anche la seconda stagione di Black Mirror non delude, tre episodi da non perdere.
Orso Bianco è il titolo del secondo episodio ed è il più inquietante, se possiamo fare una classifica.
Charlie Brooker, che ha ideato tutti gli episodi della serie è proprio bravo.
se non avete ancora visto i tre episodi non sarò certo io ad impedirvelo.
buona (futuristica?) visione - Ismaele
Return to me - Owen Harris
E' Torna da me ad
aprire le danze della seconda stagione. In questo primo episodio Martha e Ash
sono una giovane coppia di innamorati che vive in una casa isolata in campagna.
Lui è drogato di social network mentre la compagna è una moderna pittrice
digitale. Proprio durante un appuntamento al quale la ragazza non ha potuto
partecipare a causa del suo lavoro, il fidanzato perde la vita in un'incidente
d'auto. Distrutta dal dolore, nonché scopertasi incinta, Martha viene iscritta
da una cara amica a un innovativo servizio che permette di chattare con
versioni computerizzate delle persone scomparse, basando il background
culturale e/o caratteriale sugli interventi ripresi da internet. Dapprima
titubante Martha si fa presto coinvolgere nei passaggi successivi, che le danno
anche la possibilità di dialogare al telefono con una voce "identica"
a quella di Ash e inoltre un ulteriore, costosissimo, grado di evoluzione ben
più drastico. Sembra, con le dovute distinzioni e diversi accorgimenti in fase
di narrazione, di assistere ad un mix tra due recenti film di fantascienza
umanistica degli ultimi anni: stiamo parlando di Womb e del giustamente osannato Her. Sotto la regia di Owen
Harris i cinquanta minuti di visione scorrono con una certa,
dolorosa e trattenuta, inquetudine che con costanza ci trascina infine fino
all'emblematico epilogo. Pemane forte la critica sia allo sviluppo tecnologico
sempre più vicino alle capacità di creare surrogati di umanità, sia a un vuoto
morale che trasforma l'eleborazione e la catarsi del lutto in una scappatoia di
semplice e disumanizzante terrore della solitudine. Ottimi sia la Hailey Atwell di Capitan America che il Domnhall Gleeson di Ex Machina, in un ruolo quasi invertito rispetto a
quello del film diretto da Alex Garland.
Run for your life - Carl Tibbetts
L'etichetta di puntata più estrema di
questa seconda stagione spetta sicuramente alla numero 2, intitolata Orso Bianco. In questi quaranta minuti, diretti
da Carl Tibbetts, Victoria si risveglia completamente
priva di memoria. In giro nella casa dove si trova rinviene la foto di una
bambina, che pensa essere sua figlia. Uscita dalle quattro mura scopre però che
tutte le altre persone sembrano ignorare la sua richiesta di aiuto,
riprendendola inoltre con i telefonini. La donna, spaventata e scossa dagli
sporadici flashback che la assalgono, viene aggredita da un uomo mascherato e
armato di fucile; trovato rifugio in un centro commerciale, riceve l'aiuto di
Jem, una ragazza in fuga come lei. La giovane rivela a Victoria l'atroce
verità: la maggior parte della popolazione è stata vittima di un virus, diffuso
sui dispositivi elettronici, ed è diventata totalmente drogata dalla compulsiva
mania di riprendere tutto e tutti. In questo nuovo mondo anestetizzato la
frangia di gente più violenta si è ritagliata il ruolo di spietati assassini, a
caccia di coloro che non hanno subito il contagio. Con l'aiuto di Victoria, Jem
ha intenzione di distruggere il trasmettitore Orso Bianco, dal quale provengono
gli strani segnali destabilizzanti.
Feroce attacco al mondo dei reality show, questo secondo episodio spicca per
una brutalità secca e senza sconti che si rivela infine in un cliffhanger
straziante, arrivando al contempo a criticare con forza la pena di morte e le
torture sui prigionieri. Con un colpo di scena originale, capace di spiazzare
con una notevole dose di imprevedibilità, i momenti di cieca violenza etica e
morale fanno ancor più paura del dolore fisico, offrendo una sorta di versione
riveduta e corretta in chiave pseudo fantastica / sociale dell'action-movie
cult di John Woo intitolato Senza tregua.
Election - Bryn Higgins
Ancora la politica, come nell'esordio
della prima stagione, torna ad essere protagonista nel terzo e conclusivo
episodio della seconda. In Vota Waldo Jamie
Salter è un comico fallito che presta la voce e le movenze (attraverso un
avanzato sistema di motion capture) a Waldo, un cartone animato dalle fattezze
di un orso blu irriverente e volgare. La creatura digitale pone domande a
politici in vista delle imminenti elezioni e proprio durante l'intervista con
il candidato favorito, i produttori del programma si accorgono dell'influenza
che Waldo potrebbe avere sul pubblico. Incredibilmente l'orsetto viene
candidato alle successive elezioni, mentre Jamie inizia una relazione con una
delle altre candidate alla poltrona. Ma gestire sia la vita privata che la sua
incarnazione animata diventa ben presto un problema per l'uomo, che si troverà
dinanzi ad un bivio morale proprio quando Waldo nei sondaggi viene dato per
possibile vincitore.
Lo hanno addirittura paragonato ad un'involontaria parodia della situazione
italiana contemporanea, nella lotta tra i vecchi politicanti e l'anti-politica,
ma senza entrare in diatribe sull'argomento, bisogna dire che questa terza
puntata affonda bene i suoi colpi con una millimetrica precisione, trovando
nell'uso sempre maggiore di internet, smartphone e tablet il suo spunto di
critica verso la realtà che ci circonda: proprio su questi mezzi si diffonde
infatti viralmente il successo di un personaggio inventato, creato ad hoc per
attirare le simpatie di grandi e piccini e conquistare tramite il marketing
sempre maggiori fonti di guadagno. Laddove colpisce dal punto di vista sociale
però dal punto di vista emotivo / empatico la puntata si rivela forse la più
debole del trittico, colpa anche di caratterizzazioni appena accennate dei
personaggi umani, banalizzate in favore di quella di Waldo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Episodi_di_Black_Mirror
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