni, ma nonostante tutto Gordon con un'ottima
regia riesce a imprimere un buon ritmo. Si tratta di un B-movie ma è ben
confezionato e coinvolgente, con begli effetti speciali e una serie di
comprimari a cui ci si affeziona. Nel suo piccolo merita!
Un buon film di intrattenimento di un regista
certamente più a suo agio con il genere horror che con la fantascienza (anche
se qualche concessione Gordon se la concede). Tutto sommato qualche spunto
originale il film lo possiede soprattuto nella prima parte, mentre nella
seconda diventa più convenzionale. Ciononostante il film non delude ed il
risultato complessivo è più che dignitoso.
Onesto film di genere di primi anni '90 diretto da un genio del
cinema di serie b.
Il soggetto principale è abbastanza rivisto ma comunque interessante,
scenografia ottima (considerando il budjet di 8 milioni di dollari circa), e
atmosfere da cult indimenticabili.
3 o 4 piccole idee geniali e fantasiose ci sono sicuramente (il chip
installato nei detenuti, la direzione della prigione o il cristallo da leggere
attraverso i laser), come c'è anche qualche dialogo tirato via, qualche scena
d'azione che scricchiola e qualche interpretazione per niente impeccabile
(Lambert)... niente di perfetto quindi (ovviamente...), ma uno dei miei
preferiti di Gordon.
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