lunedì 17 agosto 2020

Tu e io (Ty i ya) - Larisa Shepitko

i pochi film di Larisa Shepitko sono fra il grandissimo e l'immenso. 

una storia di amore, di scienza e di scienziati (quando ci sono cani e scienziati penso a Pavlov, è più forte di me, scusate), di viaggi e comunismo,  di fughe e ritrovamenti, di indagini e tradimenti.

bravissimi attori, lasciatevi prendere per mano da Larisa, Tu e io è solo un film grandissimo, non vi pentirete mai del tempo dedicato a un suo film, promesso - Ismaele


 

 

 

 

 

Un capolavoro. Con questo film la compianta Larisa Shepitko lascia una preziosa eredità al Cinema, che non ha nulla da invidiare al miglior filone intimistico ed esistenzialista europeo. La regista si cala con stile personalissimo sui drammi delle persone, in questo caso di due medici e di una donna, alle prese con la proprio coscienza e le proprie responsabilità a cui devono rendere conto; personaggi a disagio nel sistema burocratico russo, attraverso un viaggio (sia fisico che spirituale) che avvolge e coinvolge. Il film è avvolto da una originale spontaneità e da una poetica ammaliante, ed è sospeso in un emozionante equilibrio di drammi esistenziale personali e collettivi, il tutto avvolto da una lieve e raffinata ironia di commedia. Larisa Sepitko ci rende in modo personalissimo il dramma dell alienazione di persone costrette negli apparati, malinconicamente rinchiusi nei loro ruoli, in contrapposizione all'anelita ricerca individuale di mettersi liberamente in gioco e donarsi agli altri, ai bisogni del prossimo, come beneficio al mondo e a se stesso. L'intensità dei volti non ha nulla da invidiare al maestro Bergman (osservare in proposito l'inquadratura finale del volto della ragazza) e a tratti il film è attraversato da flash che ricordano il miglior Fellini, vere e proprie scene con un'aurea di sogno (riportato nel ricordo, soprattutto) che rimandano al maestro del sogno, come con la scena nel circo e ancor più con quella finale, coi due medici che un tempo curavano i cani..passaggi di questo tipo sono rarità di bellezza pura, imperdibili. Ma tutto il film è grandioso, giocato su una sensibilità straordinaria nei personaggi, nei loro incontri e nei loro addii, e gli sguardi e gli approcci sono di una eloquenza sentimentale tale, di una passione e compassione impressionante...la Shepitko arriva al cuore dello spettatore pure attraverso alcune battute memorabili, ma soprattutto con la capacità di dar vità ad emozioni con semplici ma intensi sguardi dei suoi attori, anche non protagonisti. Un film in cui nessun fotogramma è fuori luogo, anche se i viaggi possono parere convulsi (non è sempre lineare la prosecuzione della trama); un film che parla al cuore dello spettatore, con l'empatia di chi cerca di comprendere e non giudicare i propri simili.

da qui

 

Una crisi che piomba come un fulmine sulla testa del chirurgo russo Piotr, un senso di randagismo umano che sa di strade perdute, di smarrimento, di disequilibrio. Sono queste le alienanti cause che scatenano la fuga in Siberia del dottore, alla ricerca del vero senso della vita e lontano da quel mondo borghese, fatto di ambasciate e potere, in cui era collocato. E, arrivato lì, l'incontro e il salvataggio di una suicida che darà finalmente uno scossone a una vita che sembrava addormentata da lungo tempo. Tu e io è il penultimo film della regista ucraina Larisa Shepitko (morirà in un incidente stradale il 2 giugno del 1979). Intimista, profonda e attenta allo studio dei personaggi che animano la pellicola, l'autrice riesce a descrivere adeguatamente tutti quei meccanismi umani (contraddizioni comprese) che spingono un individuo a tentare di ricominciare a vivere, con un risultato che è ottimo, oltre che moralmente apprezzabile.

da qui

 

…more importantly, I didn’t get any closure – save for the 1st scene, the film consists of 2 storylines that don’t really crosscut with each other but rather develop independently, and I would’ve appreciated some kind of continuity link in the finale. Also, it’s very unclear what were the experimental treatments they performed on dogs back in the days, and what happened to the dog that survived – not that it’s very important for the plot, but still.

All in all, it’s a decent drama that seems to be unfairly forgotten. It definitely has an advantage not many soviet movies can boast with: there is not a hint of ideology there, it’s a plain human tragedy, unspoiled and undiluted, and it should be celebrated more as such.

da qui

 

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