Edgar Wright non delude mai, dai primi film inglesi a quelligirati oltreoceano (come Baby driver).
la storia è tratta da una creazione di Stephen King, di più di mezzo secolo fa, ambientata, che coincidenza nel 2025.
si raccontano le cose come sono, e questo lo rende un film politico.
c'è un modo per sfuggire alla miseria del 99%, partecipare a un programma tv dove si può vincere un sacco di soldi, ma quasi sempre si crepa.
la tv governa il mondo, lo spettacolo fotte le menti delle persone.
fuori dal Sistema qualcuno resiste, a rischio della vita, aiutano Ben, che riesce a fare una rivoluzione, ma non sapremo mai se il Sistema ha previsto tutto, e la sua è solo una rivoluzione colorata.
ottimi tutti gli interpreti, Edgar Wright, con una sceneggiatura a orologeria, è un'eccezionale regista.
un film da non perdere, nessuno se ne pentirà, promesso.
buona (di corsa) visione - Ismaele
ps: il successo popolare di Ben mi ha ricordato quello del Mohicano, il ribelle è sempre nel cuore del popolo.
…Nella tv (spazzatura?) che viene
messa in scena, con un occhio a Quiz Show di Robert Redford soprattutto nella prima
mezz'ora quando appunto vengono mostrati i vari show televisivi (ma a monte c'è
sempre Quinto potere), si insinua lo humor del regista
che con il programma "The Americanos" fa la parodia di "The
Kardashians" e con i video incendiari dell'Apostolo (Daniel Ezra) fa il
verso a quelli degli youtuber contro l'establishment e pronti a smascherare la
propaganda come se ci fosse un reale spazio di contestazione sui social media.
Ma c'è anche un'analisi e critica ben precisa dei meccanismi e delle scelte
degli autori nella preselezione dei concorrenti nei quali individuano già i
veri e propri personaggi che diventeranno.
Buona parte del film si incentra proprio sul rapporto che si crea tra il
produttore onnisciente del programma, interpretato da Josh Brolin, e il
giocatore di cui individua subito le straordinarie capacità di resistenza
dovute anche alla disperazione. Resistenze al sistema che vengono messe in
scena grazie a vari personaggi borderline in cui Wright instilla la giusta
ironia e sana follia, come l'anarchico che vive nei sotterranei (William H.
Macy) che fornisce al protagonista falsi documenti d'identità e un'attrezzatura
utile per scomparire per 30 giorni (un po' come Q nella saga di Bond) o come il
ribelle interpretato da un sempre inquietante Michael Cera che lo aiuta nel
momento in cui i Cacciatori gli si stanno avvicinando troppo azionando i
meccanismi da Mamma ho perso l'aereo presenti nella sua casa bunker.
È proprio questo uno degli aspetti steampunk che risulta più affascinante del
libro e del film in cui il futuro è appunto vintage, retrò, digitale ma ancora
molto analogico (tornano in auge le vhs che il protagonista deve ogni giorno
spedire per dimostrare la sua esistenza) dove però come sempre, dalla notte dei
tempi, sono le persone a decidere con leggerezza della vita e della morte degli
uomini.
…The Running Man sa combinare spettacolarità,
ironia e introspezione dei personaggi. L’accoppiata Glen Powell / Edgar Wright
promette di non far prigionieri e forse potrebbe replicarsi in futuro per altre
avventure.
Il film celebra il passato degli action anni Ottanta e rende
omaggio alla versione Schwarzenegger, reinterpretandolo con modernità e leggerezza.
Ogni scena di azione, ogni sequenza comica e ogni momento emotivo
contribuiscono a costruire un’esperienza cinematografica coerente e
coinvolgente. The Running Man non è solo un
omaggio a un’icona del genere, ma un’opera autonoma, capace di intrattenere,
emozionare, che ripercorre tutti gli step del film di rivolta, in cui l’eroe,
partito per la sua missione per difendere la propria famiglia diventa poi
simbolo di rivolta e si mette a capo della Rivoluzione. Una visione che per
quanto già vista non mancherà di infuocare gli animi in un momento storico in
cui la società sembra disperatamente bisognosa di una guida.
Questo reboot offre uno spettacolo visivamente spettacolare e
narrativamente appassionante. Glen Powell si afferma come un protagonista moderno,
pronto a raccogliere l’eredità degli eroi action del passato, ma con una
sensibilità contemporanea che lo rende credibile e umano. Per chi cerca un
action movie che sappia unire ritmo, fisicità e ironia, The
Running Man è una visione imperdibile.
…The Running Man gioca sul sottile equilibrio tra satira sociale e grande
spettacolo, sa quando è il momento di prendersi le sue libertà e quando è
necessario restare ferocemente ancorato alla realtà. Ha così tante cose da
dire, così tanto da accoppiare all’azione – serratissima e meno apertamente
comica del solito – che si perde un po’ per strada e dura più del dovuto. Il
film non è, forse, il capolavoro che in molti si attendevano da Edgar
Wright – l’occasione è solo rimandata – ma la capacità di
abbinare spettacolo e anima, l’intelligenza con cui ragiona sul potere
manipolatorio e la pericolosa ambiguità dell’immagine sono notevoli, con un
occhio all’attualità e un respiro universale. The Running Man è
un film d’azione con qualcosa in più; è anche, indirettamente, un manuale
d’istruzioni sul cinema di intrattenimento che punta in alto.
Ottimo l'accostamento con "Il Mohicano", altro bellissimo film. Di Wright avevo adorato "Ultima notte a Soho", visto a Venezia anni fa. Non me lo perderò ;)
RispondiElimina"Ultima notte a Soho" ancora mi manca, spero non per molto.
Elimina"The Running Man" non può deludere, vedrai