sabato 3 maggio 2025

Joss il professionista - Georges Lautner

una bellissima colonna musicale, di un certo Ennio Morricone, accompagna tutta la storia.

Joss (Jean-Paul Belmondo) è un agente segreto con un compito importante, quello di ammazzare un capo di stato africano, assassinio per gli interessi della Francia.

lo scoprono e lo condannano ai lavori forzati, ma dopo due anni riesce a fuggire e torna in patria.

Joss vuole adempiere il suo incarico e fa i salti mortali per raggiungere i suoi scopi.

nei titoli di coda veniamo a sapere che Belmondo non ha controfigure, fa tutto lui!

un film da non perdere, per chi si vuol bene.

buona (sorprendente) visione - Ismaele

 


QUI si può vedere il film completo, su Raiplay

 


 

Questo film è un classico esempio di come in Francia riescano a sfornare prodotti di intrattenimento di elevata qualita'e di solido professionismo.Qui il personaggio di Joss sembra il fratello maggiore di Rambo in cui la citta'sostituisce la foresta ed è un veicolo perfetto per le innumerevoli qualita'dell'ancora atletico Belmondo nonostante sia nei dintorni delle 50 primavere.Qui è un agente segreto che deve compiere una missione impossibile lasciata'a meta' due anni prima.Se leviamo l'assunto che è veramente incredibile(come si fa da soli a uccidere un capo di Stato in Francia?)non possiamo che guardare con ammirazione le belle sequenze d'azione,le varie trovate registiche e i trucchi ingegnosi che Joss usa.C'è un rimescolamento dei ruoli in cui si parteggia per quello che dovrebbe essere il criminale mentre l'immagine data dei poliziotti è volutamente sgradevole(con un cattivissimo Robert Hossein fatto fuori in un duello stile western che ci potevano risparmiare).Il finale è un classico atto d'accusa degli affari sporchi nelle alte sfere.....

da qui

 

Se si è disposti a sorvolare sulle ingenuità disseminate nella sceneggiatura (quasi obbligatorie, dato il genere) non si può non apprezzare questo thriller capace di coniugare il puro intrattenimento con una qualità decisamente elevata. Lautner e Belmondo non lo ricordano volentieri, eppure il primo dirige in modo impeccabile, il secondo è perfetto in un ruolo che sembra fatto apposta per lui. Aggiungiamo un buon cast di contorno e una notevole colonna sonora di Morricone e il quadro è completo. Finale inaspettatamente amaro, ma coerente.

da qui

 

Qualcuno potrà dire: “puro intrattenimento”, certo, ma di altissima qualità. Grande successo di pubblico alla sua uscita in Francia, il film può vantare non pochi meriti. In primo luogo, una sceneggiatura senza tempi morti, che passa mirabilmente dal genere avventura, al thriller, al gangsters movie, alla commedia, alla denuncia politica e altro ancora. Jean-Paul Belmondo è aiutato da un ruolo scritto su misura per lui: sornione, simpatico, duro e tenero, coraggioso, atletico… Si tratta senza dubbio di uno dei suoi personaggi migliori in assoluto. Accanto a lui, non demeritano uno splendido Robert Hossein, nella parte del cinico commissario, Jean-Louis Richard, lo splendido Daxiat dell’”ultimo metro” di Truffaut, Jean Desailly, altro attore truffauttiano, nel ruolo del ministro vile e ambiguo. Il finale del film è triste, quasi commovente, anche in virtù di uno dei temi musicali più riusciti di Ennio Morricone.

da qui

 

Senza voler pretendere da questo film ciò che non si propone, siamo in presenza di un piccolo capolavoro per niente datato, anzi! Molteplici temi sfiorati con garbo: l'ipocrisia dei politici, il tradimento degli amici, la genuinità di chi viene "scartato" dalla società bene, il sadismo di chi dovrebbe ripristinare l'ordine... E poi scenarsi diversissimi, dall'Africa a Parigi, dai salotti agli inseguimenti in auto, da cupe carceri a ville sfarzose: su tutto la sublime interpretazione di Belmondo, agente segreto disincantato ma non troppo. Colonna sonora impossibile da scordare!

da qui

 

Film dal piglio grintoso raro, esso fu la terza collaborazione tra Georges Lautner, all'ora all'apice del successo registico  non  solo nel poliziesco e nel gangster ma anche nelle commedie, e il suo interprete iconico appunto Jean-Paul Belmondo, il quale aveva anch'egli raggiunto  il culmine della propria popolarità, raggiungendo il suo più vicino rivale, Alain Delon. Le precedenti collaborazioni di Belmondo con Lautner - “Poliziotto o canaglia”(Flic ou Voyou)(1978) e “Il Piccione di piazza san Marco” (Le Guignol) (1979) - erano stati polizieschi d'azione sì, ma con una più forte connotazione ironica, mentre “Le Professionnel” sarebbe stato qualcosa di completamente diverso, un pòlar thriller d'azione grintosissimo, con alcune scene di combattimento selvaggiamente realistiche, spettacolari. Inseguimenti automobilistici (cosa che era diventato di rigore nei film di Belmondo a partire dai primi anni '70, almeno dallo strepitoso “Gli Scassinatori”[Le Casse][1971] con Omar Sharif, sempre di Verneuil) e un finale così triste che difficilmente si sarebbe potuto legarlo a momenti leggeri, che ne fanno nel complesso  un film molto più nero e pessimista di quanto si tenderebbe ad associare sia con Lautner che con Belmondo.

da qui 

 


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