Ivano De Matteo gira sempre film tragici, dietro le facciate rispettabili ci sono storie terribili, e lo fa benissimo.
in Villetta con ospiti i riccastri sulle spalle dei poveracci hanno il controllo di tutto, ma non sempre, e in quei frangenti le cose sono fuori controllo, e non ci sono innocenti.
non è un capolavoro, ma è un film che merita, promesso.
buona (piccola città bastardo posto) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo, su
Raiplay
…È certamente uno dei pregi del cinema di
De Matteo quello di scuotere e di mettere di fronte alla dura realtà quella che
può capitare a tutti noi anche se sembra solo far parte delle vite degli altri,
quelle che si ascoltano al telegiornale. Villetta con ospiti ricorda, infatti, vagamente un noto fatto di cronaca
attuale anche se non si ispira a una vicenda in particolare ma lascia dentro lo
sgomento dei misfatti familiari ai quali la realtà ci ha abituati. Pregiudizi
inestirpabili – lo straniero malvagio e ladro – e cliché – il marito con
l’amante più giovane e la moglie sposata solo per convenienza, l’adolescente
incazzata con il mondo – vengono ribaltati in un solo istante e tutti saranno
sullo stesso piano…
...la messa in scena disturbante, l'idea di un paese piccolo
stretto entro i confini di un bosco selvatico, un non-luogo dove i meccanismi
sociali si ripetono stancamente e stancamente ripropongono le proprie
nefandezze: tradimenti, corruzioni, violenze e falsità. E in questo scenario si
innesta un giallo in cui non si deve scoprire l'assassino. Perché, tornando al
possibile titolo iniziale di hitckokiana memoria, l'interesse del regista sta
nelle reazioni alle azioni più che alle azioni in sé. Il responsabile è
nell'aria; la colpa regina consiste nella volontà di preservare ad ogni costo
lo status quo. Ma dove pecca, allora, il lodevole tentativo di De Matteo? In
uno sbilanciamento, si potrebbe dire. In un soggetto che ha la meglio sugli
interpreti, appiattendoli o facendone dei cliches…
…Nessuno è innocente, in quest’ensemble di varia umanità. E sullo
scacchiere di una tragedia annunciata, si muovono gli archetipi di una società
alla deriva.
Il regista Ivano De Matteo e la
sceneggiatrice Valentina Ferlan,
coppia nel cinema e nella vita, hanno immaginato un’opera fondata sull’ombra
del dubbio, che non impartisse giudizi né condanne, ma insinuasse piuttosto una
serie di interrogativi. E il risultato è un Noir in piena regola, girato in
pellicola e costruito come una sessione d’improvvisazione jazz.
La fotografia di Maurizio Calvesi,
il montaggio di Marco Spoletini e la colonna sonora di Francesco Cerasi: questi
gli alleati di Ivano De Matteo, per un film che possiede il fascino del 35
millimetri e l’incedere della tragedia contemporanea…
…Per gran parte della
vicenda l’unica ad ergersi moralmente sopra gli altri è infatti la domestica
rumena, quasi parossistica nella sua bontà dimessa e nel suo istinto sacrificale.
Ma il finale di Villetta con ospiti, che sarà sicuramente tacciato di
essere forzatamente nichilista e che ciò nonostante ha il coraggio di andare
fino in fondo, abbraccerà anche lei in questa spirale di sordida e quotidiana
discesa agli inferi. In fondo tutto ha un prezzo, anche un figlio morto,
soprattutto per una schiava che viveva “negli scantinati come i topi“.
L’ultima svolta della storia non è, per
restare in tema alla prima analogia, un semplice coup de théâtre ma
l’attestazione di una preordinata tesi nella quale De Matteo continua a
inscrivere il suo cinema: per salvarsi dalla banalità del male bisogna prima
denunciarla per come essa stupidamente si dipana. In fondo anche nella nostra
realtà per delegittimare l’assolutezza di qualunque tipo di difesa è bastato
legittimarne gli abusi.
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