un film un po' pazzo, secondo i canoni della fantascienza, ma Aldo Lado non è un regista di fantascienza.
si corre a 100 all'ora poi ci si ferma, si riparte, si rallenta, fino all'ultima sparatoria galattica, senza prigionieri.
dipende da cosa uno si aspetta, una coerenza, un'americanata, chissà, ma un paio d'ore di divertimento non mancheranno, o ignoto spettatore che se ne frega del fantascientificamente corretto.
per alcuni più ispirato a Bud Spencer che a Lucas, ci sono i buoni e i cattivi, le cose misteriose, l'avventura, che sono le cose importanti in un film così, a me è piaciuto abbastanza.
buona (non fantascientificamente corretta) visione - Ismaele
QUI
il film completo
…Se il film ha un senso, quel senso è Richard Kiel,
astronauta buono con cane robot appresso alla R2-D2, trasformato in un umanoide
da una bomba atomica (idea balzana, ma funzionale alla storia), che sbaraglia
tutti quelli che lo contrastano con la stessa facilità del suo Squalo, ma anche
dell'Hulk dei fumetti Marvel che il gigante non poté interpretare nella serie
tv americana di quei tempi, perché scartato in favore di Lou Ferrigno. Il suo
umanoide poteva essere la quinta essenza della forza e della paura, la storia
stessa, scritta da Enzo G. Castellari, che qui fa anche l'aiuto regista a Lado,
poteva risutare inquietante e dark, invece si è preferito trasformare il Golob
di Kiel in una copia dei tanti giganti buoni alla Bud Spencer dallo sganassone
facile, anche se Golob ammazza senza tante riseve i suoi avversari. Le musiche
elettroniche sono di un Ennio Morricone che cita l'Inno alla Gioia di
Beethoven, peccato che la pellicola perda il confronto con un altro scult di
fantascienza dell'epoca, sempre ispirato a "GUERRE
STELLARI", ovvero "SCONTRI STELLARI OLTRE LA
TERZA DIMENSIONE", di Luigi Cozzi.
Beh....impossibile non dare la sufficienza a questo
mediocrissimo ma simpaticissimo clone di Guerre Stellari. Quando lo vidi
all'epoca mi piacque addirittura ma in quel periodo i ragazzini avevano ancora
negli occhi le spade laser e tutto quello che poteva anche solo lontanamente
sembrare attinente al mondo di George Lucas, faceva brillare gli occhi.
Questo film è praticamente un inno all'arte di arrangiarsi
tipicamente italica. A grandi linee possiamo considerarlo un clone che ricicla
atmosfere care alla fantascienza di Lucas and company con personaggi ispirati
chiaramente alla saga di Guerre Stellari. Così abbiamo una sorta di Darth Vader(il
costume è identico),una serie di guerrieri di bianco corazzati, il buono aiutato
da un ragazzo che usa la filosofia tibetana per risolvere le questioni(e anche
due energumeni che compaiono, il ragazzino si chiama Tom Tom),un gigante
buono(una specie di Chewbecca ma indistruttibile) e tante altre cosette tra cui
un interminabile battaglia finale in cui i nostri pochi eroi svicolano tra un
raggio laser e l'altro non vendendo mai colpiti dalla masnada di cattivoni. Gli effetti
speciali pur ingegnosi sono assai rustici se confrontati al contraltare
americano. A me sinceramente a vedere questo film mi veniva da sorridere perchè
è talmente ingenuo che non poteva avere ambizioni di nessun tipo. Un film che fa della
sua naivete il suo punto di forza…
Fantascienza di puro intrattenimento sulla
scia di Guerre stellari anche se nella prima parte, almeno a livello scenografico,
si avverte l’influsso della tetralogia margheritiana. Semplice e ingenuotto nella trama, si apprezza per la
suggestiva artigianalità degli effetti visivi – lontana anni luce dal
frastornante digitale odierno – e per il buon cast internazionale, tra cui
figurano due bondiani: il gigantesco umanoide Kiel e la Bach, contessa Bathory
dello spazio. Di Rassimov, con look da samurai siderale, compaiono solo le
gelide pupille.
Interessante metàfora fantascientifica che
assembla - a volte in maniera apparentemente confusa - elementi appartenenti a
svariati generi: dalla versione "futuristica" della sanguinaria
contessa Erzsébet Báthory (la graziosa Barbara Bach, nei panni della perfida
Lady Agatha), a quella ipertecnologica dell'androide imbattibile, sorta di
proto-Terminator ante litteram. A Lado non interessa realizzare una spartana versione
low budget di Guerre Stellari e
punta, invece, sulle buone interpretazioni (ad esempio Richard Kiel, già
apparso in alcuni film di James Bond) e su validi dialoghi. Incompreso.
… Mettiamo
però una cosa in chiaro. Non vogliamo sparare sulla Croce Rossa, non vogliamo
far intendere che il film è da buttare nel cesso perché scopiazzava il film di
Lucas senza troppi complimenti (vedi anche i laser delle armi, i robot
domestici amici fedeli dell'uomo). Al contrario questo è il suo primo punto a
favore perché il coraggio di un azzardo simile va premiato per principio. L'umanoide poi
prova a metterci del suo, si ispira ai personaggi e alle atmosfere di Guerre
Stellari per tentare di allontanarsene in qualche modo, insomma non è
un suo film fotocopia. È ben girato da Lado (coadiuvato da Enzo G. Castellari nella
seconda unità), e poi ci sono gli effetti di makeup di Giannetto De Rossi, la
supervisione agli effetti speciali di Antonio Margheriti, le
musiche di Ennio Morricone, la fotografia di Silvano
Ippoliti (ha lavorato con Steno, Lucio Fulci, Luigi Magni, Tinto
Brass, Sergio e Bruno Corbucci, Enzo
Barboni, Pasquale Festa Campanile),
le scenografie di Enzo Bulgarelli e Giacomo Calò
Carducci. Con dei nomi simili si può pretendere di più ma far uscire un
brutto film era veramente impossibile.
Nessun commento:
Posta un commento