due vecchietti testardi si odiano e si amano, non si sopportano, e un giorno devono ritrovarsi per fare un pezzo in ticordo del vaudeville (avevano lavorato insieme per 43 anni).
gag su gag strepitose, attori di serie A, sceneggiatura perfetta, un piccolo gioiellino da non perdere.
buona (vaudevillesca) visione - Ismaele
Cane (Matthau) e gatto (Burns) in una commedia divertente grazie
al loro odio reciproco, che dà vita a gag esilaranti (discutono un'ora su una
battuta da dire. Burns vuole "Prego si accomodi", mentre Matthau
preferisce "Entri". Finirà in semi rissa con coltello). In disaccordo
su tutto, sono costretti a riesibirsi in un pezzo comico che li aveva resi
famosi molti anni addietro. Ma ora sono bacucchi, un po' inaciditi (soprattutto
Matthau) e testardi all'ennesima potenza. Burns sembra più la vittima, ma anche
lui ci marcia. Notevole.
Visto alcuni anni fa mi aveva piuttosto deluso. Rivisto ieri
devo ammettere che non è affatto inferiore ai film della coppia Lemmon-Matthau.
Il posto di Lemmon è assegnato al più contenuto e placido Burns. Siamo sempre
sulla scia della strana coppia, ovvero una coppia di personaggi opposti
caratterialmente che, come prevedibile, finiscono per scontrarsi. Matthau è una
forza della natura, cinico, gioca come al solito sulla logica delle battute e
ciò gli permette un umorismo sottile, intelligente, ragionato che non si coglie
immediatamente.
…La commedia fu scritta da Neil
Simon nel 1972 e la sua trasposizione cinematografica, talvolta, risente
abbastanza di questo impianto teatrale. Herbert Ross veniva da alcune commedie
di successo (Il gufo e la gattina e Provaci ancora, Sam),
ma qui sceglie un basso profillo conscio del ruolo funzionale ad una
messinscena votata all’esaltazione dei battute fulminanti e duetti strepitosi.
È certamente un
veicolo per i due protagonisti, specialmente per lo straripante Walter
Mathhau – all’epoca cinquantacinquenne, recita un personaggio che fa l’attore
da cinquantasette anni! – lasciato a briglie sciolte, ma anche per il delizioso
e umile settantottenne George Burns, che guadagnò un Oscar come non
protagonista (non protagonista?!) e ha vissuto dopo questo film una seconda
giovinezza. A suo modo trascinante, ma anche sottilmente acido e malinconico.
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