nel 1967, solo 45 anni prima del terribile e gran bel film intitolato Jagten (Il sospetto), di Thomas Vinterberg, con Mads Mikkelsen, in Francia André Cayatte dirigeva un film su un maestro di scuola oggetto di false accuse di pedofilia.
il maestro è Jacques Brel e la moglie è Emmanuelle Riva, e
scusate se è poco.
un film dimenticato e sconosciuto, almeno da noi, eppure è un gran bel film, molto convincente e inquietante, diretto da un grande regista, e poi il maestro è Jacques Brel e la moglie (maestra anche lei) è Emmanuelle Riva, e scusate se è poco.
un piccolo gioiellino, cercatelo, non ve ne pentirete.
ps: il titolo italiano è dimenticabile
una (terribile) storia di Thomas Bernhard:
“IL DIRETTORE chiama a colloquio l'insegnante e lo accusa di
aver esercitato violenza su uno dei suoi allievi. Non sa come dirlo, ma il suo trasferimento
in un altro paese s'impone. Ma probabilmente sarà persino costretto a lasciare
l'attività didattica. In ogni caso non può non stendere rapporto al
provveditorato, e l'intera vicenda avrà conseguenze ben più gravi di quelle ora
elencate. L'insegnante non si giustifica e afferma semplicemente di non aver
esercitato alcuna violenza sul bambino, e che una simile azione - che il
direttore non può tralasciare di descrivere minuziosamente - non gli passerebbe
mai per la testa. Ma i suoi tentativi di difendersi non servono. E
immediatamente sospeso dal servizio, gli comunica il direttore, e lo congeda
senza porgergli la mano come di consueto. Cosciente della propria innocenza
l'insegnante ritiene che verrà alla luce col tempo, e pensa di sfruttare il periodo
della sospensione come una semplice vacanza. Non oltrepasserà neppure le mura
della scuola, una tale diceria. Ma si sbaglia. La voce si diffonde con la
velocità del vento e persino il giornale cittadino ne dà notizia. Scrive che un
uomo come l'insegnante dovrebbe esser messo dietro le sbarre. Nessuna pena
risulterà troppo severa per lui. La gioventù, e soprattutto i bambini, devono
esser difesi dalla sua persona con ogni mezzo. Poiché l'insegnante è da poco
sposato, la vicenda è per lui due volte sgradevole. La moglie non crede alle
sue parole, e quando viene a conoscenza dell'accusa lo lascia. Non sono
trascorsi che quattro giorni dalla sua sospensione e già l'insegnante riceve
una citazione in giudizio dal tribunale distrettuale. Si ignora come trascorra
i giorni prima dell'udienza. In ogni caso non si mostra più in pubblico. Nel
frattempo la sua vicenda è sulla bocca di tutti. La sua padrona di casa esige
che si trasferisca e gli restituisce la pigione pagata in anticipo. Un giorno
prima dell'udienza il suo cadavere viene ritrovato in un fiume in piena, a
diciassette chilometri dal luogo di residenza. Dalla ricostruzione
dell'accaduto risulta che non si è suicidato ma, sventuratamente, è precipitato
e annegato nel fiume. Ora lo scolaro si fa vivo e afferma che l'intera storia è
falsa - l'ha inventata per vendicarsi del giovane insegnante.”
QUI il film completo, in francese
Cosa succede se un professore, pur felicemente sposato, è
giovane e aitante e se più di un'allieva adolescente ne è ammaliata? Specie in
un paese piccolo dove lui, non avendo figli, non è sentito da loro come un
padre? L'inferno, semplicemente l'inferno; qui non è la ribellione coi
movimenti ormonali, ma l'amore più genuino, una malattia incurabile. Un mistero
nel mistero, quattro o cinque piccoli gialli in un solo ottimo film con un
grande Brel (sfortunato nella vita!) e una Riva che già si distingueva per i suoi
occhi tanto belli quanto glaciali.
…Avvincente film nel quale si ritrovano i temi cari al
regista ed ex-avvocato André Cayatte: giustizia e ingiustizia, verità e
menzogna, rettitudine morale e sbandamento. L’atmosfera della provincia, dove
gente gretta e pecorona è pronta a sacrificare chiunque in funzione di una
verità che ha pregiudizialemente deciso di prendere per buona, ricorda i
ritratti sferzanti di Claude Chabrol. Non meno meschini appaiono i funzionari
di polizia, con la loro pruriginosa e quasi oscena curiosità durante gli
interrogatori delle ragazzine. Alle prese con il suo primo ruolo da
protagonista in un lungometraggio, Jacques Brel colpisce per il suo pacato
senso del dramma. Per quanto colpito e indignato, non perde quasi mai le
staffe, si difende come può di fronte ad accuse difficili da controbattere,
restando in ogni momento fedele a se stesso e, soprattutto, alla moglie,
un’ancor giovane e molto bella Emmanuelle Riva, come sempre affascinante ed
efficace…
…Instinctif, à fleur de peau, Jacques Brel impose
d’emblée un immense talent de comédien. Dans Les Risques du métier,
il incarne avec une stupéfiante authenticité un instituteur d’un petit village
accusé du viol de l’une de ses élèves. Alors qu’il clame son innocence,
d’autres accusations l’accablent. Ce sujet choc et rare dans le panorama
cinématographique français de l’époque est magistralement traité par André
Cayatte qui happe l’attention du spectateur dès le remarquable plan-séquence
qui ouvre le film, celui montrant la jeune fille courant de l’école jusqu’à la
maison de ses parents, en pleurs, sous l’oeil interloqué des passants.
Avec un découpage au cordeau, l’accusation en entraîne
une autre, la rumeur court, l’homme est désigné coupable sur la parole d’une
enfant. L’instituteur voit alors le monde s’écrouler autour de lui, personne ne
met en doute les paroles sacrées de son élève. Tout semble perdu, mais sa femme
incarnée par Emmanuelle Riva va mener l’enquête de son côté. Ancien avocat au
Barreau de Toulouse, André Cayatte met en relief l’hypocrisie d’une petite
bourgade bien propre sur elle, mais aussi et surtout les failles de la justice
française en adaptant le livre éponyme de Simone et Jean Cornec, avocats,
ardents défenseurs de la présomption d’innocence.
Les Risques du métier est
un immense succès avec plus de 3,5 millions d’entrées. Drame à suspense, cette
oeuvre toujours aussi brûlante d’actualité et intensément interprétée - y
compris par des jeunes comédiennes incroyables - a le mérite de passer les
années sans tracas. Le cinéma d’André Cayatte, souvent pillé et jamais
mentionné à l’instar de La Chasse de Thomas Vinterberg, est à
réhabiliter de toute urgence.
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