tratto dalle memorie di Yanis Varoufakis, il film racconta i mesi della crisi europea, quando il transatlantico Europa affondò la barchetta Grecia. era un caso minore, per un valore quantitativamente piccolo rispetto al bilancio dell'Unione Europea, ma doveva servire d'esempio per gli altri (i PIGS, per esempio).
fu una partita a scacchi, in cui la Grecia era un pedone, e si sa che un pedone da solo non vincerà mai.
Varoufakis e Tsipras ci hanno provato, e le poche vittorie sono state solo quelle del coraggio e della simpatia, ma le regole del gioco e i potenti volevano il sacrificio della vittima rituale, e così fu.
la grandezza del film sta nel mostrare uno dei motori dei rapporti fra stati, e persone, i rapporti di forza, nudi e crudi, e il contorno di piccole e grandi inganni e vigliaccherie.
beate le nazioni che non hanno bisogno di vittime sacrificali.
ci sono almeno due motivi per non perdere il film, il primo che è di Costa-Gavras, che non delude mai, il secondo è che una visione dei meccanismi del potere così chiara e forte è difficile vederla al cinema.
se è cinema politico lo capirete da soli - Ismaele
Gli adulti nella stanza dovrebbero essere i capi di stato
dell’Unione Europea e le sue autorità economiche e politiche, che si riuniscono
per affrontare il caso della crisi greca. Ma adulti non sembrano proprio, sembrano
piuttosto bambini capricciosi che rifiutano qualsiasi dialogo anche di fronte
ad un collasso sociale.
Il regista Costa-Gravas assume il punto di vista
di Yanis Varoufakis dal cui diario costruisce l’intreccio. Ne esalta la
fermezza, ma anche le capacità retoriche, la tenacia con cui cerca di
rispettare il proprio mandato, mentre gli altri sembrano a tratti macchiette
chiuse a ogni confronto. Al di là di ogni considerazione politica, il film
appare come la lotta di un uomo per la civiltà contro le sovrastrutture
politiche che paiono indifferenti alle sue istanze…
…Costa-Gavras ha realizzato un film molto interessante e fortemente
aperto al dibattito partendo dal pensiero economico del ministro greco per
enunciare il fallimento dell'Europa tecnocrate e arroccata sulle richieste,
sovente irrealizzabili, dei paesi più forti. Risulta palese, in particolare,
l'ostilità dimostrata nei confronti del ministro tedesco Wolfgang Schäuble
incapace di smuoversi dalle più intransigenti posizioni filo germaniche. Dal
punto di vista ideologico il film si mantiene sulle posizioni dell'ex ministro
delle finanze a dimostrare la mancanza di apertura della Troika verso le
necessità della Grecia. A contrario non si fa parola delle ampie responsabilità
politiche dei governi greci che portarono il paese al crack finanziario non
curandosi dell'endemica evasione fiscale e adoperandosi, piuttosto, a
falsificare i bilanci per nascondere le proprie inadempienze ed entrare
comunque nell'area Euro. Simpatizzare con la popolazione ridotta ad un fascio
di nervi è doveroso quanto recitare un profondo mea culpa per anni di
scellerato mal governo.
La questione del debito sovrano ha occupato le pagine dei giornali
per anni mentre la faccenda, tutt'altro che risolta, sembra non interessare più
al giorni d'oggi. Forse per questo motivo Gavras, al suo primo film girato in
Grecia, ha recuperato questo periodo storico per ricordare che gli accordi
firmati da Tsipras e l'unione hanno pesato fortemente sulle spalle del
cittadino, colpendo in particolar modo le classi meno abbienti ed il lavoratori
statali che si sono visti dimezzare gli stipendi. Gavras, tuttavia, ha scelto
la rappresentazione dei fatti secondo il punto di vista privilegiato ed interno
della politica anziché quello del cittadino con ciò perdendo quel carattere
rivoluzionario, benché slegato dalle ideologie partitiche, tipico del cinema
sulle masse...
…Adults
in the Room è un’opera densa e ricca di sfumature in continuo
movimento, in cui la tangibilità dei personaggi e il susseguirsi degli eventi
arricchisce l’apprendimento. Se dunque l’intento divulgativo è palese, la
dimensione rarefatta delle immagini e la freddezza degli ambienti istituzionali
restituiscono un chiaroscuro che tende al metafisico. Le brevi incursioni
allegoriche risultano quasi del tutto scisse dalla narrazione principale, ma si
integrano a livello ideale con il tono utilizzato durante tutto il film e ne
arricchiscono il valore espressivo. Ciò che ne esce è un film poco emozionante,
rivolto soprattutto a stimolare la dimensione cerebrale dello spettatore.
Basato sul libro
di Yanis Varoufakis “Adults in the room: my battle with Europe’s deep establishment”,
il film di Costa-Gavras descrive gli ultimi anni della crisi finanziaria greca,
protagoniste le decisioni prese da Yanis Varoufakis (Christos Loulis), a quel
tempo Ministro dell’economia. Il paese era sull’orlo della bancarotta e le sue
iniziative per salvarlo furono altamente conflittuali. In Europa le scelte
vennero stabilite a porte chiuse, secondo il duro principio dell’austerità ogni
nazione pensava a se stessa, gli esponenti dell’Eurogruppo si distinsero per spietata
rigidità e alla base della piramide sociale arrivò il conto più salato.
Costa-Gavras
racconta come, diventato premier Tsipras, il ministro dell’economia Yanis
Varoufakis iniziò a trattare con l’Eurogruppo per rendere meno amaro il
sacrificio dei greci e si trovò di fronte un’opposizione severa, sorretta dalle
ragioni dei più ricchi e potenti. L’eventualità di uscire dall’Europa fu
considerata alternativa iniqua e i leader ellenici fecero buon viso a cattivo
gioco, dando il via a un impoverimento che divenne per i più umili tragedia.
Con il sentimento di aver fatto promesse impossibili e aver lasciato soli
quelli che su di lui contavano, Yanis Varoufakis si dimise e Tsipras proseguì
la fatica in solitaria.
Il titolo si
ispira a una stoccata ai membri della trattativa, pronunciata da Christine
Lagarde, che allora dirigeva il Fondo Monetario Internazionale: “Servirebbero
degli adulti in questa stanza”. Si potrebbe sottintendere che le decisioni prese
non furono da uomini maturi. Tenuto fuori concorso, suppongo, non certo per
mancanza di maestria bensì per la scottante attualità il cui giudizio
definitivo è complesso e rischia di scatenare passioni faziose, “Adults in the
room” ha riscosso al Lido molto interesse perché tocca un aspetto coinvolgente
della contemporaneità.
La regia di
Costa-Gavras è impeccabile, il suo talento narrativo rende entusiasmante una
storia di burocrati, curata nei particolari e con attori somiglianti ai veri
leader politici.
A Venezia
Costa-Gavras è stato insignito del premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker,
dedicato a chi lascia nel cinema un’impronta indelebile.
…Stupisce però come Costa-Gavras riesca a dare parvenza
concreta a discorsi che non vengono mai spiegati didatticamente, ma in cui si
entra gradualmente e con sempre maggiore consapevolezza. Finché non ci si
ritrova seduti al tavolo dell’Eurogruppo insieme ai ministri di tutta Europa, a
lurkare – come si dice oggi in slang web – e capire sempre meglio come vanno i
fatti. La ricostruzione è sopraffina, e vive di svolte grottesche che sono
terribilmente reali, e fanno da specchio alle ambiguità e contraddizioni della
politica internazionale. Un film che tiene incollato alla sedia, come si suol
dire, diretto alla perfezione e con un cast di attori incredibilmente in forma
– compresa la Golino che recita in greco perfettamente a suo agio.
Spiritosissimo il finale. Forse troppo scomodo per un concorso, presentato
fuori concorso a Venezia 76.
…El
extraordinario Christos Loulis interpreta a Varoufakis y Alexandros Bourdoumis
a Tsipras, el primero manteniendo siempre su independencia y buscando una
salida que no reproduzca las mismas medidas autodestructivas de siempre y el
segundo en un principio apoyándolo en esa retahíla interminable de reuniones en
la sede de la Comisión Europea, en Bruselas, Bélgica, para a posteriori
terminar “tranzando” como prácticamente todos los mandatarios de nuestros días
y recayendo en nuevos ajustes internos, pagos regulares a los acreedores y el
viejo ardid de echar mano -para ello, para contrarrestar los pasivos- de fondos
públicos destinados a otros menesteres, exactamente igual que en el caso
argentino con respecto a la caja jubilatoria y la catarata de hipocresía y
mentiras que se suele desplegar para justificar semejante manotazo de ahogado,
de un ahogado bien sumiso y estúpido. Con su clásica precisión testimonial,
Costa-Gavras subraya vía palabras de Loulis el carácter de círculo vicioso de
las políticas neoliberales que insólitamente todavía aceptan casi todos los países
en crisis de nuestro planeta, empezando por deuda impagable que se contrae para
honrar deuda impagable, continuando por impuestos más altos y reducciones en la
inversión pública por parte del Estado, y terminando con un menor volumen de
ingresos en general por la recesión subsiguiente y con una mayor necesidad de
salvar las cuentas con más y más deuda impuesta por los buitres internacionales
del “déficit cero”…
…Costa-Gavras pour
témoigner de cette situation suit de près les confrontations politiques du
ministre grec face aux politiques d’austérité imposées par des instances
européennes dont les agissements n’ont rien de démocratique. Dans cette salle
de négociation qui n’a de négociation que le nom pour justifier le spectacle de
l’exercice démocratique des représentants européens, Costa-Gavras filme la
folie de l’irresponsabilité d’hommes qui se cachent derrière leur cravate pour
se complaire dans leur hypothétique légitimité. Si le film est une tragédie
dans la tradition originelle grecque, le cinéaste en fait aussi une farce pour
démontrer la dérision de la situation à l’instar des dirigeants déclenchant la
Troisième Guerre mondiale dans Dr Folamour de Stanley Kubrick.
Le déni de démocratie à l’œuvre est tellement violent que le cinéaste a choisi
de la tourner en dérision en faisant des hypothétiques représentants de la
démocratie européenne de bien tristes pantins cyniques.
La force du film
repose à la fois sur un scénario extrêmement documenté sur la réalité
historique et le choix courageux pour plus d’authenticité et d’honnêteté
intellectuelle de faire jouer aux acteurs la langue réelle de leurs
personnages, respectant ainsi le projet européen du film de questionner le sens
de la démocratie dans le monde actuel. Costa-Gavras témoigne avec ce film d’une
vitalité rafraîchissante dans sa mise en scène avec une direction d’acteurs
subtile d’authenticité. Un film politique comme il devrait en exister bien
d’autres encore pour comprendre la réalité géopolitique de l’Europe actuelle.
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