sabato 5 luglio 2025

Gli indesiderabili – Pasquale Scimeca

un piccolo film basato su un romanzo di Giancarlo Fusco, racconta le storie di un po' di mafiosi espulsi dagli Usa in Sicilia, alternando le gesta negli Usa e le miserie dopo il ritorno in Italia.

niente di speciale, ma ci sono codse interessanti.

buona (mafiosa) visione - Ismaele



 

1951: il tribunale di New York celebra un processo contro un nutrito gruppo di italo-americani accusati di appartenere alla malavita. Non riuscendone a provare la colpevolezza, la Corte attribuisce loro il marchio di "indesiderabili" e li condanna al rimpatrio in Italia. 120 finiscono su una nave diretta a Genova, dove dopo due settimane ad accoglierli c'è una folla di giornalisti, fotografi e semplici curiosi. Giancarlo Fusco è li per scrivere un pezzo per "Il Secolo XIX" e si mette ad intervistare gli "indesiderabili", tra cui riconosce Ezio Taddei, anarchico e suo ex-compagno di liceo. Il pezzo diviene un'inchiesta.
Scimeca, regista apprezzato per le sue opere precedenti, compie un passo falso. Guidato dalla buona intenzione di rivisitare un periodo della storia italiana leggendolo dalla parte dei gangster di mezza tacca realizza un film confuso e zeppo di sparatorie alla rinfusa a cui neppure un Catania e un Gallo sottotono o il cameo di Vincent Schiavelli riescono a iniettare vitalità. Due stelle di stima

da qui

 

"Gli indesiderabili è un'operazione su commissione, voluta dal produttore Galliano Juso. Ero interessato a misurarmi con la pellicola di genere ma per me il cinema è altro"[...]"Gli indesiderabili è un film di transizione, un gangster movie, alla maniera di un autore italiano, dove cinema e cultura orale si contagiano". Pasquale Scimeca, con onestà, così commentò la prossima uscita del suo ultimo lavoro. Non un giudizio di valore (non si tratta di un folle suicida), ma un dato di fatto che può permettere di inquadrarlo nel corpus, non indifferente, della sua opera…

Gli Indesiderabili mostra la faccia più desolante del cinema italico, un regista come Scimeca, in balia già di una produzione stentata, di una distribuzione al limite dell'inesistenza (e di un doppiaggio, ancora una volta, da vomito), alla fine annichilito da attori che, abituati a far imputridire un teatro morto di suo, spingono nella fossa un cinema, quello nazionale, nato moribondo e santificato prematuramente. Marcello Mazzarella è l'unico ad uscirne con l'onore delle armi. Dopo esser stato icona-Proust per Ruiz, qui è il doppio di Rodolfo Valentino.

da qui

 

Dopo il bel Placido Rizzotto, Scimeca prosegue la sua opera di ricostruzione di brani poco noti del passato italiano, e di ripensamento del cinema politico. Stavolta si appoggia a un affascinante reportage di Giancarlo Fusco, Gli indesiderabili (1962) recentemente ristampato da Sellerio. Vi si raccontano le vicende di vari mafiosi italoamericani rimpatriati dal governo degli USA appunto come “indesiderabili”: gangster di mezza tacca, per lo più, con un passato sanguinario e un presente di lenta decadenza. Il regista mette dunque in scena lo stesso Fusco (Catania), mentre indaga i destini di Lily Valente (Mazzarella) che vendica il padre gelataio, di Lu Grisafi (Albanese) raggiunto dai killer fino in Sicilia, e il destino che accomuna un mafioso codardo (Gallo) e il suo garante (Scaldati). Le vicende narrate sono appassionanti, e certe atmosfere di America sognata suggestive. Ma Scimeca non controlla la complessa costruzione corale a flashback, spreca un cast meraviglioso, traspone piattamente certi dialoghi del libro con effetti artificiosi. La sua naïveté non è commovente né “brechtiana”, e alcune parti risultano tirate via o posticce. Casuali, ma da pensarci su, le parentele con gli ultimi film di Paolo Benvenuti e di Ciprì e Maresco.

da qui

Nessun commento:

Posta un commento