domenica 11 agosto 2024

Caro papà – Dino Risi

anni settanta, arriva il terrorismo, Vittorio Gassman è un'imprenditore di successo, ma non coi figli, che cerca di recuperare, almeno di impostare un dialogo.

il film con è perfetto, ma a Dino Risi e Vittorio Gassman come facciamo a non voler bene, a prescindere?

buona (patrna) visione - Ismaele


 

 

QUI il film completo, su Raiplay

 

 

…Risi quindi fa emergere le difficoltà di comunicazione tra le due generazioni: i padri ormai "schiavi" del capitalismo (con qualche amicizia reazionaria) e i figli simpatizzanti maoisti, che però vivono in gabbie d'orate con tanto di maggiordomi, autisti e camerieri. I tentativi del protagonista di avvicinare la generazione del figlio sono piuttosto scontati e fallimentari; così come sono pretestuose le accuse dei giovani nei confronti dei genitori: questi ultimi accusati persino di retorica quando parlano della Resistenza. Detto questo il film, seppure con un protagonista eccellente (Gassman premiato anche a Venezia) ed un soggetto tutto sommato interessante, non evita scivoloni nelle soluzioni un po' più facili e meno risolutive (ed in alcuni casi inverosimili): sin dall'inizio si ipotizza che l'attentato in divenire sia nei confronti del protagonista, abbastanza inverosimile che un diario così compromettente venga lasciato in bella vista su una libreria, altrettanto inverosimile che l'attentato venga compiuto all'estero (oltretutto nella trama non si spiega nemmeno chi sia il killer), per non parlare della guardia del corpo giapponese "in incognito" che fa di tutto per farsi notare e fallire miseramente il suo compito.

Tra le figure che si sono interessate alle condizioni di salute del protagonista dopo l'attentato subito, vengono citate Andreotti (allora Presidente del Consiglio), l'avvocato Agnelli (all'epoca a capo della più grande industria privata) e Michele Sindona, allora considerato uno dei più grandi finanzieri del Paese, e che nello stesso anno ha commissionato l'omicidio del Commissario Ambrosoli.

da qui

 

È un po' strano 'sto ragazzo... sempre zitto e misterioso. Ma che combina, che fa, con chi si vede?

Non è un film senza difetti, ma mi è piaciuto. Dino Risi si conferma bravo regista drammatico, oltre che di commedie (anche se non di azione: la sequenza dell'attentato è un po' incerta). Vittorio Gassman offre certamente una buona interpretazione, a tratti persino sottile e attenta alle sfumature. In un decennio in cui gli attori tendevano ad andare sopra le righe, a urlare o a fare i buffoni, questo è un pregio ancora maggiore. Nonostante la sua presenza, tuttavia, il film è sempre circolato pochino, e sinceramente non so spiegare perché…

da qui

 

E' sicuramente un film non all'altezza della fama di Risi e di Gassman. Si mette un po'troppa carne al fuoco,si vuole parlare di terrorismo(siamo nel 1979,in pieni anni di piombo e poteva essere un ottimo spunto per un film) e si cerca di parlare dei rapporti tra un padre e i suoi figli, tra cui una è in comunita'di recupero dalla droga e quando vede il padre non ha di meglio da fare che sputargli in faccia (e lui incassa nella massima indifferenza), l'altro simpatizza con alcuni terroristi che stanno organizzando un attentato contro il padre. Il problema è che solo il personaggio del padre viene abbozzato, una sorta di appendice del personaggio sempre interpretato da Gassman in In nome del popolo italiano, il classico cialtrone menefreghista e affarista,classico forte con i deboli e debole con i forti. Ma il tutto non funziona,è tutto opaco,sgranato e non convincente e anche la descrizione d'ambiente in cui Risi di solito era maestro risulta artefatta e lontana dalla realta'...per non parlare dell'inverosimiglianza....

da qui

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