tratto da un romanzo di Alba De Céspedes è la storia di un maschio italiano, ricco, che punta una ragazzona di 17 anni, pensando di farsela in un boccone, come tutte le altre.
non esiste moralità, e Tognazzi, che si crede il ragno vincente, è una povero moscerino che viene intrappolato in una ragnatela che neanche intuisce, senza scampo.
viene umiliato, imbrogliato, rapinato, il predatore, il t(r)ombeur des femmes, diventa preda.
Ugo Tognazzi è al suo meglio, da antipatico riccastro diventa uno per il quale provare compassione.
gran film, da non perdere.
buona (sorprendente) visione - Ismaele
ci si diverte e anche parecchio in questa sottovalutatissima
commedia in cui Tognazzi dona vita al personaggio di un maturo avvocato
donnaiolo impenitente che un giorno si invaghisce di una rustica
diciottenne,silenziosa e dissociata che da lui non si fa nemmeno sfiorare.Poi
lui ci si incarognisce arrivando anche al fidanzamento in casa per cercare di
ottenere quello che vuole,le regala anche un rubino da due milioni e in un
sogno il cameriere gay gli dice quando lui ritorna a casa e la trova piena di
donne discinte e disponibili"dottore sono 100,ventimila lire per cento fa
due milioni",come la pietra preziosa che ha appena regalato,in una sorta
di scambio stile fustini di detersivo nella pubblicita'.E'pero'un gioco
truccato,mentre lui gioca a carte scoperte avviandosi verso
l'autodistruzione,lei copre il suo gioco dietro una patina di fastidiosa
indolenza fino a rivelare la sua vera natura ,fino a rivelare che lui,il maturo
impenitente donnaiolo è stato fatto fesso da una rustica diciottenne neanche
depilata e dal di lei manzo che lo ricattano addirittura.E'una commedia di
costume con intenti di satira sociale(sopratutto sul machismo tipico
italiano),in fondo è un inno alla capitalizzazione delle proprie risorse,una
rincorsa continua al bisogno di denaro e alla ricerca dello staus symbol che
permetta di scalare posizioni nella scala sociale.E sotto questo punto di vista
sono eccellenti Sonni e la Brignone nei panni dei laidi genitori di lei che
trattano la figlia come una ricchezza da sfruttare....e lei è molto piu'furba
di quello che sembra....la regia è sicura ma perde compattezza nelle sequenze
oniriche in cui si insegue una vaga estetica felliniana ma è difetto di poco
conto...
Affermato avvocato si invaghisce di una prosperosa
diciassettenne di modesta famiglia e, per poterla frequentare, giunge al
fidanzamento. Il suo scopo è portarsela a letto ma la ragazza è meno ingenua di
quel che appare... La storia è quella, raccontata tante volte, della sbandata
di un uomo di mezz'età per una donna molto più giovane e se il film è piacevole
da seguire, nonostante la lunghezza eccessiva e parentesi superflue, lo si deve
ai due protagonisti: Tognazzi nella parte ci sguazza, mentre Rea risulta
perfetta per il suo personaggio indolente e solo apparentemente passivo.
…La bambolona vi
stuzzicherà. È un bel tipo, questa Ivana: una morona diciassettenne, parca di
di gesti e di parole, torpida e fiacca, con gli occhi di pupa e il seno di
Giunone. Quando Giulio, un avvocato di mezza età, ricco e arrivato, la comincia
a concupire, s’indovina che conquistarla sarà faticoso. Ma l’uomo è testardo:
avvezzo a smaglianti donne di mondo, quella florida ragazzotta della piccola
borghesia gli promette sapori inconsueti, e forse anche un modo originale di
concludere la sua carriera di dongiovanni.
Interessante commedia questa "Bambolona", un po'
perché ha una tensione quasi da thriller, con personaggi fantasma e
comportamenti ambigui, e un po' perché ci restituisce uno squarcio impietoso
sui quartieri realmente poveri, in cui si vive(va) disposti a tutto. Tognazzi
magistrale, manco a dirlo, la Rei - della quale non si hanno più notizie dal film successivo - perfetta per il ruolo, timida e scostante all'inizio,
sfacciata nel sorprendente finale. Un film ben girato e ben recitato che
meriterebbe maggior considerazione.
…è un bel film che fa
vedere a che abissi di umiliazione e di ridicolo possono portare le passioni
storte lasciate a briglia sciolta.
Una valida commedia basata sul doppio inganno, che sa tenere un
buon ritmo per tutta la sua durata e non annoia mai, sia per l'ennesima grande
prestazione di Ugo Tognazzi, sia per i numerosi dialoghi e momenti brillanti,
sebbene grandi battute non è che ce ne siano. Bello lo stile del montaggio:
spesso i dialoghi di una scena fanno da sottofondo ad altre, senza farci mai
veramente capire se si tratti di scene vere o di immaginazione. Un film
organizzato bene, che sa tenere vivo l'interesse con poca trama. Musica un po'
ripetitiva. La poco nota Isabella Rei adatta al ruolo. Buono.
Un personaggio per niente scontato:
un avvocato di grido, con amanti a profusione con fisici da modelle, che si
invaghisce di una ragazza pienotta e non esattamente in linea con i suoi canoni
di bellezza. Perché? In realtà vorrebbe solo portarsela a letto, ma il signore
è più complesso di quanto voglia apparire, e alla fine, da furbo quale si
presenta, ci fa la figura del fesso colossale.
Nelle mani di Ugo Tognazzi, l’avvocato Giulio Broggini è un
mostro in borghese che rivela tutta la falsità del boom economico e del
benessere sociale (quindi umano) dell’italiano
medio, compromesso dalle conseguenze dei sentimenti ingestibili. Con
professionalità e una naturalezza incredibili, Ugo mette a segno un ennesimo
capolavoro d’attore che occupa un posto d’onore nel suo personale percorso per
singolarità e rarità.
Dietro la macchina da presa c’è il dimenticato Franco
Giraldi, che trasferisce sul grande schermo un romanzo di Alba De Céspedes, che
innesta nel modello della commedia
all’italiana (qui soprattutto di costume) elementi inattesi (le
proiezioni oniriche di Giulio al cospetto del potentissimo zio della sua amata,
alto dirigente del Ministero dell’Interno, con un ambiguissimo rapporto con la
nipote) e un tono tutt’altro che banale.
La bambolona è una convincente Isabella Rey, qui figlia di
due caratteristi infallibili come Lilla Brignone e Corrado Sonni e con una
metamorfosi finale da mani nei capelli. Un film poco capito, da recuperare
subito.
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