la triste provincia francese in bianco e nero, un nuovo giovane magistrato, un omicidio che non è quello che sembra.
la polizia crede di sapere gia tutto, ma tutto non è abbastanza.
e i dettagli salvano o condannano.
una storia alla Simenon, per ambientazione e sviluppo.
non è un capolavoro, ma un bel film di sicuro.
buona (grigia) visione - Ismaele
Filmone degno delle cinque stelle, c'è poco da
dire. Quando le atmosfere sono costruite così perfettamente, la cura dei
dettagli è impeccabile, gli attori sono tutti all'altezza e la storia avvince e
convince, solo una cosa può fare la differenza: la data. Questo è un prodotto
che non ha dovuto attendere, maturare, copiare, capire. Ha fatto da sè, è
sbocciato per un colpo di bravura ed ha lasciato un suo segno. E' una storia
che mostra l'influenza delle maglie del potere, la forza dei singoli e della
verità e lo fa attraverso i ritmi di un romanzo giallo perfetto, in cui non
manca la vittima, il movente, l'assassino (seppur in un senso da gustare tutto
nel finale) ed i colpi di scena. Belle le fasi degli interrogatori, vicine alla
verità più di quanto non si immagini, ottima la costruzione della tensione e
del sospetto. Degno di qualsiasi capolavoro della letteratura di genere,
consigliatissimo e senza sbavature.
…Sa dernière partie, nous l'avons vu, est
particulièrement réussie et prenante même si elle nous fait perdre de vue une
partie de l'intrigue initiale. Le casting remarquable rehausse également
nettement la qualité d'ensemble du film. Danièle
Delorme, Noël Roquevert, Bernard
Blier Daniel Cauchy, Paul
Frankeur ou Antoine
Balpêtré sont tous
excellents et composent des seconds rôles de très haute volée. Dommage que
l'interprétation du rôle principal soit plus faible : nous aurions d'ailleurs
été curieux de voir ce qu'aurait donné, à la place de Bory, le jeune Claude
Rich qui fut en balance pour le rôle. Enfin, même amoindrie, la réflexion menée
par Cayatte sur la justice et ses moyens reste intéressante.
E' un film che parla del marcio nascosto nella
provincia Francese degli anni '50, e non è l'unico. Ciò mi fa pensare che
qualcosa di vero doveva esserci negli scenari dipinti da questi film. La
vicenda è intricata e ben architettata; è composta da numerosi personaggi tutti
in connessione tra loro (quanto ai loro misfatti). All'inizio, tuttavia, il
film sembra scorrere un po' pigro, e sembra delinearsi la solita storia di
speculazione edilizia. Presto però la trama prende pieghe più ampie e più
complesse.
Sarebbe riduttivo dire che la pellicola
stigmatizza il marcio della borghesia o dell'alta società, perché qui gli
scheletri nell'armadio ce li hanno un po' tutti, dai ricchi ai poveracci. Del
resto anche la realtà è così. Il giovane magistrato, uomo di coscienza, alza la
grossa pietra e trova sotto serpentelli e scorpioni oltre ogni aspettativa, che
si agitano e scappano da tutte le parti. Ad uscirne male non è solo la
provincia francese, ma anche la polizia. I metodi usati nelle indagini, che
spesso partono da preconcetti, portano a prendere granchi e cantonate. Poi c'è
il problema della mancanza di fondi (...espressione molto attuale) e di mezzi,
che causa nell'investigazione colossali errori. Nel finale sembra profilarsi
una soluzione "ufficiale" del caso, che risparmi lo scandalo e la
figuraccia. Per fortuna però il magistrato è un uomo integro, che preferisce
l'umiliazione alla menzogna. Averne di più di uomini così.
E' un film ben condotto, senza toni
sensazionalistici od ideologici, onesto nello smascherare il male nascosto, ma
senza fastidiosi compiacimenti. I molti attori se la cavano tutti. Come molti
film sulle cittadine francesi di quegli anni, è velato di tristezza. Bella la
musica della sigla.
L'attore che interpreta l'addestratore di cani,
se non ricordo male, interpretò un ruolo ne "Il corvo" di H. G.
Clouzot, che ha più di un punto di contatto con questo film. L'attrice che fa
la donna delle pulizie della farmacia sarebbe stata scelta da Bunuel in tutti i
suoi film francesi, per piccole parti.
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