i rapporti fra mafia e politica sono l'oggetto del film di Fernando Di Leo.
la Mafia vince, lo Stato perde, come nella realtà.
una sceneggiatura solida e verosimile non ti fa annoiare neanche un minuto, attori bravi nelle mani di un grande e dimenticato regista sono gli elementi di un gran film.
buona (mafiosa) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo, su Raiplay
faccio fatica a considerare questo film un poliziesco:nei
canoni del genere ci dovrebbe essere un ruolo precipuo per la polizia,ci
dovrebbe essere almeno un indagine,invece qui non c'è nulla di tutto questo,c'è
solo polizia che brancola nel buio,che fa tappezzeria o nel peggiore dei casi
polizia corrotta.Il film di Di Leo è un noir cupo e violentissimo in cui si
assiste alle dinamiche di carriera interne alla mafia,in cui si enuncia lo
stretto connubio mafia politica(e scommetto che all'epoca il film non fu
accolto bene da certa nomenklatura politica),in cui c'è lo sbeffeggiamento
sistematico e continuo del concetto d'onore tanto caro alla mafia.Non esistono
piu'uomini d'onore,il personaggio di Richard Conte nella seconda parte del film
dice a un altro personaggio che lui ha una sola parola d'onore:peccato che non
sia cosi'.Qui è tutto all'insegna della prevaricazione,tutti vengono meno alla
parola data(addirittura il killer Lanzetta uccide quello che considera come suo
padre per interessi dell'eltro boss),tutti cercano di fregare tutti.Il quadro
che ne vien fuori è sconsolante e la cosa che preoccupa di piu'è il sospetto
che tutto sia molto vicino alla realta'.Gli attori sono adeguati ai loro
ruoli:la faccia di legno Silva funziona egregiamente,come anche l'apparente
melliflua tranquillita'di Richard Conte.Mi ha impressionato di piu'la prova di
Garko,nei panni del commissario che ha rapporti con la mafia per mirare a un
ordine superiore,una prova di apparente assoluta nevrosi.Il finale non fa altro
che aggiungere benzina sul fuoco,si chiude con un continua come a dire che il
male trionfa e ancora continua a trionfare....
Uno splendido film d’azione, non noto come meriterebbe, come sempre
nel caso di Di Leo. Più che per le scene d’azione, che sono da manuale,
comunque il regista pugliese qui è da elogiare per la nitida descrizione del
rapporto tra stato e mafia: un rapporto vivo, intenso, decisivo per la
sopravvivenza e il prosperare di entrambi (per quanto patologico per lo stato,
cioè tutti noi), professionale, serissimo, di quelli in cui non ci si può
permettere di sbagliare.
La simbiosi tra stato e mafia è resa benissimo, proprio nella sua
accezione più tragica: è lo stato ad appiattirsi per essere mafia, più che il
contrario. Sia chiaro: il rapporto è per lo più alla pari, e, drammaticamente,
è fatto di convenienza reciproca, mentre la contrapposizione radicale è solo
apparenza da sfruttare opportunisticamente e propagandisticamente. Tale
contrapposizione non è mai reale, quando invece dovrebbe essere l’unica scelta
da parte dello stato, senza alternative.
I mafiosi portano voti indispensabili ai politici: riescono a
determinare la politica…
Tra i migliori Noir diretti dallo specialista Di Leo.Ad
avercene di registi cosi.Ottimamente scritto e diretto splendidamente,con un
inizio da antologia,è
un ritratto secco,spietato,durissimo del mondo
della mafia e,sopratutto,del
binomio Mafia-Politica.All'epoca molte polemiche
accompagnarono il film nelle
sale oggi questo scalpore non lo farebbe
piu'visto che,come al solito,la realtà
ha ben presto superato la fantasia.Grandissime
scene d'azione dirette con il
solito polso robusto da Di Leo che confeziona un
apertura ad Hoc e un finale
al cardiopalma davvero impressionante,con un
escalation di regolamento di conti
magistrale.Eccellente direzione degli attori che
offrono,chi piu'chi meno,delle
prove esemplari.Bravissimi,in particolare
Silva,Conte,Garko,Capponi e Caprioli.
Bellissima colonna sonora di Bacalov…
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