mercoledì 10 maggio 2023

L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice (Viens Je t'emmène) - Alain Guiraudie

una storia d'amore, ma non solo.

Médéric ama Isadora, ma non è così facile, lo capiamo dalla prima scena.

il sogno di Médéric è di far l'amore con Isadora, ma ci sono sempre complicazioni, il marito, un attentato, la polizia, un ragazzino senza riparo.

lo sfondo del film non è Parigi, ma Clermont-Ferrand, una città che non riesce a far soddisfare il sogno di Médéric, che corre, corre e corre.

il film è pieno di un umorismo che ti lascia il sorriso anche dopo i titoli di coda, umorismo alla Kaurismaki, alla Woody Allen, in certi momenti un po' commedia slapstick (non per niente lo slapstick nacque in Francia al tempo del cinema muto).

il titolo italiano è un po' diverso e più lungo nell'originale, e per una volta fa un po' sorridere, un altro merito del film.

poche copie nei cinema, naturalmente, non perdetevi questo piccolo film sorprendente.

buona (amorosa) visione - Ismaele 

 

 

 

…Lo humour di Guiraudie non piacerà a tutti, come il suo surreale naturalismo, ma – nonostante un andamento diseguale e qualche pausa di troppo – sarà un piacere vedere un film come il suo per chi cerca storie e tagli inusuali. Una storia di amori complicati, sesso libero e umanità nascosta in bella vista, coraggiosamente ostentata quando non rassegnatamente accettata, nella quale la solidarietà e l’empatia sovrastano la xenofobia dilagante e passivamente radicatasi nel nostro quotidiano. Un viaggio divertente e sommessamente (ma potentemente) satirico in una di quelle periferie dove nessun nemico vero arriverà mai, ma che spesso finiscono per aggrapparsi al terrore per rompere la monotonia. E la dimostrazione che una via ‘della leggerezza’ è possibile.

da qui

 

Si badi bene: anche se condizionato da una scrittura ricca di idee confusamente amalgamate, L’innamorato, l’arabo e la passeggiatrice presenta alcuni punti di forza. Ad esempio, con la sua interpretazione sorniona, Jean-Charles Clichet è perfetto per la parte dello scombussolato Médéric, mentre la magnetica Noémie Lvovsky riesce a infondere alla sua Isadora una forza e una sensibilità fortissime. Anche la scelta delle location, con il conseguente lavoro sulle scenografie, denota un’attenzione apprezzabile per un’evidente sottotraccia del film: anche in una cittadina tranquilla e conviviale come Clermont-Ferrand, la piaga della xenofobia insegue le fragilità dei suoi ordinari cittadini.

da qui

 

 

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