lunedì 10 agosto 2020

Adults in the Room - Costa-Gavras

tratto dalle memorie di Yanis Varoufakis, il film racconta i mesi della crisi europea, quando il transatlantico Europa affondò la barchetta Grecia. era un caso minore, per un valore quantitativamente piccolo rispetto al bilancio dell'Unione Europea, ma doveva servire d'esempio per gli altri (i PIGS, per esempio).

fu una partita a scacchi, in cui la Grecia era un pedone, e si sa che un pedone da solo non vincerà mai.

Varoufakis e Tsipras ci hanno provato, e le poche vittorie sono state solo quelle del coraggio e della simpatia, ma le regole del gioco e i potenti volevano il sacrificio della vittima rituale, e così fu.

la grandezza del film sta nel mostrare uno dei motori dei rapporti fra stati, e persone, i rapporti di forza, nudi e crudi, e il contorno di piccole e grandi inganni e vigliaccherie.

beate le nazioni che non hanno bisogno di vittime sacrificali.

ci sono almeno due motivi per non perdere il film, il primo che è di Costa-Gavras, che non delude mai, il secondo è che una visione dei meccanismi del potere così chiara e forte è difficile vederla al cinema.

se è cinema politico lo capirete da soli - Ismaele




 

 

 

 

Gli adulti nella stanza dovrebbero essere i capi di stato dell’Unione Europea e le sue autorità economiche e politiche, che si riuniscono per affrontare il caso della crisi greca. Ma adulti non sembrano proprio, sembrano piuttosto bambini capricciosi che rifiutano qualsiasi dialogo anche di fronte ad un collasso sociale.
Il regista Costa-Gravas assume il punto di vista di Yanis Varoufakis dal cui diario costruisce l’intreccio. Ne esalta la fermezza, ma anche le capacità retoriche, la tenacia con cui cerca di rispettare il proprio mandato, mentre gli altri sembrano a tratti macchiette chiuse a ogni confronto. Al di là di ogni considerazione politica, il film appare come la lotta di un uomo per la civiltà contro le sovrastrutture politiche che paiono indifferenti alle sue istanze…

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Costa-Gavras ha realizzato un film molto interessante e fortemente aperto al dibattito partendo dal pensiero economico del ministro greco per enunciare il fallimento dell'Europa tecnocrate e arroccata sulle richieste, sovente irrealizzabili, dei paesi più forti. Risulta palese, in particolare, l'ostilità dimostrata nei confronti del ministro tedesco Wolfgang Schäuble incapace di smuoversi dalle più intransigenti posizioni filo germaniche. Dal punto di vista ideologico il film si mantiene sulle posizioni dell'ex ministro delle finanze a dimostrare la mancanza di apertura della Troika verso le necessità della Grecia. A contrario non si fa parola delle ampie responsabilità politiche dei governi greci che portarono il paese al crack finanziario non curandosi dell'endemica evasione fiscale e adoperandosi, piuttosto, a falsificare i bilanci per nascondere le proprie inadempienze ed entrare comunque nell'area Euro. Simpatizzare con la popolazione ridotta ad un fascio di nervi è doveroso quanto recitare un profondo mea culpa per anni di scellerato mal governo.

La questione del debito sovrano ha occupato le pagine dei giornali per anni mentre la faccenda, tutt'altro che risolta, sembra non interessare più al giorni d'oggi. Forse per questo motivo Gavras, al suo primo film girato in Grecia, ha recuperato questo periodo storico per ricordare che gli accordi firmati da Tsipras e l'unione hanno pesato fortemente sulle spalle del cittadino, colpendo in particolar modo le classi meno abbienti ed il lavoratori statali che si sono visti dimezzare gli stipendi. Gavras, tuttavia, ha scelto la rappresentazione dei fatti secondo il punto di vista privilegiato ed interno della politica anziché quello del cittadino con ciò perdendo quel carattere rivoluzionario, benché slegato dalle ideologie partitiche, tipico del cinema sulle masse...

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Adults in the Room è un’opera densa e ricca di sfumature in continuo movimento, in cui la tangibilità dei personaggi e il susseguirsi degli eventi arricchisce l’apprendimento. Se dunque l’intento divulgativo è palese, la dimensione rarefatta delle immagini e la freddezza degli ambienti istituzionali restituiscono un chiaroscuro che tende al metafisico. Le brevi incursioni allegoriche risultano quasi del tutto scisse dalla narrazione principale, ma si integrano a livello ideale con il tono utilizzato durante tutto il film e ne arricchiscono il valore espressivo. Ciò che ne esce è un film poco emozionante, rivolto soprattutto a stimolare la dimensione cerebrale dello spettatore.

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Basato sul libro di Yanis Varoufakis “Adults in the room: my battle with Europe’s deep establishment”, il film di Costa-Gavras descrive gli ultimi anni della crisi finanziaria greca, protagoniste le decisioni prese da Yanis Varoufakis (Christos Loulis), a quel tempo Ministro dell’economia. Il paese era sull’orlo della bancarotta e le sue iniziative per salvarlo furono altamente conflittuali. In Europa le scelte vennero stabilite a porte chiuse, secondo il duro principio dell’austerità ogni nazione pensava a se stessa, gli esponenti dell’Eurogruppo si distinsero per spietata rigidità e alla base della piramide sociale arrivò il conto più salato.

Costa-Gavras racconta come, diventato premier Tsipras, il ministro dell’economia Yanis Varoufakis iniziò a trattare con l’Eurogruppo per rendere meno amaro il sacrificio dei greci e si trovò di fronte un’opposizione severa, sorretta dalle ragioni dei più ricchi e potenti. L’eventualità di uscire dall’Europa fu considerata alternativa iniqua e i leader ellenici fecero buon viso a cattivo gioco, dando il via a un impoverimento che divenne per i più umili tragedia. Con il sentimento di aver fatto promesse impossibili e aver lasciato soli quelli che su di lui contavano, Yanis Varoufakis si dimise e Tsipras proseguì la fatica in solitaria.

Il titolo si ispira a una stoccata ai membri della trattativa, pronunciata da Christine Lagarde, che allora dirigeva il Fondo Monetario Internazionale: “Servirebbero degli adulti in questa stanza”. Si potrebbe sottintendere che le decisioni prese non furono da uomini maturi. Tenuto fuori concorso, suppongo, non certo per mancanza di maestria bensì per la scottante attualità il cui giudizio definitivo è complesso e rischia di scatenare passioni faziose, “Adults in the room” ha riscosso al Lido molto interesse perché tocca un aspetto coinvolgente della contemporaneità.

La regia di Costa-Gavras è impeccabile, il suo talento narrativo rende entusiasmante una storia di burocrati, curata nei particolari e con attori somiglianti ai veri leader politici.

A Venezia Costa-Gavras è stato insignito del premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker, dedicato a chi lascia nel cinema un’impronta indelebile.

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Stupisce però come Costa-Gavras riesca a dare parvenza concreta a discorsi che non vengono mai spiegati didatticamente, ma in cui si entra gradualmente e con sempre maggiore consapevolezza. Finché non ci si ritrova seduti al tavolo dell’Eurogruppo insieme ai ministri di tutta Europa, a lurkare – come si dice oggi in slang web – e capire sempre meglio come vanno i fatti. La ricostruzione è sopraffina, e vive di svolte grottesche che sono terribilmente reali, e fanno da specchio alle ambiguità e contraddizioni della politica internazionale. Un film che tiene incollato alla sedia, come si suol dire, diretto alla perfezione e con un cast di attori incredibilmente in forma – compresa la Golino che recita in greco perfettamente a suo agio. Spiritosissimo il finale. Forse troppo scomodo per un concorso, presentato fuori concorso a Venezia 76.

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…El extraordinario Christos Loulis interpreta a Varoufakis y Alexandros Bourdoumis a Tsipras, el primero manteniendo siempre su independencia y buscando una salida que no reproduzca las mismas medidas autodestructivas de siempre y el segundo en un principio apoyándolo en esa retahíla interminable de reuniones en la sede de la Comisión Europea, en Bruselas, Bélgica, para a posteriori terminar “tranzando” como prácticamente todos los mandatarios de nuestros días y recayendo en nuevos ajustes internos, pagos regulares a los acreedores y el viejo ardid de echar mano -para ello, para contrarrestar los pasivos- de fondos públicos destinados a otros menesteres, exactamente igual que en el caso argentino con respecto a la caja jubilatoria y la catarata de hipocresía y mentiras que se suele desplegar para justificar semejante manotazo de ahogado, de un ahogado bien sumiso y estúpido. Con su clásica precisión testimonial, Costa-Gavras subraya vía palabras de Loulis el carácter de círculo vicioso de las políticas neoliberales que insólitamente todavía aceptan casi todos los países en crisis de nuestro planeta, empezando por deuda impagable que se contrae para honrar deuda impagable, continuando por impuestos más altos y reducciones en la inversión pública por parte del Estado, y terminando con un menor volumen de ingresos en general por la recesión subsiguiente y con una mayor necesidad de salvar las cuentas con más y más deuda impuesta por los buitres internacionales del “déficit cero”

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…Costa-Gavras pour témoigner de cette situation suit de près les confrontations politiques du ministre grec face aux politiques d’austérité imposées par des instances européennes dont les agissements n’ont rien de démocratique. Dans cette salle de négociation qui n’a de négociation que le nom pour justifier le spectacle de l’exercice démocratique des représentants européens, Costa-Gavras filme la folie de l’irresponsabilité d’hommes qui se cachent derrière leur cravate pour se complaire dans leur hypothétique légitimité. Si le film est une tragédie dans la tradition originelle grecque, le cinéaste en fait aussi une farce pour démontrer la dérision de la situation à l’instar des dirigeants déclenchant la Troisième Guerre mondiale dans Dr Folamour de Stanley Kubrick. Le déni de démocratie à l’œuvre est tellement violent que le cinéaste a choisi de la tourner en dérision en faisant des hypothétiques représentants de la démocratie européenne de bien tristes pantins cyniques.

La force du film repose à la fois sur un scénario extrêmement documenté sur la réalité historique et le choix courageux pour plus d’authenticité et d’honnêteté intellectuelle de faire jouer aux acteurs la langue réelle de leurs personnages, respectant ainsi le projet européen du film de questionner le sens de la démocratie dans le monde actuel. Costa-Gavras témoigne avec ce film d’une vitalité rafraîchissante dans sa mise en scène avec une direction d’acteurs subtile d’authenticité. Un film politique comme il devrait en exister bien d’autres encore pour comprendre la réalité géopolitique de l’Europe actuelle.

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