lunedì 3 novembre 2025

Cinque secondi – Paolo Virzì

Paolo Virzì cambia registro, passa dai film nei quali, anche se a volte amaramente, si rideva a film drammatici, come Cinque secondi.

protagonisti Valerio Mastandrea, Galatea Bellugi e Valeria Bruni Tedeschi, in una storia di dolore smisurato e (ri)nascita.

Adriano è un avvocato che si ritira dal mondo, per espiare una colpa terribile. Matilde (con le sue amiche, e amici) invade la bolla nella quale sta Adriano (e riesce a farla scoppiare), restituendolo alla vita.

Adriano "adotta" Matilde come una figlia, anche se lei non lo sa.

un film che riesce a coinvolgere e anche emozionare.

buona (non solo per cinque secondi) visione - Ismaele

 

 

 

 

il team di sceneggiatura, la regia "a mestiere" di Virzì e la recitazione del cast creano personaggi, non algoritmi. E dunque Valerio Mastandrea regala la sua naturale misantropia e la sua incongrua tenerezza al ruolo di Adriano: Valeria Bruni Tedeschi fa di Giuliana una donna di buon carattere, sempre disposta a comprendere e ad alleggerire; Ilaria Spada nel ruolo dell'ex moglie lascia filtrare la sua dolcezza attraverso le crepe dolorose d una maschera di rancore e disperazione. Ma a brillare è soprattutto Galatea Bellugi, di formazione artistica mitteleuropea, restituendo carne, sangue e toscanità ad un personaggio che sulla carta avrebbe potuto rimanere uno stereotipo agreste.
Con Cinque secondi Paolo Virzì fa un j'accuse del sarcasmo con cui, in una certa misura, ha guardato il mondo, anche attraverso i suoi film, e abbandona ogni distacco ironico per immergersi (e immergerci) nel viaggio di redenzione del quale abbiamo disperatamente bisogno oggi…

da qui

 

Questo Cinque secondi si presenta come un continuo gioco di rimandi tra presente e passato recente: quello del misterioso – e apparentemente bisbetico – Adriano e quello di Matilde; di primo acchito Adriano sembrerebbe un misantropo, mentre Matilde apparirebbe come una giovane donna spensierata e senza problemi.

La sceneggiatura del film – scritta splendidamente, così come splendidi si rivelano i dialoghi – svela poco a poco la verità sui due protagonisti principali, proprio nel mentre della lenta e reciproca conoscenza.

In questa recensione non andremo oltre nel racconto della trama, proprio per non togliere quel gusto di progressivo svelamento di una verità nascosta e protetta, che è al centro del film e dello scriptstesso.

D’obbligo, però, è fare cenno al personaggio secondario interpretato dalla magnetica Valeria Bruni Tedeschi, ovvero la socia e avvocata Giuliana Marziali; se il film di Virzì riesce a trasmetterci con forza un’aura di tenerezza non è solo per il rapporto che si intesse tra Adriano e la giovane Matilde, ma per la tenera amicizia (ai limiti dell’amore platonico) che esiste da anni tra il protagonista e la sua collega/amica Giuliana: l’unica – oltre a Matilde – capace di scrollarlo da una quotidianità divenuta pesante e quasi insopportabile…

da qui

 

Cinque secondi è un film maturo e catartico, costruito con equilibrio tra scrittura e sentimento. Virzì non cerca il colpo di scena, ma la trasformazione silenziosa, quella che avviene dentro le persone e non davanti allo spettatore. È forse troppo prudente in alcuni passaggi, come se temesse di spingersi oltre la soglia dell’intimo per non perdere il controllo del racconto. Ma questa misura diventa anche la sua forza: un rispetto profondo per i personaggi, per il loro dolore, per il tempo necessario alla guarigione.

Il titolo, Cinque secondi, racchiude l’essenza dell’opera: un istante, una frazione di tempo in cui qualcosa può cambiare per sempre, in cui lui forse, consapevolmente, sceglie di lasciar(si) andare, pagando poi per tutta la vita il prezzo della più alta forma di compassione.

Alla luce del significato di quei CINQUE SECONDI, il finale trova la sua piena quadratura emotiva. Il gesto di accudire Matilde — e con lei la nuova vita che porta dentro di sé — diventa l’immagine più limpida della rinascita: la terra, come l’uomo, può tornare fertile solo se qualcuno ha il coraggio di coltivarla di nuovo.

Nonostante qualche eccesso didascalico nella rappresentazione dei giovani idealisti e un’ironia talvolta ambigua, Cinque secondi resta un film profondo e sincero.

da qui

 

Non si ride quasi mai, in Cinque secondi, se non per naturale attitudine di Valerio Mastandrea (lui e Valeria Bruni Tedeschi sono il punto di forza maggiore del film, e insieme scatenano una chimica dimessa, sfuggente e dolente che rapisce lo sguardo) ma in effetti Virzì non ha alcuna voglia di sollazzare lo spettatore – e forse anche per questo le dinamiche con i giovani appaiono meccaniche, artificiose, prive di vita reale –, e la sua ispirazione registica tocca l’acme in quei momenti in cui il tempo si fa irreparabile, e irriconciliabile. Le mattine e le sere tutte uguali, in cui si limita a scrivere sempre lo stesso messaggio al figlio quindicenne che come una sentenza immancabile non risponderà; una confessione fatta quando meno ce lo si aspetta; una festa della vendemmia spaesata; una gita al lago con i figli per vivere una vita “normale”, sempre che tale aggettivo abbia un senso. Lì, nelle pieghe di questi passaggi, si avverte un dolore che è sotterraneo ma sa raccontare l’umano e la sua limitatezza nel tempo. Peccato che questa tonalità trovi spazio in modo solo occasionale in una narrazione un po’ sbilenca, a tratti prevedibile e fin troppo semplice.

da qui



4 commenti:

  1. Se vuoi te ne parlo non troppo bene io...
    https://www.filmtv.it/film/249729/cinque-secondi/recensioni/1055972/#rfr:film-249729

    RispondiElimina
  2. sono d'accordo anche con te, LAMPUR, oltre che con me:)
    certo non è un capolavoro, diciamo un film normale, Le città di pianura, per esempio, è un grande film.
    ho letto un paio di volte (per ora) Centuria, di Manganelli, pieno di storie bellissime, è un libro eccezionale e sconosciuto, purtroppo.

    RispondiElimina
  3. Mastandrea straordinario, è giusto dirlo.
    E Virzì è tornato su alti livelli, menomale. Bentornato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. se facessero un film di una cena di Valerio Mastandrea ed Elio Germano sarei il primo ad andare :)
      magari con la regia di Virzì

      Elimina