quando le situazioni economico-sociali sono disperate non è probabile che i film comici abbondino.
Sotiris è un poliziotto con le sue teorie, nel mondo sbagliato non gli sembra che ci si possa comportare normalmente, e ha una sua giustizia, quella di assolvere, per principio, i colpevoli.
nella sua vita noiosa succedono poi due cose, un omicidio e l'amore, e gestire queste due cose insieme è drammaticamente difficile, praticamente impossibile.
non adatto per ottimisti.
buona visione - Ismaele
Sotiris fa il poliziotto ad Atene. Si occupa
degli interrogatori, ma ha un'ossessione: vuole essere giusto. Giudica quindi i
sospetti a partire da una sua morale personale e se ne infischia della legge.
Nel tentativo di salvare l'ennesima anima innocente, uccide per sbaglio un
uomo.
L'unico testimone del crimine è una signora di nome Dora, una donna delle
pulizie che conduce un'esistenza frenetica. La lotta per la sopravvivenza l'ha
resa ingiusta, ma il corretto Sotiris e la scorretta Dora si piacciono. Peccato
che amore, onestà e giustizia siano difficili da mettere insieme.
L'univers de « Unfair world », film grec
doublement primé à San Sebastian (Prix de la mise en scène et prix du meilleur
acteur) n'est pas sans rappeler celui d'Aki Kaurismäki. Par ses personnages
sans le sou, généreux et débrouillards, par son traitement des décors aux
monochromes ternis, mais aussi par ce qui fait le piment des films du
Finlandais : le cynisme et l'humour pince sans rire. Doté du même goût
pour des dialogues minimalistes et pour une certaine maladresse désespérée,
Filippos Tsitos nous concocte un récit loufoque de casse raté, doublé d'une
histoire d'amour naissante.
Militant dans sa conception de l'entraide, charmant dans sa
défense de la rencontre comme élément fondamental d'une vie, « Unfair
world » joue du comique de répétition (les longs face-à-face silencieux
avec le patron, qui se transforment soudain en une longue discussion...) comme
de ceux de situation ou visuels (les plans récurrents sur la buvette et le
banc, auprès duquel les bouteilles vides s'accumulent...). Une œuvre
intrigante, issue d'un pays en pleine crise, mais d'où les idées les plus
saugrenues peuvent émerger (voir « Canine » et « Alps »),
donnant des films qui valent la peine d’être découverts.
…El impacto debe estar centrado en la dureza,
en la manera de retratar los espacios, de jugar con la iluminación, y de darle
una fuerza a todo lo que se dice. Tiene un libreto muy denso, disparando
continuamente sentencias en torno a los equilibrios de la justicia, a la
equivalencia, al orden natural. “Mundo injusto” habla mucho,
dice poco, y muestra sólo lo suficiente. Pone los acentos donde no debe, se
obsesiona por generar contrastes entre un trasfondo realista y momentos de
cierto ridículo, cuando más puede valerse por la brillante pero esporádica
honestidad de sus errantes individuos, desesperados por encontrar en el cosmos
un criterio de justicia infalible que los salve del abismo.
…It's a darkly comedic tale that is a little strange, but
has more in common with the deadpan minimalism of Finnish master Aki
Kaurismäki, than the utter weirdness of other recent Greek films. The story
follows Sotiris (Kafetzopoulos), a depressed middle aged police investigator
who no longer cares much about his job or his life. Who during the day sits at
his desk summarily releasing any suspect he feels is worthwhile, while at night
he drinks himself to sleep on the local park bench. One day he decides to try
and save a man who he feels is innocent, and things go terribly wrong…
Cosa
rimane quando la crisi si è presa tutto. La solitudine, il silenzio, uno
sguardo preso nel vuoto. L’oblio di se stessi e l’impossibilità di essere
onesti. Un ambiente anonimo e spento, schiacciato dalla necessità, vittima del
livellamento che annulla tutte le differenze: quelle che, in condizioni
normali, strutturano la società garantendone il funzionamento. Nella Grecia dei
giorni nostri, ormai, è saltato anche il dislivello che normalmente separa un
poliziotto da un delinquente. L’agente Sotiris accantona, lanciandole sopra
l’armadio, le pratiche relative a tutte le denunce che arrivano sulla sua
scrivania. Interroga i presunti ladri, incendiari, sfruttatori della
prostituzione, e poi li manda a casa. Nelle loro verità, ma anche nelle loro
menzogne, riconosce infatti il compassionevole volto della disperazione, di
fronte al quale bene e male divengono concetti relativi. Lui stesso,
d’altronde, è ormai passato dall’altra parte. Però nessuno se ne è accorto, e
comunque la cosa poco mporta. La realtà è diventata così impersonale da essere
insensibile ad ogni cambiamento. È un paesaggio immobile che accoglie
imperturbabile ogni paradosso…
Nessun commento:
Posta un commento