un film sorprendente, inizia in un riformatorio, o qualcosa del genere, e lì finisce, ma in mezzo c'è un prete (abusivo) che sconvolge (in meglio) la vita di un villaggio di campagna.
il protagonista è senza dubbio da premio Oscar, e nella sua breve permanenza in quel paesello porta perdono, grazia, verità, solidarietà, come ormai dimenticate laggiù.
e poi va via, e nessuno sarà come prima, crediamo.
mutatis mutandis, ricorda l'opera prima di Bryan Singer, Public access.
buona (imperdibile) visione - Ismaele
Accade, ogni tanto, che un regista sia toccato dalla grazia.
Ed è difficile pensare che Komasa possa realizzare qualcosa di più bello di
questo straordinario Corpus Christi (in originale Boże Ciało), un film in cui l’immagine parla e instaura con lo spettatore un confronto
incandescente: una visione che è piacere degli occhi, turbamento, riflessione
intima e stupore.
Nel raccontarci la trasformazione spirituale di un
giovane dal passato brutale e privo di argini etici, il regista si serve di una
forma che ha carattere di trascendenza. Nulla è lasciato al caso: la cura compositiva
dell’inquadratura, l’uso espressivo e talora mistico della luce, la scelta dei
piani e le vertigini prospettiche sono l’espressione visiva del percorso
interiore complesso e contradditorio del protagonista: un percorso carico di
anomalie e di incertezze bagnate in una fede che si fa strada per vie
misteriose e non convenzionali, viva e trascinante come un fenomeno naturale.
Il protagonista Daniel ne viene trafitto come da un raggio di sole: è ferito
dalla luce…
…Impeccably written and powerfully acted, Corpus Christi is one of the most daring foreign films of 2019.
This raw depiction of a dream came true (Daniel truly aspired to become a
priest) is framed with a careful composition and beautiful faint light, and
comes loaded with the right blend of tension, violence, spiritual intention,
and good-will. The wit is mordantly dark and one just has to settle back and
let this tremendous account do the rest. Expect to be knocked out by a
devastatingly potent finale.
…Ed è il vero punto di forza quello
di mettere al centro del racconto un personaggio che ha molto da farsi
perdonare, che forse fino alla scena del sottofinale in cui celebra l'ultima
messa ancora non è riuscito a rimuove in noi il sospetto che tutto sia una
atteggiamento puramente opportunistico, un personaggio che però cerca un legame
mistico, carnale sensoriale con Dio perchè sa che è l'unico che può offrirgli
il perdono.
Viceversa il
tema della colpa collettiva di una comunità incapace di perdonare solo perchè
così continua a proteggere se stessa è il peso di riconoscere la propria
colpa che rende difficile il perdono anche se si è credenti ferventi; tutta la
tematica della colpa e del perdono trovano quindi la spiegazione nella frase
con la quale abbiamo aperto all'inizio e che sentiamo diverse volte pronunciata
nel film.
Corpus
Christi possiede una forza spirituale trainante che si colora di
provocatorietà, di senso profondo religioso, di essenza della fede, di
una interpretazione quasi laica della religione, di un senso di riscatto e di
sacrificio personale, di una sovrapposizione alla figura di Cristo del
protagonista, mistico delinquente e imbroglione ma anche animato da un amore
religioso per chi sa regalare il perdono; il film di Jan Komasa è insomma uno
dei più belli, profondi, emozionanti del 2019, capace di regalarci un
personaggio, magnificamente interpretato da un superbo Bartosz Bielenia, di
quelli che rimangono impressi per tanto tempo.
…Jan Komasa costruisce un film non contro la religione,
bensì contro i dogmatismi, contro una religione sclerotizzata e asservita al
potere, con il modello dichiarato dal regista de Le onde del destino di Lars von Trier, con quelle campane celestiali che si
manifestano alla fine. Centrale in questo senso è anche la figura del sindaco,
pure giovane, che utilizza la chiesa come strumento di propaganda. Condizione
contro la quale Daniel comincia a ribellarsi. La figura di Damien è quella di
un autentico pastore, più vicino alla concezione protestante che non a quella
della religione cattolica profondamente radicata in Polonia. E, dopo essere
stato più volte tentato di smascherarsi in pubblico, durante un sermone, la
vera rivelazione prevederà il togliersi l’abito talare, rimanendo a torso nudo
ed esibendo così i tutuaggi sul suo corpo, con la donna a messa che esclama
«Dio ti benedica». Damien diventa così una figura cristologica, che si spoglia
di una divisa, mentre i fedeli, che paradossalmente venerano la figura di
Cristo nudo in croce, lo delegittimano della sua carica sacerdotale.
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