giovedì 22 luglio 2021

L’ora legale - Ficarra e Picone

una commedia figlia dei tempi, che fingono di cambiare, come si diceva nel Gattopardo.

in un paesotto si vuole il cambiamento, che deve essere vero, ma per gli altri.

sembra una storia che parla di noi, la solita commedia italiana, che sbaglia raramente.

non male, per i miei gusti.

buona visione - Ismaele

 

 

In questo racconto dell’orrore, le solite acrobazie verbali dei due comici e i loro, fin troppo, oliati meccanismi trovano, ancora una volta il terreno, fertile e ideale, come a dimostrare la possibilità di nuove, efficaci, soluzioni creative anche nelle zone del demenziale. Una nuova via che, dopo questo successo commerciale, potrebbe rivelarsi la salvezza rispetto a una deriva nella prevedibile monotonia artistica.

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Satira ficcante e divertente, che esaspera le situazioni della politica e del malcostume italiano rimanendo comunque in alcuni casi pericolosamente vicino alla realtà. La comicità di Ficarra e Picone è questa volta perfettamente valida, scatenando risate grasse senza rinunciare alla riflessione e dotando la regia di quel giusto ritmo che serve per far scivolare via bene la storia. Bene il cast di contorno con un ottimo Gullotta e figure indovinate come i vigili Catania e Friscia. E alla fine il popolo torna a scegliere Barabba.

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la parodia del duo comico smette di far ridere (dopo averci proposto dei Dexter nostrani e la 'Calata dei Vigili', tra le varie chicche) e svela le sue vere intenzioni: chiudere la bocca a chi si sentisse "assolto" e vittima di un sistema di cui fa parte, e al quale è pronto ad affidarsi per una convenienza o necessità personale. Un esempio che non molti vorranno vedere, un monito che come sempre resterà inascoltato, ma che nella sua amara e realistica conclusione chiude con un crescendo positivo il bilancio del film, regalandogli una nicchia propria da non condividere con le tante altre commedie del genere, pronte a finali concilianti o consolatori, in un modo o nell'altro.

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La película nos narra la situación de un pueblo siciliano pero que bien se podría trasladar a cualquier ciudad mediterránea o latina. Allí la población se ha acostumbrado al caos y saltarse a la torera todas las leyes en un pueblo donde impera la corrupción, el enchufe y peloteo a la autoridad para sacar cualquier beneficio. Todo pasa por la supervisión del alcalde y según sea el grado de parentesco o del fajo de billetes tendrá la aprobación, o no. Hartos del despotismo del alcalde, el pueblo decide darle un escarmiento, y votan al adversario que promete no saltarse las reglas y cumplir el orden. El nuevo alcalde, profesor del pueblo, tiene intención de cumplir el programa electoral con todas sus consecuencias. El problema surge cuando sus vecinos empiezan a ver que ellos tampoco son tan honestos como pensaban y las promesas del señor alcalde traen problemas que no esperaban tener. 

Mientras en la Postguerra y posterior, la comedia italiana era envidiada y aplaudida en toda Europa, quizás por ser mas universal y tener todos los sentimientos afines, ahora la llamada comedia italiana es demasiado local y solo es compatible entre sus fronteras en la que una vez fuera de ellas nada llama la atención y resulta vulgar y sosa. Solo hace falta ver lo ultimo en comedia  que nos llega del pueblo transalpino que tanto a nivel de guion y realización es muy flojo por muy costumbrista que diga ser. Si bien en el género del drama Italia sigue siendo uno de los mayores valuartes europeos  en el ámbito del cine en cuanto respecta a la comedia es uno de los mas flojos actualmente del viejo continente.

La Hora Del Cambio no es una excepción y todo lo que hemos dicho es aplicable a esta siendo una película aburrida y con un humor demasiado localista que por mucho que lo que nos cuente y lo veamos en nuestro país todo los días no significa que resulte gracioso. La manera que tiene  este dúo de cómicos italianos de contarnos las cosas no tienen ninguna gracia, por lo menos a mi no me lo parece. Un humor "viejuno" que para que se hagan una idea podría ser algo parecido al que teníamos aquí con los Hermanos Calatrava. La Hora Del Cambio es otra comedia italiana fallida y van ....

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La película es una crítica contra la corrupción y contra quien la permite. Hay personajes muy curiosos, como esos funcionarios que se pasan la mañana en el bar sin trabajar o el cura del pueblo que no quiere pagar los impuestos de sus propiedades porque dice que es un hotel para resguardar a las ovejas de Dios.

La pareja de directores también se ha guardado un papel en la historia como los cuñados del alcalde, son un reflejo claro de la sociedad actual y también son los que más carcajadas producen al espectador.

En definitiva es una comedia para pasar un buen rato, agradable de ver, y al guión no se le puede pedir mucho más. Si quieres reírte un rato de la situación política actual esta es tu película.

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Ci siamo guardati intorno, ispirati ai fatti di cronaca, ma la realtà a volte ha superato la fantasia. Abbiamo pensato al film due anni fa ed è capitato di dover aggiustare qua e là la sceneggiatura per scansare qualsiasi riferimento al reale. La nostra idea era di scattare una fotografia dell’Italia senza mai trascurare la risata. Ci siamo divertiti a capovolgere le regole: l’onestà è il vero problema e il cattivo è il sindaco Natoli. Diciamo che molti dei personaggi del film hanno una doppia faccia. Come Padre Raffaele, interpretato da Leo Gullotta, che all’inizio è contro Patanè, poi cambia casacca quando riceve a casa il pagamento dell’Imu per il suo Bed & Breakfast. Tutti i cittadini invocano l’onestà, poi però bisogna vedere come reagiscono quando toccano il loro orticello-prosegue Picone-In ognuno di noi c’è un po’ di Patanè.

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E’ un’idea sorprendente quella di una comunità che sceglie l'involuzione e che abbraccia il caos senza senso coinvolgendo nelle proprie macchinazioni e vendette pure Roma ladrona. E sorprendenti sono i personaggi di Salvo e Valentino, che non fanno gruppo a sé, che non provocano nessuna anarchica e strampalata rottura, aiutando anzi la causa, incuranti della parentela che li lega al neoeletto Pierpaolo Natoli e determinati a ottenere quel sì che li aiuterebbe nel lavoro. I loro sotterfugi e le loro marachelle notturne sono certamente un balsamo per noi vittime dello stress che abbiamo tanto bisogno di divertirci, ma, a ben guardare, nella stanza delle risate di cui ci venie aperta la porta, filtra, dalle tapparelle, una luce livida. Perché - ed è questa la terza cosa sorprendente - il bersaglio de L’ora legale è la gente, siamo noi: tutti un po’ marci come gli zombie di una serie tv, tutti un po' furbetti del quartierino, tutti rei di una colpa che Ficarra Picone mettono benissimo a fuoco: lasciarsi vivere nel nome del quieto vivere. Se andiamo avanti così, forse ci distruggeremo, infilando una serie di Gaetano Patanè. Oppure ce la caveremo, ostinandoci a non dividere mai l'umido dal secco.

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