Nedjma (interpretata da Lyna Koudri) è il motore del film, una ragazza che non si arrende mai, a rischio della vita, nel mattatoio che era l'Algeria.
le ragazze come Nedjma sono quelle che in questi mesi hanno manifestato nelle strade algerine, contro gli imbrogli e la corruzione del regime.
Nedjma disegna e produce abiti, per ragazze e donne che dovevano indossare il chador, o cose del genere.
e un film sui vestiti e sul ritratto di una stilista da giovane (e delle sue amiche) diventa un film sulla libertà e sui costi necessari per difenderla,contro tutti i piccoli e grandi tiranni.
gran film, al cinema, non perdetevelo - Ismaele
…La tensione cresce, quasi in parallelo al dolore,
perché la catarsi concepita non è fine a sé stessa. La drammaturgia si estende
e svela, libera dall’asserzione, il coraggio, l’uniformità, la remissione, e
l’ostinazione che si incarnano, ciascuna, nei personaggi. Papicha è
un universo pienamente femminile e non c’è spazio per la commiserazione o per
il lamento. Gli uomini sono assenti e quelli che ci sono rimangono violenti,
ostinati, insistenti nei loro giudizi e incapaci di accettare che un altro bene
è possibile. E il desiderio di rimanere, anche se nel posto apparentemente
sbagliato, non è un semplice desiderio emotivo. Papicha è un
film che rimane nel cuore perché Mounia Meddour riesce a raccontare
quell’Algeria “libera” che non vuole essere annientata da una società che fa
dell’intimidazione e della morte la sua affermazione.
…L'attrice Lina Koudri al suo terzo film firma una
performance sensazionale: la sua Nedjma è un personaggio che resta nel cuore.
Un'eroina per caso, una che non si arrende di fronte a nulla. Vuole decidere da
sola il proprio destino e lo fa con tutte le forze che possiede, resistendo con
perseveranza e coraggio a chiunque pretenda - per usare un eufemismo - di
addomesticarla. Una ragazza che sa attraversare il dolore trasformandolo in
colore e creazione, e sceglie di farsi paladina di una commovente
rivendicazione collettiva: una sfilata di studentesse per poter affermare,
l'una di fronte l'altra, di esistere.
… La cinta está estupendamente dirigida,
con un ritmo vertiginoso de la cámara que introducirá al espectador rápidamente
en la historia. La puesta en escena y las interpretaciones de las tres
protagonistas son de un gran nivel. La película refleja muy bien el avance del radicalismo
en el país y aunque cada día que pasa el ambiente es más irrespirable, eso no
hace que disminuya la creatividad de las chicas. Un desfile de moda que
organizan en la residencia donde viven les traerá graves consecuencias.
En definitiva estamos ante una gran película y
uno de los mejores estrenos post pandemia que se pueden disfrutar en este
momento. Aunque se le puede tachar de algo feminista, eso no impide para que
pueda ser disfrutada por todo tipo de espectadores. Muy recomendable.
… La propuesta de Meddour no aporta nada
nuevo al estilo ni al tipo de historia que narra. Se trata de escoger una
protagonista con gancho (siempre amparado por el “inspirado en hechos reales”
de rigor), contar una historia de liberación en la que cada giro es necesario y
previsible, y donde la transparencia narrativa es más importante que la
propuesta visual: es decir, la historia (el qué) por encima de la experiencia
cinematográfica (el cómo, el estilo). En ese sentido, nada que reprochar:
Meddour no esconde sus cartas en ningún momento y es honesta con el tipo de
película que se propone presentar al público. Quizás juega demasiado en su
contra ese manido recurso de repetir imágenes felices de los primeros momentos
del filme justo después del trágico clímax final, algo que va en detrimento del
propio desarrollo propuesto (si es necesario recuperar imágenes para subrayar
una idea con la que el público ya de por sí se puede identificar rápidamente,
es que algo no se ha acabado de hacer bien). Con todo, y como suele pasar, este
género cannoise siempre esconde un as debajo de la manga: el
descubrimiento de una joven actriz talentosa que se luce en un papel lleno de
rabia, ternura y posibilidades de lucimiento actoral. En este caso, Lyna
Khoudri (y el resto de las actrices que la acompañan) encajan, de nuevo, en la
descripción
…Quello della protagonista
Nedjma, che ci rivela il talento viscerale dell’attrice Lyna Khoudri,
prossimamente sugli schermi anche nel nuovo film di Wes Anderson, è un percorso
tanto doloroso quanto necessario. La sua volontà di rimanere libera è
trascinante e nasce da un profondo amore per la sua terra, che in più sequenze
stringe, addirittura assaggia, e per la sua arte, che diviene una metafora
della possibilità di emanciparsi definitivamente. Non ci sono soluzioni di
compromesso, la fuga in Francia per sottomettersi a un immaginario
terribilmente fallocentrico non è nemmeno contemplata. La lotta di Nedjma è hic
et nunc ed è collettiva.
Mounia Meddour, come poche altre, fa in Non conosci Papicha un
elogio della sorellanza, dell’amicizia femminile, dell’importanza che ci sia un
fronte comune per potersi contrapporre alla condizione retrograda voluta da una
società in cui comandano gli uomini. Certo, non sono tutte rose e fiori: nel
film è evidente quanto la scelta di sottomissione spontanea di alcune donne
abbia contribuito all’oscurantismo imperante nel Paese…
Nessun commento:
Posta un commento