venerdì 8 luglio 2022

Le strade del male – Antonio Campos

Antonio Campos gira un film "normale", dopo Christine e Simon killer, una storia vista più volte nel cinema Usa, una religiosità tossica che non sparisce mai.

bambini e ragazze ne fanno le spese, e crescono disadattati e infelici.

il film inquieta, ci sono sempre dei manipolatori che sfruttano e uccidono gli altri, il Male è sempre in ottima salute.

buona (maligna) visione - Ismaele

 



 

 

El diablo a todas horas (The Devil All the Time) es una adaptación satisfactoria de una novela que critica con ferocidad la fe desmesurada en ídolos de barro. Muestra la dualidad del ser humano, con sus luces y sus sombras, las cuales muchas veces se confunden bajo las falsas apariencias. Es una película intensa y no siempre fácil, que hará las delicias de los buscadores de tesoros en el noir contemporáneo más radical y violento. Sus imágenes te dejarán poso.

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Storia di depravazione e miseria che si riduce ad esasperazione della violenza ed ossessione religiosa a causa di un ritmo gravoso e di un intreccio privo di attrattività, Le strade del male cade nella costruzione del racconto e della sua visione d'insieme, incapace di trasporre sullo schermo le sottotrame stratificate e le inquiete sfumature del romanzo di Donald Ray Pollock e di proporre villain che non siano detestabili, monocorde, dimenticabili e da dimenticare.

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Campos usa i personaggi, diversi anche nel loro modo di intendere cosa sia e cosa voglia dire Dio, per indagare su quali siano le ragioni che si celano dietro le azioni legate alla fede; una fede spesso malsana, che ha presa facile sulla società, poiché in assenza di altro è l’unico appiglio alla speranza per persone che vivono in comunità minuscole ove le prospettive sono scarse. È un’idea di speranza che esiste solo ai margini e che viene smorzata prima ancora di immaginarla dalla stessa narrazione extradiegetica di Donal Ray Pollock. Si scopre così un credo ipocrita e opportunistico, racchiuso in un do ut des (o, in senso più megalomane, con l’uomo che si sente direttamente Dio o suo discepolo, in modo da giustificare le sue azioni più brutali) e in un credo ingenuo, legato in particolare all’ambiente povero e arretrato in cui si cresce.
Pur trovando analogie con le ambientazioni dei fratelli Coen e nella prevaricazione della violenza inarrestabile che governa il mondo insita in 
Non è un paese per vecchi, in cui solo i più forti – o folli – possono sopravvivere, e pur condividendo lo stesso carattere pulp, in Le strade del male permea una concezione ancora più dolorosa.
Questo tipo di indagine non è nuova, e le sue tematiche sono già state affrontate; ma in questo epos, in cui confluiscono storie di guerra, omicidi, suicidi, predicatori dalla dubbia moralità (un talentuoso Robert Pattinson), credenti ipocriti e squilibrati, l’esagerazione degli eventi è motivata, spiegata attraverso il messaggio che più è difficile digerire: il male esiste tutto il tempo e viene tramandato dall’umanità di generazione in generazione, si insinua nei figli che, inermi, vedono il propagarsi continuo della violenza.
Il regista non porta in scena l’estetizzazione della violenza, non ne racconta il fascino, ma solamente la sua infima natura.

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Le Strade del Male è un film duro che racconta le storie che ruotano attorno a due cittadine sperdute fra Ohio e Virginia. Antonio Campos dirige senza fronzoli, e con una visione abbastanza fedele, questo dramma ispirato al romanzo di Donald Ray Pollock, ricalcando uno stile narrativo già visto in altre pellicole del genere, riuscendo però allo stesso tempo a distinguersi dalla massa. Quello che ne scaturisce è uno spaccato pressoché perfetto del lato oscuro degli Stati Uniti. Vizi e ben poche virtù degli americani vengono messi a nudo. Una società fatta di menzogne, di falsi dei, di prepotenza e di follia omicida scaturita dal più accecato e malsano fanatismo religioso.

Nonostante i tanti i richiami ad autori più noti, ciò che più resta del film è quell’angoscia e quel senso di impotenza che si poteva percepire alla fine di American Pastoral. Scomodo fino all’osso, Le Strade del Male, celebra il disfattismo e la decadenza di uno stile di vita corrotto andando ad aprire e chiudere un cerchio dalla Seconda Guerra Mondiale alla guerra del Vietnam

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Los puntos más altos de The Devil All The Time tienen que ver con la ambientación, la construcción de un universo apesadumbrado entre rutas y pueblitos, baladas, música de cuerdas y hillbillies. Filmada en 35 milímetros, en material físico, la película se ve bellísima y su banda de sonido es formidable. Claro que todos estos recursos están puestos en función de una narración que, por momentos, se satura de depravación, violencia y sordidez. En ello no hay errores sino una búsqueda intencional que va de las páginas de Pollock a las imágenes que dispone Campos.

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El Diablo a Todas Horas es un relato irregular en cuanto a manejo de las subtramas y su enfoque narrativo. Por momentos parece que no sabe bien qué camino tomar, pero cuando lo logra es implacable y seductor. Una película con un elenco increíble y con la visión de un director que parece haber recobrado su rumbo tras un breve paso por la pantalla chica (dirigiendo capítulos de The Sinner y The Punisher). Una propuesta diferente y magnética desde lo visual, lo sonoro y lo profundo de sus tan diversas temáticas.

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Il giovane protagonista della storia si lascia trasportare dagli eventi senza trovare mai una ragione per fare ciò che sceglie di fare, facendolo solo "perché deve farlo", un atteggiamento permea tutto Le Strade del Male e i suoi personaggi principali che agiscono spinti da motivazioni ignote. 

Personaggi che sono cattivi, sporchi, immorali e perduti, ma che ci vengono spesso mostrati in maniera troppo indulgente, senza mai colpevolizzarli e senza nemmeno provare a raccontarci i motivi che li spingono a fare ciò che fanno. 

Le Strade del Male diventa quindi una sequela di molli avvenimenti nell'attesa del lampo di violenza e di sangue, che appare però come un tentativo di scioccare più che di narrare qualcosa.

Le guerre e le cicatrici che lasciano dentro, le convinzioni religiose che diventano fanatismo da una parte e nascondiglio dall'altra, i valori trasmessi da genitori inadatti, le forze dell'ordine che si mescolano con la politica e con il crimine: nel film di Campos appaiono tante cose che ci si aspetta possano diventare l'humus nel quale far muovere i personaggi, ma non succede mai perché ogni argomento viene lanciato nel vuoto e abbandonato sullo sfondo. 

La profonda provincia degli Stati Uniti anni '60 che mescola fede, sangue, sesso e corruzione resta solo in superficie in un film che insiste in ognuno di questi macrotemi in maniera pornografica, mostrando, mostrando e ancora mostrando senza però scavare mai più profondamente di una buchetta dove nascondere qualche osso, e mi ha dato dunque la triste sensazione di un'occasione persa.

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