una tranquilla domenica di caccia, un gruppo di amici di rivedono dopo un po', erano stati compagni d'armi nella guerra civile, nel franchismo erano i vincitori, infelici.
quella tenuta di caccia ha un guardiano, una specie di servo della gleba, l'animale da cacciare è il coniglio (mancherà alla fine la frase che nessun animale ha sofferto durante la lavorazione del film).
i discorsi e gli stili sono molto maschilisti, come prevedibile, la realta dopo la guerra non è tanto felice, c'è chi ha fatto fortuna, e chi no.
uni dei tre, il più cinico e scontroso, è appassionato di fantascienza, la caccia è facile, lui non l'apprezza, anzi, ma la giornata passerà in fretta, spera.
l'allegro massacro di conigli diventa una carneficina, il sole dà alla testa, e alcuni la perdono.
un film che passa la censura, che a volte è stupida.
buona (cupa e imperdibile) visione - Ismaele
QUI si può vedere
il film, con sottotitoli in inglese
…Totalmente
recomendable su revisión para el cinéfilo veterano para reconciliarse con el
cine español de calidad y absolutamente imprescindible para el cinéfilo que aun
no la haya visto, para comprobar que, efectivamente, ha existido un cine
español de categoría universal que con dos millones de pesetas de 1965, un
páramo y cuatro actores y sin subvención alguna, consiguió impresionar en
Europa y Estados Unidos hace ya bastante tiempo a un público mucho más exigente
que el de hoy.
I conigli che scorrazzano in questa landa desolata
dell'interno spagnolo hanno molte insidie che ne minacciano l'esistenza: sono
decimati dalla peste, ma devono anche guardarsi dalle tagliole, dai fucili dei
cacciatori e perfino dai loro furetti. La caccia di cui al titolo è una
riuscita allegoria della violenza e della guerra (non una qualsiasi, ma quella
del 1936-39) ed una rappresentazione della cattiva coscienza della Spagna
uscita da quel conflitto, conclusosi in favore dei Franchisti. Saura tenta un approccio buñueliano e, pur
non avendo il talento visionario e grottesco del Maestro di Calanda, disegna
con tecnica moderna, non scevra da riferimenti anche al western europeo (e
senza offrire il collo alla censura), un ritratto caustico del proprio paese, ancora
soggiogato da una dittatura fascista.
…Sotto l'apparenza di una innocua e amichevole caccia al coniglio si
celano, nella mente dei più anziani che hanno combattuto nell'atrocità della
guerra civile, rancori sopiti, parole che spingono per rivelarsi, pensieri
dubbiosi e inquieti, opportunismi. La battuta di caccia inizia già con
minacciose e insinuanti allusioni alla soddisfazione della violenza: tutto
sommato la caccia al coniglio è da vigliacchi e non diverte più di tanto,
perché c'è troppo squilibrio di forze tra uomo e animale. E ad un tratto uno di
loro afferma di preferire quella tra uomini. Così la caccia prende la forma di
una vera e propria battaglia, talmente brutale nella secchezza e implacabilità
degli spari contro i conigli, che il montaggio diventa rapido, è una serie di
fucilate esso stesso e ruvido come la terra riarsa del paesaggio
opprimente (una terra che ricorda molto la ferinità del bunueliano Las Hurdes).
La natura si impadronisce delle menti, il quasi
"neorealismo" di Saura diventa follia, si finge di uccidere per
errore (cominciando da un furetto usato per stanare le prede urlanti...), la
tensione cresce, aumentano i sospetti, non si controllano più le azioni, lo
scontro si fa aperto, mentre già l'importante compositore spagnolo Luis De
Pablo ha preparato il campo di battaglia con la deformazione ritmica e dissonante
di stilemi militareschi.
Nemmeno il giovane Enrique, che è ai primi approcci amorosi con una
ragazza della zona, può dare uno spiraglio al futuro, nonostante riesca a
salvarsi: Saura tronca di scatto la sua corsa disperata con un violento e fulmineo
fermo immagine.
Gli animalisti si astengano.
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