martedì 22 agosto 2023

Vieni avanti cretino – Luciano Salce

uno di quei film che non ti fanno smettere di ridere, Luciano Salce ha girato Fantozzi, mica il cinepanettone Le vacanze sulla neve d'Egitto.

nelle sue mani Lino Banfi è un Totò e un Paolo Villaggio, mutatis mutandis.

Lino Banfi è un povero disgraziato che esce di galera, lo accoglie un cugino che cerca di trovargli un lavoro, ma ogni volta qualcosa non funziona.

lasciate ogni pregiudizio, comicità e risate di serie A, promesso.

buona (da morire dal ridere) visione - Ismaele

 

 

QUI il film completo

 

 

Film che omaggia esplicitamente l'avanspettacolo(dalle gags al cast che proviene tutto da li',compreso il protagonista assoluto Banfi),diretto da un regista abbastanza colto che ha l'idea di aprire e chiudere in maniera metacinematografica.Alcune gags sono fenomenali(i doppi sensi dello studio dentistico con un Reder che tiene botta egregiamente,gli uranisti,lui che canta Filomenha,o quella finale che cita espressamente Chaplin),altre un po'meno ma il tono non è assolutamente becero e solo per questo dovrebbe essere enormemente rivalutato(si sta riabilitando Pierino che è decisamente piu'sciatto e piu'becero di questo...).All'epoca fu un incasso clamoroso.....

da qui

 

Non è il primo film di Lino Banfi protagonista, ma è il primo che possa in qualche modo rientrare nelle commedie “di serie A”. Perché l’ha diretto Luciano Salce (divertendosi molto, a detta di Banfi), perché i ritmi comici sono quelli giusti, perché la sceneggiatura esiste e non è solo abbozzata. L’idea è semplicissima: quella di proporre un Banfi che, appena uscito dal carcere, va dal cugino Gaetano (Franco Bracardi, il pianista del Costanzo Show) chiedendogli di trovare lavoro. E tutto il film è in pratica una serie di sketch dedicati ognuno a un possibile lavoro, al rapporto tra il nuovo assunto imbranato e il suo padrone. Gustosi i rari intermezzi tra un’occupazione e l’altra, come il memorabile duetto con Gigi Reder in una sala d’aspetto dentistica scambiata per una casa d’appuntamenti o quello con Bracardi alle prese con il classico “gioco dei mimi” (e qui Banfi è davvero un fiume in piena)…

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Supportata dalla meravigliosa sceneggiatura comica di Leoni, l'opera è l'apoteosi della verve banfiana che mai più toccherà queste vette. La regia di Salce gioca divinamente con i tempi comici, riuscendo a elevare la forma all'altezza del contenuto. I coprotagonisti sono di gran pregio (Reder è stupendo nel segmento migliore) e c'è pure la presenza cult di Mireno Scali. La qualità complessiva è impressionante e stupisce la quasi totale assenza di cadute di tono. Ci si diverte con intelligenza e garbo; per il genere una pellicola imprescindibile.

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Stracult assoluto, figlio della sagacia di Salce e della bravura di Banfi (qui in stato di grazia). Alle spalle una buona ricerca nella radici della nostra comicità. Per qualcuno nulla di originale, per tantissimi un film mitico, da scompisciarsi.

“Vieni avanti cretino” è un piccolo, grande cult. Diciamo pure che Fantozzi, nel suo moto di ribellione al feroce usurpatore Guidobaldo Maria  Riccardelli de “Il secondo tragico Fantozzi", avrebbe potuto annoverarlo senza fallo tra i cult assoluti del popolo ribelle. O che Marco Giusti, più che una puntata sui film (s)cult, avrebbe potuto tirarne fuori un’intera stagione. Le motivazioni sono innumerevoli.

Innanzitutto Banfi è in stato di grazia. Duetta con numerosi attori (Alfonso Tomas, Michela Miti, Gigi Reder, Luciana Turina, Franco Bracardi) stabilendo un feeling perfetto con tutti. Ma soprattutto dà vita ad una serie di gag e battute che sono entrate nel mito. Che poi, tecnicamente, si possa parlare di umorismo da barzelletta blu, di sceneggiatura rabberciata (ogni cambio di scena è una sorta di sketch teatrale a sé stante), oppure di situazioni già viste è tutto vero e sacrosanto. Ma in “Vieni avanti cretino” risiede tutto l’estro e la bravura di Lino Banfi, nonché uno stile, conferito dal regista Luciano Salce, che è decisamente fuori dall’ordinario ed inusuale per i filmetti pecorecci coevi (assistiamo a sottotitoli fumettistici che vorrebbero doppiare lo scambio di battute in pugliese, un citazionismo fluente, un incipit meta-cinematografico, un finale surreale)…

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Un Banfi memorabile in una pellicola che esalta le sue doti comiche "gestuali", oltre che quelle canoniche relative all'uso del suo pugliese "storpiante". Si ride di gusto per tutto l'arco del film ma l'episodio del laboratorio in cui Thomas (il dottor Thomas!!!) assume lo zio Lino per un lavoro "semplice" ha qualcosa di superbo, in un'iperbole di comicità che nulla ha da invidiare ai grandi comici del passato

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Banfi al meglio.

Non c'è ombra di volgarità esplicita(e tutta sottointesa come nel miglior avanspettacolo)

Da antologia i duetti di Banfi con Alfonso Tomas (l'alienato direttore della fabbrica di elettronica).

Luciano Salce torna all'avanspettacolo e realizza una frizzante e anomala commedia basata sull'equivoco e su gag di stampo slapstick.

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Quello che mi fa pensare è che tutto il perbenismo che si scatena attorno ad un film di questo tipo, le reticenze, i pregiudizi, scomparirebbero o addirittura si convertirebbero in approvazione se le stesse scene e la produzione fossero USA magari con attori come Eddye Murphy o Will Smith.
Vieni avanti Cretino è (sempre secondo il mio modesto parere)un concentrato di pura comicità di idee esileranti e perchè no di riflessione sociale.
Vi sono ad esempio elementi che trattano, senza pretese ovviamente, la condizione di alienazione dovuta la lavoro ripetitivo e logorante come la celeberrima scena con il dottor Thomas.
Bamfi è esplosivo nel gestire le varie situazioni di coincidenze, sfortune e malintesi che strappano risate grasse e di gusto.
Uno dei capolavori del cinema comico e sicuramente molto meglio di tanti film da investimenti miliardari (anche italiani) degli ultimi anni.

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