domenica 17 luglio 2022

Another earth – Mike Cahill

opera prima di Mike Cahill, e che opera prima!

citazioni di altri film importanti, perchè capiamo che non è un giochetto da niente.

Brit Marling e William Mapother sono bravissimo, a interpretare il dolore e la volontà di superarlo.

è un film filosofico e di fantascienza, un pianeta come il nostro, gemelo in tutto e per tutto, appare, e niente sarà come prima.

gran film, che non ti dimentichi.

buona (gemella) visione - Ismaele

 

 

 

Io continuo ancora a domandarmi quali aberranti (il)logiche regolino i nostri canali distributivi per quanto riguarda i film da mandare nelle sale cinematografiche. E, siccome pare che l'intelligenza di una pellicola non sia requisito fondamentale ma un semplice optional (che se non c'è è pure meglio), non dovrei continuarmi ad indignare per pellicole di valore che escono nei nostri cinema solo nominalmente, perchè in realtà sono uscite virtuali. E io invece ogni volta mi indigno.

E' il caso di questa piccola produzione statunitense, Another Earth, che sotto la patina della fantascienza distopica ( e quella Terra-Due  che diventa sempre più grande in un cielo sempre più piccolo che la trattiene a stento, conferisce alla pellicola un aspetto molto melancholico, anche se bisogna sottolineare che il film di Von Trier è posteriore a questo) racconta una storia d'amore, di elaborazione del lutto e di senso di colpa che, ineluttabile,  avvolge tutto.

E' placido, silenzioso eppure ti entra subito dentro questo film dall'aspetto sundancesco . L'evidente economia di mezzi con cui è stato realizzato  evidenzia ancora di più la sostanza del dolore lancinante che , come una morsa, stritola i cuori dei due protagonisti…

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Film “povero”, teso al realismo secondo un’idea di messa in scena molto scarna ma comunque ben curata, ha il notevole merito di tratteggiare con sincerità lo spaesamento di anime ferite, di persone che gli eventi hanno relegato ai margini della società. Nell’approcciarsi ad “Another Earth” dunque non si deve cercare la novità, quanto piuttosto la capacità di introspezione psicologica e la ricerca di poesia. Sotto questo punto di vista le musiche intimiste del gruppo newyorkese Fall On Your Sword aiutano moltissimo il progetto. Una parte considerevole della riuscita del film è anche dovuta alla bella prova dei due protagonisti, la pressoché sconosciuta Brit Marling e il caratterista William Mapother (per chi non lo sapesse, quest’ultimo è un cugino di Tom Cruise): la compostezza dolorosa delle loro interpretazioni permette di entrare in sintonia con i rispettivi personaggi, delineati con pudore e insieme profondità…

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Il pensiero dell’altra Terra onnipresente nel cielo ma che pare sia ignorata da tutti tranne che dalla protagonista, non è altro che la proiezione del desiderio di riscatto e di ricerca del perdono che anima tutto il film. E la scomparsa dal cielo del nuovo pianeta non turba l’equilibrio di un racconto equilibrato e senza forzature.

Impeccabile la giovane protagonista, che utilizza la sua fragilità fisica per accentuare, senza mai andare oltre il limite, l’atmosfera di attesa di qualcosa che accadrà che pervade tutta la pellicola

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Another Earth si rivela essere estremamente delicato, essenziale e sospeso in un’atmosfera impalpabile. La bella protagonista, anche co-sceneggiatrice insieme al regista, cammina in questa desolata cittadina, cercando di controllare e far zittire il suo senso di colpa che non le da tregua. Ci prova con il confronto con la sua vittima, ma anche lui appare inconsolabile. La colpa e la redenzione dunque, un argomento che non smette mai di risultare affascinante, specie se trattato con la delicatezza che ha dimostrato di avere Cahill. Straordinaria l’interpretazione del caratterista William Mapother nel dolente ruolo di un uomo distrutto dalla tragicità della sua vita, e proprio lui, insieme alla Marling, sono i principali fautori della buona riuscita del film.

Anche la colonna sonora, del gruppo newyorkese Fall On Your Sword, aiutano a costruire l’atmosfera tesa di un’anima sempre in attesa di qualcosa o qualcuno che riesca a sollevarla dalla tremenda morsa della colpa. La scenografia è scarna, la fotografia sgranata, tutto intorno ai protagonisti appare rarefatto come per convogliare l’attenzione solo su di loro e sulla loro vicenda, e in secondo piano su questo pianeta che condiziona gli animi e che si rivelerà la soluzione alla sofferenza, alla solitudine e all’alienazione a cui condanna un mondo ingiusto.

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Another Earth è un film che si trova al punto d’incontro fra scienza e filosofia e che contiente tante cose insieme. Ѐ un film di atmosfera che ti cattura da subito, dalla prima inquadratura, che ti pone di fronte a personaggi complessi, a domande assolute. Un film sul perdono e su quello che pensiamo di noi stessi e dei nostri errori. Una sinfonia musicale in cui la prima parte del lutto disperato e introiettato è il momento solitario della composizione, mentre la seconda dell'esecuzione in pubblico di quanto creato dentro di noi. L’utilizzo delle musiche è molto efficace, così come una regia umana, ma rigorosa. Ma sorprendente è la performance della protagonista, Brit Marling, davvero convincente mentre Mike Cahill ha diretto con maestria e ritmo questo viaggio dentro noi stessi che l'arrivo di una seconda Terra in cielo ci fa compiere.

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Figlio del Sundance di cui incarna in pieno i tratti, Another Earth si innesta in quel flusso cinematografico orgogliosamente indie e low budget che rinnova il genere drammatico innestandovi elementi nuovi (in questo caso la fantascienza) e finisce curiosamente per condividere alcuni tratti con un altro progetto sviluppato in luoghi e modi diversi, l'apocalittico Melancholia di Lars von Trier. Entrambe le pellicole sono figlie di un sentire comune legato all'instabilità della nostra epoca e capitalizzano un sentimento collettivo rendendolo unico e personale attraverso il filtro dell'arte. Il film di Cahill, meno visionario e più concreto della maestosa opera di von Trier, rappresenta una piacevole sorpresa nel panorama cinematografico attuale contribuendo a lanciare la carriera dei suoi interpreti, soprattutto dell'intensa Marling, e dello stesso regista. Un film da vedere per il gusto di riscoprire un cinema adulto, non banale, capace di sollevare interrogativi sulla natura delle cose e sul senso della nostra esistenza.

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