un diavolo viene mandato sulla terra con un aiutante, per una missione speciale.
giochi, follie, equivoci sono il sale del film, che è molto divertente.
non sarà perfetto, ma merita di sicuro la visione, con un Vittorio Gassman in perfetta forma.
buona (diabolica) visione - Ismaele
Meno divertente di quello che si voleva. Se
Gassman è perfetto per il ruolo, non così si può dire per Mickey Rooney,
diavoletto non troppo azzeccato. Il film ha dei momenti buoni, come l'incontro
con il personaggio con Luigi Vannucchi (suicida anche qui, nella finzione) o
come alcune fasi alla corte di Lorenzo il Magnifico (con cast secondario
gustoso: la Vukotic, Fangareggi, Lella Fabrizi...), ma batte la fiacca in non
pochi momenti, come la parodia calcistica, invero grossolana.
Insolitamente ben ritmato, per essere un film
degli anni 60: montaggio frenetico spesso con stacchi improvvisi, inquadrature
veloci e di pochi secondi con sparizioni e apparizioni del diavoletto-spalla
(Mickey Rooney) realizzate con tecnica alquanto grossolana, ma efficace. Strepitoso
Vittorio Gassman: si nota chiaramente quanto si diverta nei panni del suo
personaggio e quanto riesca a trasmetterne la vivacità anche allo spettatore.
Splendide le location senza tempo scelte per l'ambientazione.
Il
diavolo Belfagor arriva sulla Terra per scatenare una guerra, ma si innamora...
Scritto
con Maccari, L'arcidiavolo è il terzo film di Scola ed il primo dove il
grande regista si distacca dal genere comico per dedicarsi alla commedia
satirica. E' un film di rara grinta e vitalità, ha un ritmo incredibilmente
sfrenato ed un Gassman che regge la scena in modo eccezionale. Le musiche di
Trovaioli condiscono bene il tutto.
Nello stesso anno in cui aveva messo il
suo smisurato talento a servizio di Mario Moniceli ne L'armata Brancaleone,
Vittorio Gassman girava il terzo dei suoi 9 film sotto la regia di Ettore
Scola, impersonando Belfagor, l'arcidiavolo inviato dagli inferi con la precisa
missione di seminare zizzania tra la Firenze medicea e la Roma papalina.
Accompagnato dal valletto Adremelek, il mattatore mette a segno una girandola
di gag in un film simpatico, adrenalinico, farsesco, ingenuo e fracassone, fino
a quando non viene domato dall'amore e reso uomo.
La ruggine del tempo si sente soltanto sugli
effetti speciali: per il resto, L'arcidiavolo rimane una commedia fantastica
con molti guizzi e alcune trovate scenografiche - come quella delle macchine
leonardesche - di notevole astuzia.
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