a partire da una lettera di auguri natalizi di Elsa Morante inviata a Goffredo Fofi, Alice Rohrwacher gira un piccolo film su una classe di bambine in una scuola religiosa.
una fiaba d'altri tempi, non troppo lontani, quando la fame mordeva e i dolci erano un sogno quasi impossibile.
bella, se la trovate vi piacerà.
buona (natalizia, ma non solo) visione - Ismaele
Di
ribellione, di autenticità, di splendore, di movimento. Concedeteci un piccolo
volo nel giudizio complessivo ma Le pupille di Alice
Rohrwacher è il miglior cinema italiano che si possa immaginare. Sì,
cinema. Anche se è definito cortometraggio e la sua durata
sfiora i quaranta minuti. Una sorta di puntata antologica, una scintilla che
inizia e si chiude nell'attimo in cui l'azione si compie e la narrazione si fa
immagine. Che meraviglia, che sorpresa. Un lasso di tempo limitato in cui la
Rohrwacher libera tutte le sue note poetiche, già rintracciate nei suoi tre
lungometraggi (rivedete Lazzaro Felice), prendendo inizialmente
spunto da una lettera scritta da Elsa Morante inviata all'amico Goffredo Fofi.
Una piccola storia, una storiella che custodisce un pensiero dalla forza
esplosiva. In mezzo, il bisogno di muoversi, la ricerca della luce, le notizie
dal fronte e una divina zuppa inglese, che potrebbe rovinare il Santo Natale di
un austero collegio religioso.
Ecco, Le
pupille, che in latino significa proprio bambine, è un'opera di inaspettata
indole riottosa, un gesto fantasioso e l'arte che risponde ai confini
pre-stabiliti. Un corto costruito come fosse un intarsio artigianale e
sviluppato seguendo l'istinto autoriale di una regista che non smette di
superarsi. Nel giro di quaranta minuti, filmati in pellicola 35mm e Super 16,
c'è l'atmosfera di una favola soffice accartocciata sulle pieghe oscure di
un'Epoca malvagia, intanto che il volto delle splendide bambine viene reso
protagonista dalla macchina della Rohrwacher e dalla luce della fotografia di
Hélène Louvart, che torna a collaborare con Alice dopo il tripudio di Lazzaro
Felice.
… Le Pupille, storia di innocenza, avidità e fantasia, è un
cortometraggio in live action che parla di desideri, di libertà, di devozione e
di anarchia, il tutto all’interno dei confini di un rigido collegio religioso
durante il Natale. Le pupille, a cui fa riferimento il titolo del film, sono le
bambine, come da derivazione latina, bambine “straordinarie che indossano delle
semplici tuniche bianche”, che si affacciano al mondo e che la Rohrwacher si
augura siano disobbedienti. Girato a Bologna, in un istituto di sordomute e per
due settimane di riprese, è un cortometraggio “fatto a mano”, come dice la sua
regista, “un film sulla magia analogica. La
meraviglia sembra debba sempre venire dall’alto e invece può sbocciare dal
basso, e qui c’è un lavoro manuale e artigianale”. Un personaggio
negativo è l’abate, qui interpretato dalla sorella della regista Alba
Rohrwacher. “Con lei ho lavorato sempre con personaggi dolci e
comprensivi, in questo caso severo”, è il commento della regista.
Alle sue parole si uniscono quelle di Alba Rohrwacher: “dico sempre di sì a mia sorella. Solo quando mi ha proposto di
fare la mamma di una 14enne ne Le meraviglie le ho detto di no,
anche perché io mi sento una 14enne. In quel caso poi mia sorella mi ha fatto
notare che avevo l’età per avere una figlia 14enne e alla fine ho accettato.
Qui mi divertiva entrare nei panni di una suora che tutte le ragazzine
temevano, una suora che però si emoziona per un raggio di sole che illumina il
pavimento e che quindi dimostra di avere anche lei un’anima”…
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