Lara è un ragazzino che diventa donna, i tempi sono un po' lunghi, la situazione è la migliore del mondo, il padre è totalmente dalla sua parte, la segue, la sostiene, non è mai assente.
ma Lara ha fretta, non vede l'ora di essere una donna come le altre.
come si fa a non essere con lei (e col babbo)?
buona, ottima, visione - Ismaele
Girl è un piccolo gioiello, un film tanto delicato nella
narrazione, nel soffermarsi sulle piccole cose, quanto spietato nel mostrare i
dolori e le azioni a cui i personaggi si spingono. Il regista non ha paura di
mostrare entrambi i valori, a volte regalando carezze ai suoi spettatori, a
volte dando loro veri e propri pugni nello stomaco. È un film crudo, che non
nasconde l’altro lato della medaglia ma allo stesso tempo non lo estremizza
mai. Non ci sono pietismi, non ci sono intenti retorici, tutto è asciutto per
raccontare nel più semplice dei modi della ricerca di un’identità.
…Despite ambitious and perfectly plausible in its
complexity, the story could have taken the tension further, never entering into
a thought-provoking territory. What I found most interesting here was the
father/daughter relationship, while the rest remains standardized and somewhat
guessable. Notwithstanding, the young Polster bravely steps into an exceptional
role that makes the film watchable, while Dutch cinematographer Frank van den
Eeden gives the gorgeously composed frames a coruscating, warm look.
Girl es una gran película que nos presenta el
tema de la transexualidad de una forma natural, normalizada, muy original, y
sobre todo tratada con mucha delicadeza y sutileza.
…È un film silenzioso, il regista si affida al linguaggio del
corpo, agli sguardi e alle immagini piuttosto che al dialogo con la durezza
naturalistica che appartiene ai fratelli Dardenne. I piedi che sanguinano come
quelli di ogni ballerina diventano la metafora del modo con cui Lara
compromette il suo stato di salute, abusando degli ormoni e smettendo di
mangiare. Gli spettatori come occhi indiscreti attendono, sentono crescere
l’imbarazzo, il malessere, il fastidio di Lara che culminano in un finale
incredibilmente violento. Girl ha una forma ellittica, elude il passato,
l’infanzia, il riconoscimento di un desiderio, l’approdo alla certezza,
delimita il tempo, racconta una storia in divenire e gli audaci passi necessari
ad arrivare.
da qui
…Lukas Dhont riesce a scegliere una distanza (una delle
possibili, forse quella giusta) e riesce soprattutto a rispettarla. Si avvicina
alla ballerina, si incolla alla sua sofferenza, ma guarda con estremo pudore
alla ragazza, al percorso parallelo tra ospedale, psicologo, ormoni. Il dolore
fisico e psicologico passa soprattutto attraverso la danza, le prove estenuanti,
le lezioni individuali, l’eterno volteggiare raccontato dalla macchina a mano.
La danza en pointe, le dita fasciate e
insanguinate, le cadute, il corpo che perde peso. E poi lo scotch messo e tolto
ogni giorno. Le iniezioni. Il proprio corpo davanti allo specchio, nudo. Ancora
uno sguardo, forse quello che fa più male.
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