mercoledì 18 agosto 2021

L'umanoide - Aldo Lado

un film un po' pazzo, secondo i canoni della fantascienza, ma Aldo Lado non è un regista di fantascienza.

si corre a 100 all'ora poi ci si ferma, si riparte, si rallenta, fino all'ultima sparatoria galattica, senza prigionieri.

dipende da cosa uno si aspetta, una coerenza, un'americanata, chissà, ma un paio d'ore di divertimento non mancheranno, o ignoto spettatore che se ne frega del fantascientificamente corretto.

per alcuni più ispirato a Bud Spencer che a Lucas, ci sono i buoni e i cattivi, le cose misteriose, l'avventura, che sono le cose importanti in un film così, a me è piaciuto abbastanza.

buona (non fantascientificamente corretta) visione - Ismaele

 

 

QUI il film completo

 

 

Se il film ha un senso, quel senso è Richard Kiel, astronauta buono con cane robot appresso alla R2-D2, trasformato in un umanoide da una bomba atomica (idea balzana, ma funzionale alla storia), che sbaraglia tutti quelli che lo contrastano con la stessa facilità del suo Squalo, ma anche dell'Hulk dei fumetti Marvel che il gigante non poté interpretare nella serie tv americana di quei tempi, perché scartato in favore di Lou Ferrigno. Il suo umanoide poteva essere la quinta essenza della forza e della paura, la storia stessa, scritta da Enzo G. Castellari, che qui fa anche l'aiuto regista a Lado, poteva risutare inquietante e dark, invece si è preferito trasformare il Golob di Kiel in una copia dei tanti giganti buoni alla Bud Spencer dallo sganassone facile, anche se Golob ammazza senza tante riseve i suoi avversari. Le musiche elettroniche sono di un Ennio Morricone che cita l'Inno alla Gioia di Beethoven, peccato che la pellicola perda il confronto con un altro scult di fantascienza dell'epoca, sempre ispirato a "GUERRE STELLARI", ovvero "SCONTRI STELLARI OLTRE LA TERZA DIMENSIONE", di Luigi Cozzi.

da qui

 

Beh....impossibile non dare la sufficienza a questo mediocrissimo ma simpaticissimo clone di Guerre Stellari. Quando lo vidi all'epoca mi piacque addirittura ma in quel periodo i ragazzini avevano ancora negli occhi le spade laser e tutto quello che poteva anche solo lontanamente sembrare attinente al mondo di George Lucas, faceva brillare gli occhi.

da qui

 

Questo film è praticamente un inno all'arte di arrangiarsi tipicamente italica. A grandi linee possiamo considerarlo un clone che ricicla atmosfere care alla fantascienza di Lucas and company con personaggi ispirati chiaramente alla saga di Guerre Stellari. Così abbiamo una sorta di Darth Vader(il costume è identico),una serie di guerrieri di bianco corazzati, il buono aiutato da un ragazzo che usa la filosofia tibetana per risolvere le questioni(e anche due energumeni che compaiono, il ragazzino si chiama Tom Tom),un gigante buono(una specie di Chewbecca ma indistruttibile) e tante altre cosette tra cui un interminabile battaglia finale in cui i nostri pochi eroi svicolano tra un raggio laser e l'altro non vendendo mai colpiti dalla masnada di cattivoni. Gli effetti speciali pur ingegnosi sono assai rustici se confrontati al contraltare americano. A me sinceramente a vedere questo film mi veniva da sorridere perchè è talmente ingenuo che non poteva avere ambizioni di nessun tipo. Un film che fa della sua naivete il suo punto di forza…

da qui

 

Fantascienza di puro intrattenimento sulla scia di Guerre stellari anche se nella prima parte, almeno a livello scenografico, si avverte l’influsso della tetralogia margheritiana. Semplice e ingenuotto nella trama, si apprezza per la suggestiva artigianalità degli effetti visivi – lontana anni luce dal frastornante digitale odierno – e per il buon cast internazionale, tra cui figurano due bondiani: il gigantesco umanoide Kiel e la Bach, contessa Bathory dello spazio. Di Rassimov, con look da samurai siderale, compaiono solo le gelide pupille.

da qui

 

Interessante metàfora fantascientifica che assembla - a volte in maniera apparentemente confusa - elementi appartenenti a svariati generi: dalla versione "futuristica" della sanguinaria contessa Erzsébet Báthory (la graziosa Barbara Bach, nei panni della perfida Lady Agatha), a quella ipertecnologica dell'androide imbattibile, sorta di proto-Terminator ante litteram. A Lado non interessa realizzare una spartana versione low budget di Guerre Stellari e punta, invece, sulle buone interpretazioni (ad esempio Richard Kiel, già apparso in alcuni film di James Bond) e su validi dialoghi. Incompreso.

da qui

 

Mettiamo però una cosa in chiaro. Non vogliamo sparare sulla Croce Rossa, non vogliamo far intendere che il film è da buttare nel cesso perché scopiazzava il film di Lucas senza troppi complimenti (vedi anche i laser delle armi, i robot domestici amici fedeli dell'uomo). Al contrario questo è il suo primo punto a favore perché il coraggio di un azzardo simile va premiato per principio. L'umanoide poi prova a metterci del suo, si ispira ai personaggi e alle atmosfere di Guerre Stellari per tentare di allontanarsene in qualche modo, insomma non è un suo film fotocopia. È ben girato da Lado (coadiuvato da Enzo G. Castellari nella seconda unità), e poi ci sono gli effetti di makeup di Giannetto De Rossi, la supervisione agli effetti speciali di Antonio Margheriti, le musiche di Ennio Morricone, la fotografia di Silvano Ippoliti (ha lavorato con StenoLucio FulciLuigi MagniTinto Brass, Sergio e Bruno CorbucciEnzo BarboniPasquale Festa Campanile), le scenografie di Enzo Bulgarelli e Giacomo Calò Carducci. Con dei nomi simili si può pretendere di più ma far uscire un brutto film era veramente impossibile.

da qui

 

 

Nessun commento:

Posta un commento