sabato 14 agosto 2021

La linea verticale – Mattia Torre

Luigi entra in ospedale, ha un tumore a un rene, bisogna intervenire.

il film, tre ore e mezzo, è diviso in otto parti, visibili su Raiplay. 

solo chi è stato in ospedale può fare un film così, e solo chi è stato in ospedale può capire qualcosa, i sempre sani possono solo intuire.

Valerio Mastandrea è il protagonista, straordinario come sempre.

le paure, i rapporti umani fra malati e con il personale ospedaliero, le ansie, il futuro, il tempo che passa, il mangiare, le visioni, non manca niente.

grazie a Mattia Torre per questo regalo, per me un gioiellino da non perdere, vi farà bene, promesso.

buona visione - Ismaele 


 

QUI la serie completa, su Raiplay


 

 

A Luigi viene diagnosticata una massa tumorale a un rene, da rimuovere con urgenza, così insieme alla moglie incinta Elena si reca in ospedale, dove dovrà essere operato da un oncologo eccellente: il professor Zamagna. Tra la preparazione dell'operazione e la degenza successiva a rischio di complicanze per il difficile intervento, Luigi ha modo di conoscere il mondo ospedaliero con la sua scala sociale, i suoi conflitti, le sue assurdità e naturalmente anche gli altri pazienti, alcuni veri e propri veterani che hanno sviluppato un modo tutto loro di condurre la vita da degenti.

C'era il desiderio di raccontare un reparto oncologico di un ospedale pubblico di assoluta eccellenza capitanato da un chirurgo che, per gentilezza e amore verso il proprio mestiere, rappresenta l'idea di un'altra Italia possibile. Contrariamente alla malasanità, che pure esiste, La linea verticale significa lo stare in piedi e aggrapparsi alla vita con tutte le forze, la malattia è vista come crisi ma anche come occasione di crescita e di riscatto.
Mattia Torre

La serie ideata, scritta e diretta da Mattia Torre, prende spunto da una sua vicissitudine autobiografica (che ha dato vita anche a un libro omonimo pubblicato da Baldini e Castoldi). Per quanto non manchi di satira verso il Paese e alcuni dettagli del sistema ospedaliero o l'indifferenza incallita di certi medici, ci ricorda che in fondo ci sono anche cose che funzionano e bene pure nel pubblico. Il tutto con una notevole dose di ironia, grazie a un cast molto ricco che ripesca per altro tre attori con cui Torre aveva già lavorato su Boris, facendo di questa breve serie una sorta di erede di quella rimpianta comedy.

da qui

 

Il terreno “minato” di un prodotto di finzione dedicato a malattie e malati viene brillantemente aggirato da una breve serie italiana ben fatta che si caratterizza per il buon livello della sceneggiatura che affronta argomenti serissimi con un approccio sospeso tra l’ironico e il drammatico, mettendo sempre al centro la persona e fissando un punto fermo per una non banale riflessione. Ottima è completamente credibile la prova di Valerio Mastandrea, attore ormai capace di misurarsi agevolmente con ogni genere.

da qui

 

…La storia si svolge integralmente in un grande ospedale cittadino, in due settimane dove si alternano la disperazione e la certezza della fine; la speranza da leggere sulle facce dei medici, la fiducia e insieme la sfiducia per la scienza e le medicine; l’umanità e l’asprezza delle relazioni, costrette nei ritmi di un reparto urologico dove si susseguono oncologi e chirurghi, anestesisti e infermieri, come in una cittadella a sé, priva di contatti con la realtà. La narrazione è originale, ironica, spesso onirica. Cruda, urlata e insieme poetica, spesso struggente.

Fluisce dalla mente di una persona che, come lui stesso afferma, prima che gli venisse diagnosticata la malattia, pensava di essere invincibile. Se si mette da parte il pensiero che l’autore di questa storia ne è rimasto vittima, è uscito sconfitto, giovanissimo, dalla battaglia contro il cancro, il film ha diversi aspetti positivi ed è capace di oltrepassare il senso della paura che tutti abbiamo, ed innalzare un evento così temuto a una curva della vita che si può superare, seppure con fatica e coraggio ed un passo per volta; ed in ogni caso rafforza, insegna, fa acquisire valore a quelle minuscole gioie di cui prima non ci si accorgeva nemmeno…

da qui

  



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