giovedì 28 luglio 2022

Fawlty Towers - John Cleese, Connie Booth

fra il 1975 e il 1979 sono stati trasmessi 12 episodi di Fawlty Towers, dove tutto è perfetto, i tempi comici, i testi, gli attori, tutti bravissimi, Basil e Sybil, i proprietari dell'hotel, la factotum Polly e l'apprendista spagnolo Manuel (assomiglia a Benito Urgu da giovane), che nell'edizione spagnola diventa italiano, per non offendere il pubblico spagnolo.

gli stupidi hanno visto del razzismo, scemenze, naturalmente, ma gli stupidi sono legione.

comicità allo stato puro, da non perdere assolutamente.

vogliatevi bene, cercatelo e guardatevelo, senza dimenticare di ridere, è tempo guadagnato - Ismaele

 

 

 

John Cleese dai Monty Python alla sitcom

Ormai quasi quindici anni fa, nel 2000, il British Film Institute ha stilato una classifica dei 100 programmi televisivi britannici migliori di sempre, e al primo posto assoluto figurava Fawlty Towers, la sitcom con la quale, cronologicamente, abbiamo deciso di aprire la nostra cinquina.

Un onore raro, se si pensa anche che la serie è composta in tutto da appena dodici episodi da circa 30 minuti l’uno, pochissimi rispetto agli standard dei telefilm attuali.

I motivi di un così clamoroso successo di critica sono molti: in primo luogo la sceneggiatura, che ha in un certo senso stabilito gli standard della moderna sitcom presentando una famiglia disfunzionale che avrebbe poi influenzato, a detta degli stessi autori, anche molte serie americane a partire da Cin cin.

In secondo luogo, la presenza di John Cleese, appena uscito dai fasti del Monty Python’s Flying Circus (trasmesso fino al 1974, un anno prima del lancio di Fawlty Towers) e creatore e protagonista della serie assieme all’allora moglie Connie Booth.

Infine, quel senso dell’assurdo tipico dei Monty Python che viene qui per una volta applicato a un format più tradizionale come quello della serie TV, con esiti travolgenti anche se non sempre facili da digerire al primo impatto (non a caso, le recensioni del primo episodio, nel ’75, furono tremende, ma poi cambiarono completamente con la fine della prima stagione).

In Italia solo con trent’anni di ritardo

Trasmessa dalla BBC in due annate (sei episodi proprio nel 1975 e altri sei quattro anni dopo, nel 1979, quando Cleese e la Booth avevano tra l’altro già divorziato), la serie è arrivata anche in Italia – con colpevole ritardo – nel 2007 grazie al canale satellitare Jimmy.

Personaggi principali erano l’albergatore Basil Fawlty e sua moglie Sybil, sempre impegnati il primo a tentare di migliorare il proprio hotel e il proprio status sociale e la seconda a sistemare i guai provocati dal marito.

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In Inghilterra è una serie famosissima che ha superato in ascolti persino il Flying Circus. All'hotel del titolo Cleese (in reception) e sua moglie (co-proprietaria) finiscono con l'acqua alla gola in ogni puntata. Tra il factotum spagnolo Manuel (impagabile, non spiaccica una parola in inglese!) e clienti a cui capita di tutto è quasi impossibile riuscire a stare un attimo tranquilli. Cleese costantemente in sovreccitazione è uno spettacolo senza eguali. Meno geniale rispetto al Circus dei Python e molto più statico, ma come sit-com è semplicemente strepitosa!

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Nello stesso anno, iniziava quella che fu definita, da un gruppo di critici della rivista Radio Times, la migliore sit-com inglese di sempre: Fawlty Towers, ideata e interpretata dal “Monty Python” John Cleese e dalla moglie di allora Connie Booth. La serie era ambientata a Fawlty Towers, un hotel immaginario nella località balneare di Torquay, sulla riviera inglese. Gli episodi vedevano l’arrogante, scortese e nevrastenico proprietario Basil Fawlty (Cleese), insieme alla prepotente moglie Sybil (Prunella Scales), la giudiziosa cameriera Polly (Booth) e l’inetto cameriere spagnolo Manuel (Andrew Sachs) alle prese con situazioni farsesche nel tentativo di gestire al meglio l’hotel e i suoi ospiti spesso esigenti ed eccentrici. La comicità era di grana grossa, spesso slapstick. S’insultavano Indiani, Spagnoli, donne, omosessuali (nel personaggio del cuoco “ovviamente” greco), i Tedeschi e, in generale, tutti quelli che, nelle ristrette vedute del protagonista Basil, lo innervosivano o complicavano la vita. L’intolleranza era parte del personaggio che si permetteva anche di malmenare senza sosta il malcapitato cameriere spagnolo. Non esisteva il concetto di “politically correct”. Faceva ridere e basta. Nessuno si sentiva offeso. L’episodio “The Germans”, col suo famoso “Don’t mention the war! ” era considerato, dal popolo alemanno, il più divertente…

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L’insulto in questione, che nello specifico era la parola niggers (negri, ndSA) associata a degli sportivi, veniva pronunciato dal Maggiore Gowen (Ballard Berkeley), un vecchio soldato con una visione antiquata del mondo.

La decisione da parte dell’emittente di rimuovere la puntata, però, non trova d’accordo l’attore e ideatore della serie, John Cleese, noto per essere uno dei membri dello storico gruppo comico britannico Monty Python, che ha definito «stupido» chi l’ha presa. «Se metti delle parole cretine in bocca a qualcuno di cui vuoi prenderti gioco, non stai veicolando il suo messaggio, lo stai solo prendendo in giro – ha spiegato Cleese in una nota riportata da Sky News – Il Maggiore era un vecchio fossile, un rimasuglio di epoche precedenti, non stavamo dandogli ragione ma lo stavamo prendendo per i fondelli. Se non capiscono questo, se la gente è troppo stupida per afferare il concetto, cosa posso farci?», si è chiesto l’attore riferendosi ai dirigenti che hanno deciso la cancellazione dell’episodio. «È ammirabile che si cerchi di rendere la nostra società meno discriminatoria – ha aggiunto l’attore – ma ci sono persone alla BBC che vogliono solo restare attaccate alla loro poltrona. Se un po’ di gente si agita, loro preferiscono tranquillizzarla piuttosto che puntare i piedi come avrebbero fatto 30 o 40 anni fa»…

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