dice l'avvocato (Jean Rochefort), alla cliente Romy Schneider: "lei è una donna molto bella".
l'avvocato è fatto così, un po' naif, un po' azzeccagarbugli, di sicuro divertente.
e poi ci sono i due poliziotti, archetipi della coppia di poliziotti inventati molti anni dopo da Bruno Dumont in Ptit Quinquin.
e ultima, ma è la prima, una bravissima Romy Schneider, in un film dove tutto è quello che non sembra.
non sarà un capolavoro, ma è un giro sulle montagne russe, astenersi i deboli di cuore.
buona (sainttropeziana) visione - Ismaele
QUI il film completo, in italiano
La serie stordente dei colpi di scena non inganni. Qui siamo in
presenza di uno studio antropologico e le incredibili vicissitudini della trama
cessano di esser tali per divenire occasione d'esame d'alcuni tipi umani.
Chabrol opera con freddezza entomologica, come testimonia la penultima
inquadratura della Schneider a colloquio con l'avvocato, stagliata com'è su un
monotono e atonale sfondo verde. Steiger e Romy adeguati, ma è il contorno
(ottimo Rochefort) a risultare decisivo per mettere in risalto i vari caratteri
sotto la nostra lente.
Dopo i primi 10’, ossia già alla fine dei titoli di testa,
tutto sembra avviato su binari consueti: una malmaritata, trovatosi un amante
giovane (e, vedendo Romy Schneider in tutto il suo fulgore, ci si stupisce che
ci abbia messo tanto tempo a trovarlo), decide di usarlo per far fuori il
consorte alcolizzato e impotente. Poi sembra che Chabrol, solitamente lineare
nello sviluppare i suoi soggetti, abbia deciso di concentrare qui tutti i colpi
di scena della sua carriera: quasi inutile enumerarli (dico solo che i due
morti apparenti in realtà sono vivi entrambi, come si capisce abbastanza
presto), come è inutile rilevare le inverosimiglianze, a tal punto è chiaro che
il regista ha voluto portare all’estremo, al limite della parodia, uno dei suoi
tipici intrecci. Si tratta dunque di un divertissement metacinematografico, ed
è bene saperlo prima della visione, perché altrimenti si rischia di sentirsi
presi in giro; chiarito questo, ci si possono godere anche gli intermezzi quasi
comici affidati a due poliziotti che sembrano Gianni e Pinotto e soprattutto
all’avvocato buffoncello Jean Rochefort.
Sopraffino davvero, Chabrol sfotte i ricconi della Costa
Azzurra e li immerge nelle acque torbide di un noir alla Cain (quello de
"Il postino suona sempre due volte") che però è tratto da un romanzo
di Richard Neely (chi sarà mai?).
L'intrigo si mischia alla farsa in maniera
squisita (valga per tutte la lunga sequenza in cui un grande Rochefort,
abbagliato dalla presenza della Schneider, arringa un'appassionata difesa
nell'ufficio del giudice, con risultati esilaranti!) anche grazie all'occhio di
fine osservatore del regista che si diverte ad offrire un quadro clinico e
sottile di varia umanità coinvolta nell'indagine a tinte fosche.
Steiger è un perfetto marito tradito ma Romy,
vestita da Yves Saint Laurent, è oltremodo maestosa nella sua suprema bellezza
mozzafiato e senza confini, per di più alle prese con un personaggio intrigante
come pochi.
Divertissement très chic!
Chabrol, assieme a Truffaut, era tra i più grandi ammiratori
di Hitchcock e questa pellicola è un divertito omaggio alla sua poetica:
partendo da un romanzo di matrice noir, il regista aggiunge un colpo di scena
dopo l'altro, creando un effetto talmente inverosimile da sfociare nella parodia.
In aggiunta, c'è una coppia di poliziotti sui
generis, che entra ed esce dalla scena con incredibile nonchalance, un avvocato
logorroico (grande Jean Rochefort) che gestisce la causa 'improvvisando' e la
bellezza di Romy Schneider, davvero abbagliante.
Forse l'unico neo è la presenza di Rod Steiger,
per il suo stile di recitazione troppo 'Actors Studio', che non riesce ad
amalgamarsi al resto del cast e allo spirito del film.
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