giovedì 5 agosto 2021

Non si sevizia un paperino - Lucio Fulci

chissà se lo hanno proiettato in parrocchia o in seminario, un prete non pedofilo ma assassino è troppo.

naturalmente il film ha avuto qualche problema con la censura, sopratutto per la scena dove Barbara Bouchet nuda attira la curiosità di un bambino, che non è un bambino. 

Florinda Bolkan, Tomas Milian e Irene Papas sono gli altri attori famosi, come sempre bravissimi.

il ruolo più difficile è quello di Florinda Bolkan, non sex symbol, come Barbara Bouchet, ma strega e maga del paese lucano dove è ambientato il film, nell'Italia del miracolo economico, dei costumi che cambiano, dell'arretratezza che arriva dal passato e non passa ancora, della ricchezza (per i ricchi, naturalmente) e della miseria (per i poveri).

non perdetevi questo gioiellino - Ismaele

 

 

 

 

QUI il film completo, senza tagli

 

 

Nel paesino disperso nel nulla di Accendura si celebra lo scontro fra pregiudizio e razionalità, fra fede e sessualità e fra morte e nascita, sullo sfondo di una modernità che attraverso la nascita di un’autostrada cerca timidamente di fare breccia nell’arretratezza tecnologica, culturale e morale di una nazione. Uno sconvolgente quanto inevitabile finale cala il sipario su una delle pagine più memorabili e atipiche del giallo all’italiana, capace di intrattenere, avvincere e inquietare, ma anche di fare riflettere su chi siamo e sui rischi connessi a una cieca e inflessibile applicazione dei nostri preconcetti.

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… La morbosità e la cupezza delle quali la pellicola fu accusata al tempo della sua uscita sono elementi innegabili ed imprescindibili, che concorrono tuttavia proprio ad elevare il valore intrinseco della pellicola stessa, e non di sminuirlo. Non si sevizia un paperino è uno dei thriller dell’epoca in cui la violenza è meno gratuita, ma è anzi da considerare come filtrata non solo attraverso la mente malata del killer ma soprattutto attraverso una mentalità retrograda, sottosviluppata ed immobile nella sua cieca superstizione. Così i paesani del villaggio sono portati a credere che l’assassino possa essere innanzitutto un povero demente che – secondo le parole del commissario – “non ha mai fatto del male ad una mosca”, poi una “maciara”, ovvero una fattucchiera locale, anche lei non del tutto a posto a causa della morte prematura del figlio, e quindi una prostituta, per di più originaria da Milano e quindi considerata come un elemento di disturbo e dannazione per la quiete del paesino…

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è considerato ormai il capolavoro assoluto di quel maestro dell’horror malato e perturbante. Rimosso, censurato, tagliato, massacrato: tanto che non si sa più esattamente quale sia la versione originale di Non si sevizia un paperino. Ma ci pensate? Nel 1972 Fulci si inventa questo strepitoso, morboso film che, ambientato in una arcaica Lucania (che ricorda quella del bellissimo Il demonio di Brunello Rondi), mette in scena stregonerie mediterranee, preti non così innocente, bambini seviziati, passioni inconfessabili, perdofilie comprese. Da brivido. Cast immenso: Irene Papas, Tomas Milian, Florinda Bolkan, Georges Wilson, Barbara Bouchet, Marc Porel.

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Curiosità (Wikipedia):

§  Il titolo di lavorazione era Non si sevizia paperino. Questo doveva essere il titolo definitivo del film, ma la Disney si oppose a questo titolo e impose l’articolo. I produttori del film aggirarono questo ostacolo inserendo sui manifesti pubblicitari del film l’articolo “un” con un carattere scuro o velato, che si confonde con lo sfondo nero.

§  Durante la sequenza della lotta tra Tomas Milian e Marc Porel, i due attori si azzuffarono realmente, finendo sulle pagine dei quotidiani del tempo.

§  Il film fu vietato ai minori di 18 anni (Visto censura n. 61046 del 22 settembre 1972), a causa delle scene di violenza e la sessualità morbosa mostrata nel film. Patrizia si mostra nuda a Michele, nella sequenza che costò una denuncia a Lucio Fulci. I problemi maggiori con la censura riguardarono la sequenza in cui Barbara Bouchet si mostra nuda davanti a un bambino.[1] Per questa sequenza vi furono molte denunce, poiché la legge proibiva l’impiego di minorenni in sequenze scabrose. Nel gennaio del 1973, Lucio Fulci, Edmondo Amati e la Bouchet, dopo una lettera anonima, furono chiamati in tribunale. Lì, Fulci spiegò come era stata girata la sequenza: alla presenza di un notaio, che mise il tutto a verbale, la Bouchet era distesa nuda su un divano, mentre il bambino era ripreso sempre senza l’attrice. I controcampi di spalle del bambino furono invece girati da Domenico Semeraro, un nano amico dei produttori. Mentre Fulci usciva dal tribunale, il giudice domandò al regista cosa avesse visto, in fase di doppiaggio, l’attore (ovviamente un bambino) che doppiava il bambino. Fulci rispose che aveva visto delle code nere, al posto della Bouchet. Dopo aver detto questo, il verbalizzante della polizia disse a Fulci: «L’ha fregato, dottò…». Fulci dichiarò inoltre che la sequenza era una delle più morbose da lui realizzate.

§  Il titolo del film sarà omaggiato da Fulci, nel suo Lo squartatore di New York, diretto nel 1982, dove è presente un serial killer che parla con la voce di Paperino.

§  La sequenza finale del film, in cui don Alberto cade nel vuoto e si sfracella il volto, sarà ripresa da Lucio Fulci nell’incipit di Sette note in nero, diretto nel 1977, in cui una bambina assiste al suicidio della madre che si getta nel vuoto.

§  Alcuni particolari della sequenza del linciaggio della maciara (i primi piani dei tagli inflitti alle braccia e al volto dalle catene) saranno ripresi da Fulci nell’incipit di …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà, diretto nel 1981.

§  In una sequenza, la maciara doveva essere assalita da un gruppo di pipistrelli. La sequenza fu girata, ma non montata, poiché data la serietà del film Fulci non ritenne opportuno inserirla.

§  Il nome del paese in cui si svolge la vicenda, Accendura, fu adattato da Accettura, paese in provincia di Matera.

§  Per il personaggio della maciara, la Bolkan richiese esplicitamente un trucco che non ne facesse una “poveraccia”, bensì una donna povera ma con un suo fascino. Inoltre la Bolkan girò l’intero film senza mai vedere gli altri attori. Le sue scene furono infatti girate con la presenza della sola attrice.

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Il film più stracult della serata mi sembra il fondamentale thriller di Lucio Fulci, ispirato a una storia vera accaduta poco prima nel Salento, “Non si sevizia così un paperino” con Florinda Bolkan come una conturbante majara, Barbara Bouchet peccatrice nordica che adescca i ragazzini, Tomas Milian giornalista, Irene Papas, Marc Porel prete con non poche turbe. Ancora oggi bellissimo. 

Celebre la scena del bambino che vede Barbara Bouchet nuda, che non era poi un bambino, ma il celebre “nano di Termini” Domenico Semeraro che fece una brutta fine nella vita, ucciso dall’amante, e la sua storia venne poi immortalata da Matteo Garrone in “L’imbalsamatore”. Ma celebre anche la morte atroce di un bambino girato con un pupazzo di Carlo Rambaldi.

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2 commenti:

  1. grande, grandissimo film, appena posso lo prendo in blu ray

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    1. io non l'avevo mai visto, ed è stato una bellissima sorpresa.
      un crescendo di tensione e mistero, con attori nelle mani di un regista visionario al punto giusto.
      buon blu ray, allora :)

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