sabato 1 luglio 2023

Delitto d'amore - Luigi Comencini

una storia d'amore nella nebbia di Milano, fra Nullo (Giuliano Gemma) e Carmela (Stefania Sandrelli), giovani e belli, operai e timidi, con poche parole.

è anche un film sul lavoro, la fabbrica, l'inquinamento, le malattie sul lavoro, in quegli anni i lavoratori alzavano la voce, e Luigi Comencini li ascoltava.

film triste, che rappresenta bene l'incomunicabilità di due mondi costretti a convivere, e, d'altronde, non c'è niente da ridere.

un film da (ri)vedere, un esempio di cinema impegnato, senza essere mai noioso, anzi...

non perdetevelo, se volete vedere una bella e tormentata storia d'amore .

buona (operaia) visione - Ismaele

 

 

QUI il film completo, su Raiplay

 


Film ambientato nella nebbiosa Milano, però girato a Cinisello Balsamo comune dell’hinterland, film che mi ha commosso, per la triste vicenda, il contenuto altamente drammatico e che illustra alla perfezione la condizione degli immigrati dal sud Italia e le loro condizioni lavorative precarie. la storia d’amore tra due persone semplici Nullo e Carmela operai che si innamorano, però purtroppo lei Carmela non farà in tempo a godersi il matrimonio, perché morirà subito dopo il matrimonio officiato in casa dal sindaco interpretato da Walter Valdi, particolarmente straziante la scena quando telefona al suo paese, sapendo che è l’ultima volta, il suo ultimo desiderio parlare con una persona a caso e chiedere se c’è il sole, anche in questo caso la morte non viene filmata, la di intuisce. Luigi Comencini fu un grande regista di commedie, sapeva filmare i bambini vedasi “Incompreso” od il “Pinocchio” televisivo, qui altrettanto lucido e bravo in un film ad alto tasso di drammaticità. Detto della splendida interpretazione di Stefania Sandrelli al culmine della sua bellezza e maturità di donna, i suoi primi piani ed i suoi dolci e malinconici sguardi sono il motivo principale per guardare ed amare questo film semplice. Giuliano Gemma interpreta Nullo l’operaio buono in modo molto personale e realistico, vita filmata o rigurgito di neorealismo in questo film dimenticato, che non ebbe successo al botteghino e tiepidi commenti della critica…

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Les personnages n’ayant pu se construire en amont, ils en deviennent des proies faciles à exploiter au sein de l’usine. Comencini ne façonne pas une figure patronale tyrannique et toute-puissante, mais plutôt une machine apte à user des failles des ouvriers pour les plier à sa volonté dans une logique impersonnelle et implacable. L’illusion d’une bienveillance de façade existe par les attentions stériles (la ration de lait qui n’empêchera pas les travailleuses de s’intoxiquer aux gaz de l’usine) et la bonhomie qu’affiche le patron, mais ce n’est que pour mieux nous soumettre. Lorsque l’on parvient à tourner le dos aux manœuvres trop visibles, ce sont nos désirs qui nous perdent puisque c’est précisément pour rester proche de Nullo que Carmela persistera à travailler aux fours qui lui coûteront sa santé. Ce mensonge, cet assujettissement au service du profit s’étendent finalement à toute la grisaille de cette cité grisâtre et cotonneuse. On renonce à ses racines, à ses convictions, pour finir plus brisé qu’au départ, à l’image de ce Milan qui s’enlise dans la pollution industrielle par volonté d’expansion économique - Comencini se montre précurseur par cette préoccupation écologique lors d’une scène où l’on observe un fleuve jonché de détritus.

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Qui il tono è certamente più gravoso, perché siamo nei pressi di una storia d’amore nudo e crudo in un contesto che più proletario non si può (una fabbrica nel milanese), infarcita di elementi tipici del temperamento meridionale (enfatizzazioni, vendette, sotterfugi) del suo autore (Ugo Pirro) e filtrata attraverso la caratteristica delicatezza mai melliflua né mielosa del regista lombardo. Come Anonimo veneziano si presentava come risposta nostrana a Love StoryDelitto d’amore può essere considerato un Love Story di sinistra, cupo e fumoso, fosco e disperato (fotografia di Luigi Kuveiller), forse non sempre riuscito o calibrato ma efficace nella giusta mescolanza di realismo sociale e melodramma romantico, con un’ultima parte opportunamente straziante. Merito anche di due attori bravissimi: Stefania verace e passionale, Giuliano sanguigno e coinvolto (che sia la sua miglior prova?). Commento musicale di Carlo Rustichelli: si sente.

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Andavano di moda le Love Story e Comencini si prese la sua libertà di raccontarne una con tutti i sentimenti possibili, la critica non fu daccordo, il pubblico rimase leggermente perplesso data l'ambientazione ed le finalità sono tutte ecologiche o quasi.

Ugo Pirro con Comencini hanno lanciato questa sfida, che io reputo riuscita ed anche emozionante, e che farebbe piacere che si riscoprisse.
Come sempre il regista ha saputo scegliere il suo cast, e questa volta senza compromessi evidenti ed il gioco è stato fatto, certo la commozione finale è di rito, ma non gratuita.

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