lunedì 2 agosto 2021

Il sindacalista - Luciano Salce

un film esplosivo, nel 1972, quando esistevano solo cgil, cisl e uil. 

siccome Luciano Salce (un grande regista, i primi due Fantozzi sono suoi, era, ed è, cinema politico, il suo) faceva film che sembravano di (molta) fantasia, ai più sembrava un guitto, in realtà anticipava i tempi.

le burocrazie sindacali che si sono dimenticate di difendere i lavoratori diventano pazze per le azioni di un piccolo, ingenuo, testardo lavoratore col vizio del sindacalismo (oggi diremmo di base).

Lando Buzzanca è perfetto nel ruolo e Renzo Montagnani non è da meno.

un gioiellino da (ri)vedere senza dubbio.

astenersi gli iscritti alla cgil e cisl, le loro coronarie rischierebbero.

a tutti buona visione - Ismaele

 

 

 

QUI il film completo


 

Il Sindacalista è un film con un marcia in più, ti chiedi come mai, da cosa derivi questa "propulsione", nonostante Landone Buzzanca di per sé sia un carburante imbattibile; presto detto, si tratta di Luciano Salce alla regia. Ecco che una commedia che poteva prestarsi a derive facilone, sbrigative se non addirittura pecorecce, si trasforma in una sottile ed ironica satira sociale, pur poggiata su un impianto da film comico nelle corde di Buzzanca

da qui

 

IL SINDACALISTA fu un film (di ottimo successo) fortemente voluto da Lando Buzzanca, che desiderava interpretare questo novello Don Chisciotte (parole sue) pronto a combattere sempre e comunque contro ogni tipo di sopruso padronale. Assecondato da Renzo Montagnani (ottimo nella parte del padrone della fabbrica di frigoriferi Tamberletti), Buzzanca recita con straordinaria convinzione, impersonando alla perfezione il sindacalista indipendente insofferente nei confronti del capitalismo ma anche - errore - degli stessi sindacati. Il suo continuo agitarsi e scioperare a oltranza finirà per incastrarlo, dimostrando quanto sia difficile muoversi nel mondo del lavoro se non si è a conoscenza delle “regole del gioco”. Così Ravizzi, esaltato dalle molteplici vittorie di facciata, finirà per soccombere. Bravo il regista Luciano Salce a non insistere esageratamente con il facile umorismo e bravi anche Castellano e Pipolo, autori di una sceneggiatura divertente e incisiva al punto giusto. IL SINDACALISTA è il tipico film con Buzzanca protagonista: a momenti di sane risate alterna interessanti riflessioni sociali, restando in qualche modo a testimoniare la realtà di professioni particolari e di situazioni comuni e popolari. La vita nella fabbrica è resa verosimilmente, le problematiche operaie (pur se solo sfiorate) sono analizzate con cura e nel complesso il film può dirsi riuscito. Non manca una certa ripetitività, ma Buzzanca e Montagnani sono una coppia azzeccata e insieme funzionano molto bene. 
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Devastante interpretazione di Buzzanca che dà al personaggio di "Saverio" furore e cuore da vendere. Bravi Montagnani e la Biagini. Gli operai in fabbrica sono tanti e allora spazio a volontà per Franca Scagnetti e company, i manovali di Cinecittà. Buona la regia di Salce che concede a Buzzanca una soggettiva onirico-allucinata sul finale.

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Possiede la qualità delle commedie italiane agre: raccontare eventi sociali delicati e complessi con finta leggerezza. Ovvero: il frontismo sindacale esasperato è la chiave per scardinare il capitalismo oppure solo l'ingigantimento di un esasperato individualismo? È allora da preferire l'attendismo col rischio di scivolare nel compromesso? La sceneggiatura non scioglie tutti i nodi o la fa superficialmente scadendo, a tratti, nella farsa (il Di Vittorio fantasmatico). Buzzanca bravo, ma troppo esagitato, più controllato Montagnani.

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Saverio e’ uno convinto. Convinto che i lavoratori vadano difesi ad oltranza e che qualunque mezzo e’ buono pur di ottenere cio’ che lui ritiene giustizia sociale e la sconfitta dei padroni.
E’ un sindacalista, uno autonomo al quale persino la "triade" sta stretta e le sue battaglie le combatte da solo, battaglie spesso inutili e retoriche ma del resto l’importante nella vita e’ essere coerenti, anche a costo di perdere contatto con le proprie idee.
Ovviamente Saverio ha una nemesi, quel Luigi Tamperletti titolare della fabbrica nella quale lavora, un imprenditore che produce, che rischia e capace anche di godersi gli onori oltre agli oneri della sua impresa, fino al giorno in cui, proprio grazie ai Saverio, capisce che il gioco non vale piu’ la candela..
Salce controcorrente, persino coraggioso nel sottolineare le idiosincrasie del sistema, tutto il sistema, giunto a privilegiare la lotta e a breve le P38, alla ragionevolezza.
Un anno dopo "La classe operaia va in Paradiso" serviva una bella pernacchia non denigratoria ma liberatoria e quale miglior faccia se non quella mascellosa di Lando Buzzanca capace di imprimere al volto del protagonista la giusta mistura di severita’ e nel contempo goliardia…

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