in una Corsica bramata da speculatori e mafiosi c'è chi dice no.
una storia simile, avvenuta in Sardegna, isola gemella, la sta girando Riccardo Milani.
in Corsica, Joseph (interpretato da Alexis Manenti) è l'ultimo pastore in un territorio in riva al mare, ambito da immobiliaristi, mafiosi, capitalisti (tre sinonimi nel film, e anche fuori, chissà), disposti a tutto per rubargli la terra.
lui non ci sta, e inizia la sua personale latitanza e resistenza, contro gli assassini.
il popolo lo ammira, ma quanto durerà?
un eroe dei nostri tempi, scomodo da vivo per il Potere, per tutti i Poteri, meglio morto, anche in Corsica la mafia fa le sue vittime, i nostri martiri.
cercatelo, il film è in un pugno di sale (mica Joseph è un supereroe, è solo un umile eroe, con puzza di capra), non ve ne pentirete.
buona (rivoluzionaria e anticapitalistica) visione - Ismaele
…La sceneggiatura potrebbe accontentarsi di fare da base ad
un film che sia un mix tra western e gangster movie ma l'intento di Farrucci è
sociale se non anche politico. Ecco allora che apre ad un altro fondamentale
personaggio: Vannina, la giovane nipote di Joseph. La quale rappresenta una
nuova generazione che non ha nulla del conservatorismo chiuso legato a
tradizioni ormai sterili.
È lei, spesso seguita con la camera a mano, a suggerirci
che non tutto ciò che è riferimento e continuità del passato significa
automaticamente pura e semplice conservazione. Vannina sa come usare i social
e, mentre fa crescere l'adesione alla ribellione del pastore e la convinzione
che la sua non sia stata altro che legittima difesa, ci consente di riflettere
su come un plot di base analogo avrebbe avuto necessariamente un'altra
struttura qualche decennio fa. La realtà, grazie ai social, diventa leggenda alla
velocità della luce e in questo caso si finisce con il compiere un'opera utile
a tenere viva la coscienza sociale di un popolo (nello specifico quello corso)
che sente il peso del controllo francese nonché della malavita che si mette a
disposizione di interessi che risiedono altrove.
Farrucci sa come tenere alta la tensione spingendo lo
spettatore a solidarizzare con i due protagonisti chiedendosi, mano a mano che
la vicenda prosegue, quale soluzione verrà loro prospettata. Sarà il finale a
sciogliere il quesito
…Non si tratta di una storia di coraggio. Il
Mohicano è una storia cruda, come anche la sua
messa in scena: l’assenza (o quasi) di musica, quei lunghi
silenzi che accompagnano diverse scene, così come quelle inquadrature lunghe
sul suo protagonista, che lentamente diventa un eroe del popolo per la sua
capacità di ribellarsi alla mafia. Solitamente siamo abituati a vedere storie
di criminalità organizzata ambientate nel nostro Paese, ma il regista trova il
modo di portare sullo schermo un racconto universale, che ci spinge a guardare
sotto altri occhi la nostra attualità. E’ un mondo dominato dal capitalismo e
dagli interessi economici, dove i più deboli sono costretti a soccombere…
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