sabato 12 luglio 2025

Chişinău - Corso Salani

nel quinto episodio ai confini d’Europa Corso Salani accompagna Raluca, giovane regista, in un viaggio dalla Romania in Moldova per fare un piccolo film.

non succedono grandi cose, ma il rapporto fra Corso (operatore di macchina che non vediamo mai, solo lo sentiamo) e Raluca è bellissimo.

buona visione - Ismaele


 

QUI si può vedere il film completo

 

 

 

Il quinto episodio ai confini d’Europa è una densa stratificazione semantica sotto un’apparente ed esibita semplicità naif. Salani pare interessato non tanto alla Moldova e alla sua capitale (che sono descritte con sguardo curioso) quanto alle problematiche che coinvolgono i media e i giovani. Non a caso è una diplomanda di regia (e pseudo-regista di questo docufilm) a fargli da guida, con una complicità intrigante che sfocia in imbeccate reciproche e discussioni alla moviola. Un film sul gusto di fare un film, sottilmente insinuante.

da qui

 

Non ho mai amato il cinema del compianto Corso Salani. L'ho sempre trovato piuttosto autoreferenziale e un po' ossessivo nell'incollare la mdp addosso alla ragazza di turno (una per ogni nazione visitata, in pratica). Tuttavia, mi affascina l'opera nel suo complesso: quasi una enciclopedia dell'Europa più marginale, formata da diari di viaggio al confine fra documento di realtà quasi aliene ed umile poesia. E forse il primo passo verso una sua rivalutazione da parte mia potrebbe essere questo Chisinau, opera che ho apprezzato, tanto per la capacità di evocare uno scenario quasi surreale per mezzo di carrelli su staccionate verdi e baracche azzurre o con inquadrature ravvicinate di prodotti alimentari kitsch, quanto per la testimonianza di una realtà geo-politica paradossale: la Moldova visitata da Corso e Raduca è una repubblica ancora subalterna allo strapotere russo, eppure include al suo interno uno stato indipendente fantasma (la Transnistria), del tutto isolato dal resto del mondo. Si ha una come la sensazione che i confini geografici non abbiano più senso, perchè ce ne sono troppi, dappertutto, e che ciascuno di questi confini delimiti dei "non-luoghi", più che degli Stati. Com'è lontana l'Europa di Salani rispetto a quella degli atlanti!

da qui

 

Corso Salani viene chiamato a fare da operatore per il saggio finale in regia di Raluca, studentessa alla Scuola Rumena di Cinema. Il tema scelto per l’ultimo esame è la Moldova, il paese confinante con la Romania, e suo vicino povero. Insieme, Corso e Raluca scopriranno questo stato appartato e sconosciuto. Il loro viaggio sarà anche l’occasione per andare alla ricerca delle radici di Raluca, che come molti altri rumeni ha origini moldave.

La posizione geografica del paese, stretta tra Romania e Ucraina, fa della Moldova una sorta di stato-cuscinetto tra l’Europa e la Russia post-comunista. Questa condizione è divenuta emblematica quando nel 1990 la Transnistria dichiarò l’indipendenza con l’aiuto militare di Mosca. La regione ancora opera come uno stato indipendente, ma non è riconosciuta da alcuna nazione. L’influenza politica ed economica dell’ex-Unione Sovietica resta una realtà opprimente per la Moldova. Quando Raluca intervista dei giovani giornalisti di una radio locale, questi rivelano che hanno rinunciato alla loro lingua madre a favore del russo, per migliorare il proprio status sociale.

La piccola troupe guidata da Salani, consapevole di quanto i media possano essere rivelatori dello stato di salute di una giovane democrazia, visita la radio di Stato e una Ong indipendente, attenta alla comunicazione, che cerca di fare i conti con la mediocre industria cinematografica locale. Negli studi di Promoldova TV viene intervistata una giovane presentatrice. Corso registra questi ed altri brevi incontri nelle sue note di viaggio, riflettendo su dettagli sorprendenti e sostando su interludi di luce. Sembra andare oltre, fare più di quello che la sua giovane regista gli chiede. Nel loro insieme le sue immagini disegnano il ritratto di un popolo genuino e schietto, che merita tutto il rispetto per come affronta la povertà e il flagello dell’emigrazione. Per Corso l’incontro con Raluca e con questa terra ha il sapore di un’esperienza vissuta molto intensamente ma, come spesso accade, lo accompagna anche la sensazione che le cose siano passate troppo in fretta. Il residuo di questa esperienza – come dice Raluca nella sua ultima lettera – è un senso di gioia per tutto ciò che hanno conosciuto e fatto, congiunto a un senso di tristezza per ciò che ci si è lasciati indietro.

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