mercoledì 4 agosto 2021

Adikos kosmos (Unfair World) - Filippos Tsitos

quando le situazioni economico-sociali sono disperate non è probabile che i film comici abbondino.

Sotiris è un poliziotto con le sue teorie, nel mondo sbagliato non gli sembra che ci si possa comportare normalmente, e ha una sua giustizia, quella di assolvere, per principio, i colpevoli.

nella sua vita noiosa succedono poi due cose, un omicidio e l'amore, e gestire queste due cose insieme è drammaticamente difficile, praticamente impossibile.

non adatto per ottimisti.

buona visione - Ismaele

 

 

Sotiris fa il poliziotto ad Atene. Si occupa degli interrogatori, ma ha un'ossessione: vuole essere giusto. Giudica quindi i sospetti a partire da una sua morale personale e se ne infischia della legge. Nel tentativo di salvare l'ennesima anima innocente, uccide per sbaglio un uomo.
L'unico testimone del crimine è una signora di nome Dora, una donna delle pulizie che conduce un'esistenza frenetica. La lotta per la sopravvivenza l'ha resa ingiusta, ma il corretto Sotiris e la scorretta Dora si piacciono. Peccato che amore, onestà e giustizia siano difficili da mettere insieme.

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L'univers de « Unfair world », film grec doublement primé à San Sebastian (Prix de la mise en scène et prix du meilleur acteur) n'est pas sans rappeler celui d'Aki Kaurismäki. Par ses personnages sans le sou, généreux et débrouillards, par son traitement des décors aux monochromes ternis, mais aussi par ce qui fait le piment des films du Finlandais : le cynisme et l'humour pince sans rire. Doté du même goût pour des dialogues minimalistes et pour une certaine maladresse désespérée, Filippos Tsitos nous concocte un récit loufoque de casse raté, doublé d'une histoire d'amour naissante.

Militant dans sa conception de l'entraide, charmant dans sa défense de la rencontre comme élément fondamental d'une vie, « Unfair world » joue du comique de répétition (les longs face-à-face silencieux avec le patron, qui se transforment soudain en une longue discussion...) comme de ceux de situation ou visuels (les plans récurrents sur la buvette et le banc, auprès duquel les bouteilles vides s'accumulent...). Une œuvre intrigante, issue d'un pays en pleine crise, mais d'où les idées les plus saugrenues peuvent émerger (voir « Canine » et « Alps »), donnant des films qui valent la peine d’être découverts.

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El impacto debe estar centrado en la dureza, en la manera de retratar los espacios, de jugar con la iluminación, y de darle una fuerza a todo lo que se dice. Tiene un libreto muy denso, disparando continuamente sentencias en torno a los equilibrios de la justicia, a la equivalencia, al orden natural. “Mundo injusto” habla mucho, dice poco, y muestra sólo lo suficiente. Pone los acentos donde no debe, se obsesiona por generar contrastes entre un trasfondo realista y momentos de cierto ridículo, cuando más puede valerse por la brillante pero esporádica honestidad de sus errantes individuos, desesperados por encontrar en el cosmos un criterio de justicia infalible que los salve del abismo.

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It's a darkly comedic tale that is a little strange, but has more in common with the deadpan minimalism of Finnish master Aki Kaurismäki, than the utter weirdness of other recent Greek films. The story follows Sotiris (Kafetzopoulos), a depressed middle aged police investigator who no longer cares much about his job or his life. Who during the day sits at his desk summarily releasing any suspect he feels is worthwhile, while at night he drinks himself to sleep on the local park bench. One day he decides to try and save a man who he feels is innocent, and things go terribly wrong…

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Cosa rimane quando la crisi si è presa tutto. La solitudine, il silenzio, uno sguardo preso nel vuoto. L’oblio di se stessi e l’impossibilità di essere onesti. Un ambiente anonimo e spento, schiacciato dalla necessità, vittima del livellamento che annulla tutte le differenze: quelle che, in condizioni normali, strutturano la società garantendone il funzionamento. Nella Grecia dei giorni nostri, ormai, è saltato anche il dislivello che normalmente separa un poliziotto da un delinquente. L’agente Sotiris accantona, lanciandole sopra l’armadio, le pratiche relative a tutte le denunce che arrivano sulla sua scrivania. Interroga i presunti ladri, incendiari, sfruttatori della prostituzione, e poi li manda a casa. Nelle loro verità, ma anche nelle loro menzogne, riconosce infatti il compassionevole volto della disperazione, di fronte al quale bene e male divengono concetti relativi. Lui stesso, d’altronde, è ormai passato dall’altra parte. Però nessuno se ne è accorto, e comunque la cosa poco mporta. La realtà è diventata così impersonale da essere insensibile ad ogni cambiamento. È un paesaggio immobile che accoglie imperturbabile ogni paradosso

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