una commedia degli equivoci, tutta in poche ore, una follia perfettamente costruita, nei tempi e nei personaggi, con Louis de Funès al meglio, scatenato per far ridere tutti.
se non vi fa divertire questo film avete un problema, sicuro - Ismaele
Che risate ragazzi! Era un pezzo che non ridevo così, cioè
fino alle lacrime. E dire che dopo i primi minuti volevo spegnere perché lo
ritenevo un po' stracco, e forse lo era. Ma ho continuato, e che divertimento.
Subito dopo il film prende quota e ci si trova in un reticolo di inganni,
scambi di persona, scambi di valigia, colpi di scena dove tutti perseguono fini
diversi. Le cose però andranno nell'unico verso giusto. Molinaro non è un
maestro del cinema, ma qui, con l'aiuto di un'ottima sceneggiatura e di una
trama molto ben costruita, ci regala un'ora e mezza scarsa di risate a getto
continuo, con un De Funès che offre tutto il suo repertorio di smorfie e mosse
esagitate. Anzi, il film funziona anche perché al bravo attore fu dato un
copione degno di questo nome, e non un canovaccio vago e pasticciato come
altrove. L'idea delle tre valigie che continuano a scambiarsi contro i piani di
tutti è proprio geniale, come pure si ride ogni volta di più, fino a cadere
dalla sedia, quando viene estratto dalla valigia sempre il reggiseno della
cameriera. Il protagonista lavora anche qui con quell'attrice (come si chiama?)
che spesso faceva sua moglie. Finale scoppiettante, come nelle comiche di una
volta. Perché non si può anche oggi divertirsi con film innocenti, ben
costruiti, non volgari, ben interpretati? E perché trasmetterli sempre in orari
in cui non li guarda nessuno?
…Véritable typhon humain, il emporte tout sur son
passage. Les autres comédiens sont portés et emportés d’ailleurs par ce
personnage de dessin-animé, sorte d’incarnation humaine du diable de Tasmanie -
version Looney Tunes bien sûr - qui court, gesticule, saute, crie, et pique une
crise monumentale devant les yeux hallucinés de sa famille. Il faut dire que
Fufu transcende la mécanique déjà bien huilée de Claude Magnier et s’en sert
comme une véritable rampe de lancement pour le propulser au firmament des
icônes du cinéma français. Il est extraordinaire dans Oscar.
De son côté, Molinaro parvient à restituer le rythme trépident de la pièce
originale en tournant d’une part dans l’ordre chronologique, mais aussi en
jouant habilement avec le cadre et le montage frénétique pour éviter la
sensation de théâtre filmé…
…les
rebondissements incessants maintiennent l’intérêt du spectateur et la star
comique nous gratifie d’une crise d’hystérie particulièrement mémorable,
peut-être la plus grande de sa carrière, fondée sur une pantomime géniale.
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