mercoledì 11 agosto 2021

Scacco alla regina - Pasquale Festa Campanile

è uno di quei film da vedere due volte, la prima sembra quasi un film un po' porno, ma non lo è, e durante e dopo ti lascia inquieto.

poi bisogna cambiare gli occhiali e il film cambia.

è un film sul coraggio della libertà, difficile, sull'amore per la schiavitù, più semplice, in un mondo dove tutto si può comprare.

anche la padrona (Rosanna Schiaffino) alla fine si accorge che la schiava (Haydée Politoff) non fa la schiava per lavoro, per i soldi, ma lo diventa interiormente, si affeziona morbosamente alla padrona.

alla sceneggiatura ha lavorato Brunello Rondi, da questo capisci che è un film di serie A, disturbante quanto basta, quando si potevano fare, e sopratutto pensare di fare, film così.

 

un piccolo gioiellino che non fa stare bene neanche oggi, da non perdere - Ismaele



 

QUI il film completo



 

 

Pasquale Festa Campanile, cineasta molto prolifico e specializzato in commedie (anche se si è cimentato anche in altri generi), ci racconta di come un rapporto di dominazione e schiavitù, tra padrona e serva, possa trasformarsi in qualcosa di più, evolvendosi in una sorta di simbiosi tra le parti. Simbiosi derivata dalla totale devozione e venerazione (della serva)  per la padrona, fino a sfociare in un rapporto malato, al limite del morboso,  che comporterà l’annullamento totale di un essere umano, ridotto a mero oggetto…

La colonna sonora è curata da un ispirato Piero Piccioni, che sforna delle tracce una più sinuosa dell’altra stile dark bossanova, con vocalizzi ipnotici e sinuosi, da riascoltare nel proprio stereo di casa più e più volte. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, il film soffre di una parte centrale abbastanza lenta dove si ripetono, anche se in modi diversi, gli stessi rituali di sottomissione e servitù e la sceneggiatura ne soffre non trovando spunti neanche nei dialoghi che non abbondano, anzi. Delle situazioni più variegate non avrebbero certo guastato all’economia del film.

“Scacco alla Regina”, nonostante questi piccoli difetti, risulta un film di sicuro interesse, soprattutto per il non banale tema trattato. Vale la pena riscoprirlo.

da qui

 

Nel teatro di una sfarzosa villa dagli interni psichedelici e modernissimi si consuma il trionfo della borghesia annoiata a morte (una Schiaffino magnifica, di una bellezza sconvolgente!), dove perfino la servetta (la graziosa Politoff) è in realtà ricca, perversa e lavora per combattere il logorio del disagio esistenziale (si scorge la santa mano di Brunello Rondi in sceneggiatura). Inutile giudicare un film di questo calibro con i canoni di oggi: conviene quindi tirare i remi in barca e lasciarsi trascinare da questo fiume schizofrenico.

da qui


Nessun commento:

Posta un commento