sabato 15 luglio 2023

Caltiki il mostro immortale - Mario Bava, Riccardo Freda

una bellissima sorpresa, tanto cinema posteriore deve un bel po' a Caltiki.

un film avventuroso, una città nascosta, una dea immortale, vendicativa, come è normale.

Caltiki è una dea che si trasforma, si rigenera, e, come un blob, diventa incontenibile.

un gran bel film, promesso, non perdetevelo.

buona (sorprendente) visione - Ismaele

 

 

 

Nonostante abbia trovato poco successo da parte della critica del tempo che guardò con poco interesse il film di Freda scrivendo su di esso poche righe, Caltiki il mostro immortale appare come un film di enorme complessità possedendo una struttura dipartita molto forte, poiché se la prima parte della sceneggiatura propone un genere tendente all’avventura con sfumature archeologiche legate al mitologico in uno scenario come la Guatemala nel Centro America, la seconda parte del film rimescola tutte le carte drammaturgico trasportandoci all’interno di un film di genere completamente divergente.

Fin dal suo incipit il lungometraggio di Freda e Bava assume una sua connotazione molto divergente dai classici film di fantascienza girati nella terra di Hollywood, aprendosi con una voce narrante che risulta al fine una falsa pista risultando una scelta molto forte del cineasta. Il prologo stesso va a collocare molto precisamente l’orizzonte narrativo del film al pubblico andando a spiegare il legame di un’antica popolazione con l’astronomia e l’avanzamento della scienza e il grande enigma della storia come la scomparsa dalla civiltà Maya, poi si mette l’accento sulla leggenda popolare che fa riferimento alla Dea immortale Caltiki, che risulta essere una falsa pista all’interno del lungometraggio poiché non abbiamo la Dea che compare e distrugge tutto ma un Blob, una sostanza che è futto e simbolo di una degenerazione organica e non certo l’immaterialità che evocherebbe la Dea con lo spirito sovrannaturale. Nell’incipi lo sceneggiatore gioca sun un terreno di forte esibizione: da un lato abbiamo la presenza della voce over con il narratore che spiega leggende e dona informazione con nozioni false che danno vita al lato della falsa pista.

In Caltiki il mostro immortale passato e futuro vengono mesi in forte interazione, per non dire in collisione tra loro. Da un lato la civiltà dei Maya, dall’altro la maledizione che proietta i suoi anatemi nel futuro, quindi da un lato la leggenda, dall’altro la profezia; il passato delle rovine contro un paesaggio che visivamente e iconograficamente richiama le lande desolate post – apocalittiche o lunari, e non il sito archeologico rigoglioso, ricco di tradizione e passato. Il tema dell’archeologia del futuro compare qui per la prima volta nella storia del cinema venendo successivamente ripreso da Bava, Ridley Scott e Kubrik, sia enunciato a livello verbale, sia a quello visivo…

https://www.locchiodelcineasta.com/caltiki-il-mostro-immortale-1959/?expand_article=1

 

Freda e Bava metabolizzano la lezione della fantascienza americana e confezionano una pellicola che, quantunque naif, anticipa momenti di certo cinema di genere degli anni a venire, come il filmino girato dagli scienziati scomparsi (con tanto di soggettiva della cinepresa tremolante) di molte pellicole esotico-avventurose o il mostro che contamina gli umani e se ne serve a guisa di vettori. Fotografia atra e apoteosi dell’artigianato italico nel geniale utilizzo della trippa mossa da bastoni per animare il radioattivo blob. Intermezzo di danza tribale con coreografie di Paolo Gozlino.

https://www.davinotti.com/film/caltiki-il-mostro-immortale/330

 

...Del 1959 è il film Caltiki, il mostro immortale, che ho scelto di “recensire”.

Anche qui la fotografia è di MARIO BAVA (con lo pseudonimo di John Foam), come gli effetti speciali (pseudonimo Marie Foam). La regia è di RICCARDO FREDA (Robert Hampton) e la sceneggiatura di FILIPPO SANJUST (Philip Just). È una pellicola che inaugura la moda anglofila che impererà negli anni Sessanta (più che altro si sperava di poter rendere il film vendibile per il mercato statunitense) e il cast, composto da dignitosissimi attori italiani, vede il solo JOHN MARIVALE di effettiva origine canadese. La nostra DIDI PEREGO è diventata Didi Sullivan, DANIELE PITANI è Daniel Vargas, ARTURO DOMINICI invece Arthur Dominick . Vi risparmio ogni altro buffo pseudonimo. Nel cast figurano anche GIACOMO ROSSI STUART (padre dell’ex idolo delle adolescenti, Kim Rossi Stuart) e DANIELA ROCCA, la baffuta moglie di Mastroianni in Divorzio all’italiana, qui naturalmente bella e prosperosa, nella parte di una messicana, Linda.

Brevemente la trama, ispirata a un’antica leggenda messicana: il biologo John Fielding si trova nella giungla dello Yucatan, con la moglie Ellen (una giovane e praticamente irriconoscibile Didi Perego) e l’assistente Max Gunther, per scoprire le tracce dell’antica civiltà dei Maya. Improvvisamente un componente della spedizione scompare e un altro impazzisce dopo una breve escursione nell’entroterra. John e Max decidono di scoprire le cause di questi avvenimenti e in una grotta rinvengono la statua di Caltiki, la dea della morte. Davanti alla statua c’è una pozza d’acqua semi-putrida dalla quale, improvvisamente, emerge un mostro orribile (assemblato da Bava, a quanto pare, con frattaglie di maiale, cibo per gatti, che gli danno un effetto viscido e schifoso), che afferra un braccio di Max. John riesce a malapena a strappare l’assistente dalla voracità del mostro e lo conduce poi a Città del Messico dove un’equipe medica riesce a staccare dal braccio un brandello della “carne” che lo aveva avviluppato, scoprendo che costituisce una gigantesca cellula primordiale, sviluppatasi sotto influssi radioattivi.

John si porta a casa l’organismo unicellulare, per poterlo studiare comodamente ma, durante una sua assenza, il passaggio di una cometa radioattiva risveglia le energie latenti in quella massa mostruosa che incomincia a crescere e a moltiplicarsi (una specie di Blob di interiora). La casa viene quasi fagocitata dal mostro, che ingloba, divorandolo, Max, il quale, impazzito, si era recato dall’amico per rapirne la moglie. Al suo ritorno, John si rende conto che la situazione è critica e chiede un intervento militare: viene inviato un reparto scelto, con lanciafiamme e carri armati. Il mostro, che stava per dare l’assalto alla città, viene distrutto (ovviamente, siamo negli anni del lieto fine). Solo a questo punto John riesce a riabbracciare la moglie, che ha vissuto con la sua bambina lunghe ore d’angoscia.

Uno dei punti di interesse di questo film è che fu completato proprio da Bava (il quale successivamente realizzerà altri sci-fi movie come Terrore nello spazio del 1965), dopo l’abbandono di Freda, che mollò tutto in seguito a una discussione con la produzione.

La bravura di Bava, noto ai più come maestro dell’horror, è evidente nella fotografia, molto curata e d’atmosfera, con un forte contrasto bianco/nero, e negli effetti speciali. Alcuni detrattori del film, e di tutta la filmografia horror, fantascientifica e fantastica degli anni 50/60, sostengono che senza l’apporto di Bava nessuno avrebbe notato Caltiki.

Ciononostante la struttura del film resta opera di Riccardo Freda. Nel suo libro Divoratori di celluloide, parla dell’orrore come “espressione storica del terrore che l’uomo ha incamerato durante l’epoca buia della preistoria, quando le fiere facevano sentire i loro ruggiti sinistri nel buio, e le tempeste atterrivano gli uomini accucciati nelle caverne”. Questo è il terrore che Freda vorrebbe trasmettere al pubblico, e in Caltiki ricorre alla figura del mostro per riuscirci.

In un’intervista a Tornatore, spiegò “che la sua inclinazione per l’horror affondava le sue radici nel cinema tedesco dell’espressionismo” (Il Golem, Nosferatu, aprirono la strada alla sua creatività cinematografica). Con Bava, che iniziò a collaborare con lui, ebbe ottimi risultati, sia negli effetti speciali (anche se il mostro di Caltiki in fondo non era che un ammasso di trippa di maiale), che nella fotografia; pare che per riprendere una casa mentre infuriava un temporale usassero una foto: vi facevano scorrere dell’acqua e l’illuminavano a sprazzi, simulando i lampi.

Prima di Caltiki, Bava lavorava come direttore della fotografia per PIETRO FRANCISCI, e, benché fosse lui a scegliere le inquadrature, a creare gli effetti, a decretare il successo dei film diretti da Francisci (Orlando e i Paladini di Francia, Le Fatiche di Ercole, Ercole e la Regina di Lidia), quest’ultimo ne parlava malissimo, alle spalle. Freda, venutolo a sapere, pensò di reclutare l’amico proprio per Caltiki.

Quali sono gli elementi che rendono questo film appartenente al filone “fantascienza”, anziché relegarlo a quello “horror” (sebbene l’uso del termine “relegare” potrebbe apparire denigratorio per il genere, che ha moltissimi cultori e appassionati)?

Se dovessimo ascoltare la definizione dello “Zingarelli-Zanichelli” (Fantascienza – sf -”interpretazione fantastica ed avveniristica delle conquiste della scienza e della tecnica che entra come componente essenziale in un particolare genere di letteratura, spettacoli e sim.”) il film non rientrerebbe nei parametri.

Già il “Webster Dictionary” apre delle possibilità: “narrativa di genere altamente immaginativo o fantastico, coinvolgente un qualche fenomeno scientifico reale o immaginato”.

Frankenstein, della SHELLEY, viene considerato un precursore della letteratura fantascientifica: perché allora una creatura monocellulare che giace in letargo dalla notte dei tempi e inizia a crescere (pensate anche un po’ a Blob) fino a fagocitare ogni organismo che le capiti a tiro non può rientrare, anche se con margine abbondante, nel genere? Se vogliamo (ricordiamo che è un film del 1959), possiamo accreditare Caltiki, il mostro immortale come un film che ha tratti di Fantascienza, Fantastico e Horror, un mix che per l’epoca era considerato “fantascienza”. Adesso pare che non esista Fantascienza senza un’astronave, senza degli alieni che interagiscono, positivamente o meno, con gli umani. Oggi il termine “mostro” non definisce il genere se il mostro non è alieno.

Comunque se MONGINI lo ha inserito nella Guida al Cinema di Fantascienza per fantascienza.com, io mi fiderei.

http://www.terrediconfine.eu/caltiki-il-mostro-immortale/

 

 

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