giovedì 14 ottobre 2021

Corpus Christi - Jan Komasa

un film sorprendente, inizia in un riformatorio, o qualcosa del genere, e lì finisce, ma in mezzo c'è un prete (abusivo) che sconvolge (in meglio) la vita di un villaggio di campagna.

il protagonista è senza dubbio da premio Oscar, e nella sua breve permanenza in quel paesello porta perdono, grazia, verità, solidarietà, come ormai dimenticate laggiù.

e poi va via, e nessuno sarà come prima, crediamo.

mutatis mutandis, ricorda l'opera prima di Bryan Singer, Public access.

buona (imperdibile) visione - Ismaele


 

 

 

 

Accade, ogni tanto, che un regista sia toccato dalla grazia. Ed è difficile pensare che Komasa possa realizzare qualcosa di più bello di questo straordinario Corpus Christi (in originale Boże Ciało), un film in cui l’immagine parla e instaura con lo spettatore un confronto incandescente: una visione che è piacere degli occhi, turbamento, riflessione intima e stupore.
Nel raccontarci la trasformazione spirituale di un giovane dal passato brutale e privo di argini etici, il regista si serve di una forma che ha carattere di trascendenza. Nulla è lasciato al caso: la cura compositiva dell’inquadratura, l’uso espressivo e talora mistico della luce, la scelta dei piani e le vertigini prospettiche sono l’espressione visiva del percorso interiore complesso e contradditorio del protagonista: un percorso carico di anomalie e di incertezze bagnate in una fede che si fa strada per vie misteriose e non convenzionali, viva e trascinante come un fenomeno naturale. Il protagonista Daniel ne viene trafitto come da un raggio di sole: è ferito dalla luce…

da qui

 

Impeccably written and powerfully acted, Corpus Christi is one of the most daring foreign films of 2019. This raw depiction of a dream came true (Daniel truly aspired to become a priest) is framed with a careful composition and beautiful faint light, and comes loaded with the right blend of tension, violence, spiritual intention, and good-will. The wit is mordantly dark and one just has to settle back and let this tremendous account do the rest. Expect to be knocked out by a devastatingly potent finale.

da qui

 

…Ed è il vero punto di forza quello di mettere al centro del racconto un personaggio che ha molto da farsi perdonare, che forse fino alla scena del sottofinale in cui celebra l'ultima messa ancora non è riuscito a rimuove in noi il sospetto che tutto sia una atteggiamento puramente opportunistico, un personaggio che però cerca un legame mistico, carnale sensoriale con Dio perchè sa che è l'unico che può offrirgli il perdono.

Viceversa il tema della colpa collettiva di una comunità incapace di perdonare solo perchè così continua a proteggere  se stessa è il peso di riconoscere la propria colpa che rende difficile il perdono anche se si è credenti ferventi; tutta la tematica della colpa e del perdono trovano quindi la spiegazione nella frase con la quale abbiamo aperto all'inizio e che sentiamo diverse volte pronunciata nel film.

Corpus Christi possiede una forza spirituale trainante che si colora di provocatorietà,  di senso profondo religioso, di essenza della fede, di una interpretazione quasi laica della religione, di un senso di riscatto e di sacrificio personale, di una sovrapposizione alla figura di Cristo del protagonista, mistico delinquente e imbroglione ma anche animato da un amore religioso per chi sa regalare il perdono; il film di Jan Komasa è insomma uno dei più belli, profondi, emozionanti del 2019, capace di regalarci un personaggio, magnificamente interpretato da un superbo Bartosz Bielenia, di quelli che rimangono impressi per tanto tempo.

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Jan Komasa costruisce un film non contro la religione, bensì contro i dogmatismi, contro una religione sclerotizzata e asservita al potere, con il modello dichiarato dal regista de Le onde del destino di Lars von Trier, con quelle campane celestiali che si manifestano alla fine. Centrale in questo senso è anche la figura del sindaco, pure giovane, che utilizza la chiesa come strumento di propaganda. Condizione contro la quale Daniel comincia a ribellarsi. La figura di Damien è quella di un autentico pastore, più vicino alla concezione protestante che non a quella della religione cattolica profondamente radicata in Polonia. E, dopo essere stato più volte tentato di smascherarsi in pubblico, durante un sermone, la vera rivelazione prevederà il togliersi l’abito talare, rimanendo a torso nudo ed esibendo così i tutuaggi sul suo corpo, con la donna a messa che esclama «Dio ti benedica». Damien diventa così una figura cristologica, che si spoglia di una divisa, mentre i fedeli, che paradossalmente venerano la figura di Cristo nudo in croce, lo delegittimano della sua carica sacerdotale.

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