mercoledì 28 maggio 2025

Gli innocenti dalle mani sporche – Claude Chabrol

dice l'avvocato (Jean Rochefort), alla cliente Romy Schneider: "lei è una donna molto bella".

l'avvocato è fatto così, un po' naif, un po' azzeccagarbugli, di sicuro divertente.

e poi ci sono i due poliziotti, archetipi della coppia di poliziotti inventati molti anni dopo da Bruno Dumont in Ptit Quinquin.

e ultima, ma è la prima, una bravissima Romy Schneider, in un film dove tutto è quello che non sembra.

non sarà un capolavoro, ma è un giro sulle montagne russe, astenersi i deboli di cuore.

buona (sainttropeziana) visione - Ismaele

 

 

QUI il film completo, in italiano

 

 

La serie stordente dei colpi di scena non inganni. Qui siamo in presenza di uno studio antropologico e le incredibili vicissitudini della trama cessano di esser tali per divenire occasione d'esame d'alcuni tipi umani. Chabrol opera con freddezza entomologica, come testimonia la penultima inquadratura della Schneider a colloquio con l'avvocato, stagliata com'è su un monotono e atonale sfondo verde. Steiger e Romy adeguati, ma è il contorno (ottimo Rochefort) a risultare decisivo per mettere in risalto i vari caratteri sotto la nostra lente.

da qui

 

Dopo i primi 10’, ossia già alla fine dei titoli di testa, tutto sembra avviato su binari consueti: una malmaritata, trovatosi un amante giovane (e, vedendo Romy Schneider in tutto il suo fulgore, ci si stupisce che ci abbia messo tanto tempo a trovarlo), decide di usarlo per far fuori il consorte alcolizzato e impotente. Poi sembra che Chabrol, solitamente lineare nello sviluppare i suoi soggetti, abbia deciso di concentrare qui tutti i colpi di scena della sua carriera: quasi inutile enumerarli (dico solo che i due morti apparenti in realtà sono vivi entrambi, come si capisce abbastanza presto), come è inutile rilevare le inverosimiglianze, a tal punto è chiaro che il regista ha voluto portare all’estremo, al limite della parodia, uno dei suoi tipici intrecci. Si tratta dunque di un divertissement metacinematografico, ed è bene saperlo prima della visione, perché altrimenti si rischia di sentirsi presi in giro; chiarito questo, ci si possono godere anche gli intermezzi quasi comici affidati a due poliziotti che sembrano Gianni e Pinotto e soprattutto all’avvocato buffoncello Jean Rochefort.

da qui

 

Sopraffino davvero, Chabrol sfotte i ricconi della Costa Azzurra e li immerge nelle acque torbide di un noir alla Cain (quello de "Il postino suona sempre due volte") che però è tratto da un romanzo di Richard Neely (chi sarà mai?).
L'intrigo si mischia alla farsa in maniera squisita (valga per tutte la lunga sequenza in cui un grande Rochefort, abbagliato dalla presenza della Schneider, arringa un'appassionata difesa nell'ufficio del giudice, con risultati esilaranti!) anche grazie all'occhio di fine osservatore del regista che si diverte ad offrire un quadro clinico e sottile di varia umanità coinvolta nell'indagine a tinte fosche.
Steiger è un perfetto marito tradito ma Romy, vestita da Yves Saint Laurent, è oltremodo maestosa nella sua suprema bellezza mozzafiato e senza confini, per di più alle prese con un personaggio intrigante come pochi.
Divertissement très chic!

da qui

 

Chabrol, assieme a Truffaut, era tra i più grandi ammiratori di Hitchcock e questa pellicola è un divertito omaggio alla sua poetica: partendo da un romanzo di matrice noir, il regista aggiunge un colpo di scena dopo l'altro, creando un effetto talmente inverosimile da sfociare nella parodia.
In aggiunta, c'è una coppia di poliziotti sui generis, che entra ed esce dalla scena con incredibile nonchalance, un avvocato logorroico (grande Jean Rochefort) che gestisce la causa 'improvvisando' e la bellezza di Romy Schneider, davvero abbagliante.
Forse l'unico neo è la presenza di Rod Steiger, per il suo stile di recitazione troppo 'Actors Studio', che non riesce ad amalgamarsi al resto del cast e allo spirito del film.

da qui

 

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