negli anni '60 e '70 furono girati alcuni film sul banditismo sardo, declinati in varie sfumature.
il film di Mingozzi (sceneggiato da Ugo Pirro) ha i suoi pregi e i suoi difetti.
gli attori sono famosi e abbastanza bravi, Franco Nero, Charlotte Rampling e Frank Wolff fra gli altri.
il difetto immenso è non solo che nessun attore è sardo, e va beh, ma sopraturro che tutti, anche i pastori, non hanno il minimo accento sardo, potevano essere doppiati, no?
passi per Charlotte Rampling, giustamente, ma se in un film mongolo tutti parlano con accento romanesco o milanese che dire?
qui è lo stesso.
la cosa interessante è il passaggio dell'"artigianato" dei sequestri, organizzati e gestiti da gruppi indipendenti, all'"industria" dei sequestri, che diventano una catena di montaggio nella quale i sequestratori sono eterodiretti.
un film che merita nonstante la critica pesante al linguaggio usato nel film.
buona (sequestrata) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo
Bel lavoro dell'ex documentarista Gianfranco Mingozzi tra il
cinema di denuncia e il poliziesco. La rappresentazione della Sardegna degli
anni 60 è semi-documentaristica (e ci mancherebbe!) ma gli sviluppi intriganti
da giallo d'antan spostano l'azione verso il cinema spettacolare. Sono tutte
ottime qualità che possedeva questo grande regista (anche collaboratore di
Fellini) da poco scomparso. Attori di un certo spessore.
Al suo secondo film, e dopo un episodio in un altro film,
arriva un nome del nostro cinema, che poi non ha resistito alle produzioni ed
al periodo a cui purtroppo il nostro cinema è venuto incontro, dovendo venire a
patti con un sistema incondividibile. Qui siamo in un argomento di fuoco per il
periodo in cui è stato girato il film, quello dei sequestri in Sardegna, che
facilmente l’allora sistema politico liquidava come un fenomeno di banditismo e
non di un’assenza di stato come in effetti era ed è, e da cui sorgono tutti i
nostri fenomeni di malavita organizzata quali la mafia, la camorra e così via.
Qui si parte con un fatto privato che ci fa addentrare nei meandri meno
sofisticati del problema, ma che ugualmente, attraverso un’atmosfera giusta ci
porta nella strada centrale di un cinema che affronta nel modo giusto le
tematiche sociali e scottanti del nostro quieto vivere. I maestri di questo
genere ci son o tutti e attivamente in forza, ma Mingozzi, rispettando questa
strada la fa sua e la armonizza con un cinema che viene dal documentarismo e
tiene conto nello sfondo di un De Seta da non dimenticare mai, anche se poi cj
si discosta venendo a patti con risvolti più efficacemente rappresentativi. La
tematica della terra, dei pastori viene coordinata con un minimo essenziale di
storia romantica, ma il resto è cosa più che interessante, e nel finale rimane
più che sconcertante la disincronia fra generazioni ed educazioni diverse, con
l’esempio dei due personaggi di Nero sulla buona strada di un cinema che poteva
portalo molto oltre, e la Rampling che ha proprio in Italia quell’inizio vero
che la porterà ad un cinema grande come il suo.
A mio parere, la sceneggiatura di Sequestro di persona, opera del regista e di Ugo Pirro, non era per niente male. Purtroppo, com'è risaputo, non
basta un buon copione per fare un buon film. Spesso, anzi, la buona riuscita di
un'opera cinematografica è una sorta di miracolo, che scaturisce dall'unione di
tanti elementi diversi. In questo senso, Sequestro di persona può a buon diritto essere definito un
antimiracolo, perché a un forte e interessante punto di partenza unisce un
regista che quasi mai ha saputo elevarsi da una poco aurea mediocritas e un protagonista che più inespressivo
sarebbe stato difficile trovare (Franco Nero, reduce da Django). Quanto a Charlotte Rampling, già bella e già sufficientemente inquietante, è
presente soprattutto per la vendita del prodotto sul mercato estero.
Film molto buono di Mingozzi che descrive assai bene la piaga
dei sequestri di persona legati alla speculazione edilizia selvaggia della
Sardegna di fine anni 60. Un ritratto molto veritiero e sentito. Il film scorre
benissimo per tutta la sua durata e inoltre ci sono scene davvero interessanti,
molto significative (specie l'incipit) e ottimamente girate da Mingozzi. Molto
buono il cast, con in testa la splendida e bravissima Charlotte Rampling, ma
anche Franco Nero se la cava molto bene. Ottime le musiche di Riz Ortolani. Da
vedere.
Film che denuncia la piaga dei sequestri in Sardegna e mostra,
con tutte le connivenze del caso, le difficoltà da parte delle istituzioni di
venirne a capo a causa dell'omertà diffusa nella popolazione. Ben costruita la
storia, che finirà per far emergere i veri profittatori dei sequestri;
"chi di spada ferisce di spada perisce". Bravi sia il giovane Nero
che la bella Rampling.
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