ambientato in un cimitero, dove il ragioniere Dellamorte (che non è ragioniere) deve fare il lavoro "sporco" di gestire il camposanto, insieme al fedele assistente Gnaghi.
è un film di zombies, ma non è un film di zombies, è un film d'amore, forse.
tanti colpi di scena, non ci si annoia mai, cosa chiedere di più a un film popolare e di genere (forse) insieme?
cercatelo, buona visione - Ismaele
…Michele Soavi, incoronato all’epoca come ‘erede di Dario
Argento’, sceglie la carta dell’ironia macabra e della metafora
socio-culturale (il tedio di una vita che non ci passa davanti
inesorabile senza che nulla cambi, dove impera la burocrazia), piuttosto che la
prevedibile via dell’orrore puro, confezionando un’opera imprevedibile e senza
dubbio audace (naturalmente il pubblico non la premiò affatto al botteghino
…), un cinecomic ante
litteram nostrano lontanissimo da qualsiasi
cosa venuta prima, e dopo.
L’idea era forse quella che Dellamorte Dellamore portasse
in sala i già numerosissimi lettori di Dylan Dog, uno stuolo di ragazzini che
avrebbero potuto gustarsi appieno scene come quella della motocicletta che schizza
fuori dall’avello col suo fantasmatico centauro (interpretato dal regista
stesso), una trovata destinata a restare nell’album delle citazioni di culto
(un po’ meno la rappresentazione della Morte …). La scelta di un film ‘per
tutti’, senz’altro dettata da motivi commerciali, è quindi quella che ha spinto
Michele Soavi a puntare su di una moderata spettacolarizzazione del materiale
letterario di partenza, come ad esempio nel massacro — e conseguente
resurrezione — di un pullman pieno di boy-scout e ad eliminare invece certi
episodi più intimi e dolorosi, come le ripetute visite di Francesco ai suoi
genitori morti. II risultato è un perfetto equilibrio tra
cinema popolare e cinema sofisticato.
E se il romanzo di Dellamorte Dellamore era già una sorta
di prototipo del fumetto a venire – poche truculenze horror, molte
complicazioni erotiche coi morti viventi, romanticismo dark humor -,
l’adattamento cinematografico lo esalta, omaggiandolo con un memorabile finale,
in cui i due antieroi imboccano l’autostrada per fuggire da Buffalora e si
ritrovano sul ciglio del nulla, presagio lovecraftiano del
futuro Dylan Dog. L’orrore presente senza necessità di manifestarsi
concretamente: cioè il mistero
…Cemetery
Man (Dellamorte Dellamore, 1994), se abre camino como un
alegato genial contra la apatía del mundo contemporáneo, aunque sin dejar de
lado los peligros que puede traer aparejado el hecho de abandonar las aburridas
certezas de siempre y aventurarse hacia comarcas que brindan poca o nula
seguridad existencial y hasta son garantía de deliciosas frustraciones de toda
clase. Lejos de la enorme mayoría del cine industrial y/ o popular actual, muy
homologado al despilfarro de dinero en films de una patética inoperancia
incluso dentro de los parámetros menos exigentes, los opus de Soavi exudan
imaginación escénica y una impecable factura general y ni siquiera se proponen
decir algo sobre lo que sea porque el horizonte conceptual está vinculado al
entretenimiento elegante y austero en el que los recursos disponibles son
exprimidos sin ambiciones discursivas (como decíamos previamente, la gran
excepción es Cemetery Man, propuesta que adapta la meticulosidad
y paciencia de las obras precedentes a una madurez en verdad envidiable, ya
orientada al mensaje social más seco y revulsivo)…
… El filme se ubica en Buffalora, Italia,
Francesco Dellamorte es un enterrador que descubre que al séptimo día de muerto
alguien éste regresa como zombie a tocar a su puerta, y la forma de recibirlo
es con un disparo en la cabeza. Algunos de los zombies del filme de Soavi
pueden comunicarse, no son máquinas de matar, pero aun así suponen algún tipo
de peligrosidad. En la trama Dellamorte pierde la cabeza, cuando se comporta
como un hombre acabado, mientras el jefe de policía y el destino lo ignoran por
completo. La propuesta es loca, original, tornándose cada vez más irreal y
fantástica, más descabellada, con un notorio sentido del humor, como con ese
compañero medio retardado en el gigantesco Gnaghi (François Hadji-Lazaro) que
solo hace un ruido como respuesta y se dedica a comer salvajemente. El filme no
intenta tomarse en serio, pero es muy notable y valioso así, con un estilo que
parece no respetar regla alguna.
Mi piacque molto, anche perché si "respira" parecchio Sclavi... È questo il vero film di Dylan Dog!
RispondiEliminama Rupert Everett è Dylan Dog, o Dylan Dog è Rupert Everett, o entrambe le cose?
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