sembra una storia già vista, ma non lo è.
un poliziotto con problemi personali (Tommy Lee Jones) si trova, contro tutti, a combattere un delinquente produttore di cinema (John Goodman) ammanigliato col potere.
ci sono omicidi di prostitute e un assassinio di un nero di 40 anni prima, che ha legame con le storie dell'oggi.
nella Louisiana, dove conta solo il potere del denaro, un poliziotto, con il sostegno della moglie (Mary Steenburgen), cerca la verità.
un film che merita, promesso, Bertrand Tavernier è come sempre un regista di serie A.
buona (poliziesca) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo, in italiano
…Stile
classicheggiante e robusto (numerosi i carrelli e i dolly a salire, con
movimenti di steadycam per le sequenze più fisiche), Tavernier privilegia una
messa in scena basata su riprese lunghe quando si tratta di rappresentare gli
improvvisi scoppi di violenza di Robicheaux (la scazzottata nel ristorante, il
pestaggio nella stazione dei bus) e su inquadrature larghe quando l'essenziale
della situazione va colto nell'insieme (il dialogo scritto da Tommy Lee Jones
tra Robicheaux e Bootsie sul molo). Scelte di regia che si sono rivelate tra i
principali motivi di disaccordo col montatore Roberto Silvi, il quale avrebbe
preferito una maggiore frammentazione visiva e una maggiore sottolineatura
drammatica (con più primi piani in funzione esplicativa). E scelte che, unite
alla tensione crescente tra regista e produzione, hanno portato alla rottura:
Tavernier è tornato in Francia e, aggiungendo 400000 euro di tasca propria, ha
finito il 'suo' film col montatore Thierry Derocles. Risultato: due film
diversi ottenuti dal medesimo tournage. Il primo, In the Electric Mist, è quello che ho visto e recensito; il secondo, Dans la brume électrique, è quello che in Italia non è stato distribuito
(lo sarà mai?) e che, verosimilmente, dovrebbe essere un film più profondamente
burkiano ed esteticamente omogeneo di questo. Al netto di 15 minuti.
… "In the Electric Mist" è un film duro, di quelli
senza troppe speranze, e meno che mai possibilità di redenzione. I personaggi
sono ambigui e sgradevoli. Dave ha come unica risorsa un carattere tenace, ma
la sua dipendenza dall'alcool e l'intrinseca volontà di incastrare i colpevoli,
anche passando sopra le regole, lo portano assai lontano dallo stereotipo del
poliziotto integerrimo in uniforme immacolata e dal cuore puro, archetipo del
genere e mito americano dei tempi passati.
La
storia parla di assassini, prostitute, razzismo e corruzione. Un piccolo centro
del sud è sicuramente pieno di storie passate imbevute di razzismo, ma di
accadimenti recenti a base di corruzione, omicidi di giovani donne e rapimenti
di bambine incolpevoli, si farebbe volentieri a meno. Ma tant'è, eccoci di
fronte ad un'altra delle mille storie americane, raccontata ancora una volta
con mano ferma e volontà di fotografare un momento, che potrebbe esser al di là
da venire, con la stessa facilità con cui è appena passato.
Tavernier
opta per una narrazione asciutta, scevra da qualunque sottolineatura, lasciando
solo lo spettatore davanti al duro compito di digerire una storia nera, senza
che mai essa venga, anche solo per un istante, alleggerita da un qualsiasi
raggio di luce.
Tommy Lee Jones è ormai da tempo l'archetipo dello sceriffo di frontiera. E la
sua maschera, stanca e disillusa, si accorda bene col dolore di un personaggio
che, non solo ne ha viste di tutti i colori, ma ne ha anche fatte altrettante,
senza che mai lo sfiori il dubbio di esser rimasto vittima del marciume che
aveva giurato di combattere. Certo il fatto che sia tratto da un romanzo di
successo crea l'inevitabile confronto col lavoro originale, la cui complessità
in verità, appare assai difficile da rendere sullo schermo, e non soltanto
perchè parte di una serie di romanzi incentrati sulla figura del detective
Robicheaux.
Ma
la mano sicura del regista, e la buona scelta del cast, che funziona in sé
assai meglio della storia stessa, rendono interessate un lavoro il cui
contenuto non si può certo definire particolarmente originale.
Thriller
dall'ambientazione affascinante, tutto calato nell'atmosfera nebbiosa e
paludosa della Louisiana. L'intreccio è spesso intricato (con un numero di
personaggi coinvolti eccessivo) e il ritmo lento, ma si lascia seguire, grazie
al sapore piacevolmente retrò dell'operazione. Tommy Lee Jones offre
un'interpretazione di primo livello, nella parte (a lui congeniale) del
detective rude e sbrigativo; ma è bravo anche Goodman nel suo sgradevole ruolo.
Musiche blues azzeccate, finale un po' sbrigativo.
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