anni settanta, arriva il terrorismo, Vittorio Gassman è un'imprenditore di successo, ma non coi figli, che cerca di recuperare, almeno di impostare un dialogo.
il film con è perfetto, ma a Dino Risi e Vittorio Gassman come facciamo a non voler bene, a prescindere?
buona (patrna) visione - Ismaele
QUI il film completo, su Raiplay
…Risi
quindi fa emergere le difficoltà di comunicazione tra le due generazioni: i
padri ormai "schiavi" del capitalismo (con qualche amicizia
reazionaria) e i figli simpatizzanti maoisti, che però vivono in gabbie d'orate
con tanto di maggiordomi, autisti e camerieri. I tentativi del protagonista di
avvicinare la generazione del figlio sono piuttosto scontati e fallimentari;
così come sono pretestuose le accuse dei giovani nei confronti dei genitori:
questi ultimi accusati persino di retorica quando parlano della Resistenza.
Detto questo il film, seppure con un protagonista eccellente (Gassman premiato
anche a Venezia) ed un soggetto tutto sommato interessante, non evita scivoloni
nelle soluzioni un po' più facili e meno risolutive (ed in alcuni casi inverosimili):
sin dall'inizio si ipotizza che l'attentato in divenire sia nei confronti del
protagonista, abbastanza inverosimile che un diario così compromettente venga
lasciato in bella vista su una libreria, altrettanto inverosimile che
l'attentato venga compiuto all'estero (oltretutto nella trama non si spiega
nemmeno chi sia il killer), per non parlare della guardia del corpo giapponese
"in incognito" che fa di tutto per farsi notare e fallire miseramente
il suo compito.
Tra
le figure che si sono interessate alle condizioni di salute del protagonista
dopo l'attentato subito, vengono citate Andreotti (allora Presidente del
Consiglio), l'avvocato Agnelli (all'epoca a capo della più grande industria
privata) e Michele Sindona, allora considerato uno dei più grandi finanzieri
del Paese, e che nello stesso anno ha commissionato l'omicidio del Commissario
Ambrosoli.
È
un po' strano 'sto ragazzo... sempre zitto e misterioso. Ma che combina, che
fa, con chi si vede?
Non è un film senza difetti, ma mi è piaciuto. Dino Risi si
conferma bravo regista drammatico, oltre che di commedie (anche se non di
azione: la sequenza dell'attentato è un po' incerta). Vittorio Gassman offre
certamente una buona interpretazione, a tratti persino sottile e attenta alle
sfumature. In un decennio in cui gli attori tendevano ad andare sopra le righe,
a urlare o a fare i buffoni, questo è un pregio ancora maggiore. Nonostante la
sua presenza, tuttavia, il film è sempre circolato pochino, e sinceramente non
so spiegare perché…
E' sicuramente
un film non all'altezza della fama di Risi e di Gassman. Si mette un po'troppa
carne al fuoco,si vuole parlare di terrorismo(siamo nel 1979,in pieni anni di
piombo e poteva essere un ottimo spunto per un film) e si cerca di parlare dei
rapporti tra un padre e i suoi figli, tra cui una è in comunita'di recupero
dalla droga e quando vede il padre non ha di meglio da fare che sputargli in
faccia (e lui incassa nella massima indifferenza), l'altro simpatizza con alcuni
terroristi che stanno organizzando un attentato contro il padre. Il problema è
che solo il personaggio del padre viene abbozzato, una sorta di appendice del
personaggio sempre interpretato da Gassman in In nome del popolo italiano, il
classico cialtrone menefreghista e affarista,classico forte con i deboli e
debole con i forti. Ma il tutto non funziona,è tutto opaco,sgranato e non
convincente e anche la descrizione d'ambiente in cui Risi di solito era maestro
risulta artefatta e lontana dalla realta'...per non parlare
dell'inverosimiglianza....
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