mercoledì 21 luglio 2021

Girl - Lukas Dhont

Lara è un ragazzino che diventa donna, i tempi sono un po' lunghi, la situazione è la migliore del mondo, il padre è totalmente dalla sua parte, la segue, la sostiene, non è mai assente.

ma Lara ha fretta, non vede l'ora di essere una donna come le altre.

come si fa a non essere con lei (e col babbo)?

buona, ottima, visione - Ismaele

 

 

 

 

Girl è un piccolo gioiello, un film tanto delicato nella narrazione, nel soffermarsi sulle piccole cose, quanto spietato nel mostrare i dolori e le azioni a cui i personaggi si spingono. Il regista non ha paura di mostrare entrambi i valori, a volte regalando carezze ai suoi spettatori, a volte dando loro veri e propri pugni nello stomaco. È un film crudo, che non nasconde l’altro lato della medaglia ma allo stesso tempo non lo estremizza mai. Non ci sono pietismi, non ci sono intenti retorici, tutto è asciutto per raccontare nel più semplice dei modi della ricerca di un’identità.

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Despite ambitious and perfectly plausible in its complexity, the story could have taken the tension further, never entering into a thought-provoking territory. What I found most interesting here was the father/daughter relationship, while the rest remains standardized and somewhat guessable. Notwithstanding, the young Polster bravely steps into an exceptional role that makes the film watchable, while Dutch cinematographer Frank van den Eeden gives the gorgeously composed frames a coruscating, warm look.

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Girl es una gran película que nos presenta el tema de la transexualidad de una forma natural, normalizada, muy original, y sobre todo tratada con mucha delicadeza y sutileza.

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…È un film silenzioso, il regista si affida al linguaggio del corpo, agli sguardi e alle immagini piuttosto che al dialogo con la durezza naturalistica che appartiene ai fratelli Dardenne. I piedi che sanguinano come quelli di ogni ballerina diventano la metafora del modo con cui Lara compromette il suo stato di salute, abusando degli ormoni e smettendo di mangiare. Gli spettatori come occhi indiscreti attendono, sentono crescere l’imbarazzo, il malessere, il fastidio di Lara che culminano in un finale incredibilmente violento. Girl ha una forma ellittica, elude il passato, l’infanzia, il riconoscimento di un desiderio, l’approdo alla certezza, delimita il tempo, racconta una storia in divenire e gli audaci passi necessari ad arrivare.
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Lukas Dhont riesce a scegliere una distanza (una delle possibili, forse quella giusta) e riesce soprattutto a rispettarla. Si avvicina alla ballerina, si incolla alla sua sofferenza, ma guarda con estremo pudore alla ragazza, al percorso parallelo tra ospedale, psicologo, ormoni. Il dolore fisico e psicologico passa soprattutto attraverso la danza, le prove estenuanti, le lezioni individuali, l’eterno volteggiare raccontato dalla macchina a mano. La danza en pointe, le dita fasciate e insanguinate, le cadute, il corpo che perde peso. E poi lo scotch messo e tolto ogni giorno. Le iniezioni. Il proprio corpo davanti allo specchio, nudo. Ancora uno sguardo, forse quello che fa più male.

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