Arcibaldo ha avuto un trauma da bambino, gli sembra di avere il dono di far morire le persone (in realtà le donne).
e tutta la sua vita ruota intorno a questo destino/desiderio, facilitato da un carillon.
il film è cupo, anche se con momenti a volte divertenti, ma quella pulsione di morte domina la vita del protagonista e come in un imbuto sembra che si arriverà all'omicidio vero, non solo pensato.
e come in Mommy, di Xavier Dolan, la storia, verso la fine, ha una repentina giravolta, e finisce per diventare una cosa del tutto diversa dalle premesse e promesse seminate nel film minuto dopo minuto.
non perdetevi questo ennesimo gioiellino (messicano) di Luis Buñuel.
buona (carillonesca) visione - Ismaele
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il
film completo, in italiano
QUI il film completo, in spagnolo
Arcibaldo (chiamato, per ragioni misteriose, Alessandro nella
versione italiana) rievoca attraverso numerosi flash-back gli episodi che nel
corso della vita lo avevano reso un potenziale assassino, cominciando dalla
vicenda che egli considera all’origine di tutte le altre: la grande
fascinazione che, da piccolo, esercitava su di lui il carillon della madre,
oggetto magico, secondo il racconto dell’odiata governante, che rendeva
possibile realizzare i desideri più segreti del cuore…
… Estasi di un delitto è una bellissima,
surreale, complessa commedia nera.
La descrizione della parte onirica necessaria per Bunuel fa nascere un senso di
inquietudine.
Si può dire che si resta “estasiati” dalle gesta mancate del protagonista,
soprattutto perchè non sono azioni d’amore ma di morte dichiarate.
Estasi di un delitto riesce
nell’intento di far compiere alla realtà quel salto per superare un limite e
divenire surrealtà.
Tra le scene fumose e sfocate, con
sovrapposizione di pellicola per rendere al meglio l’impalpabile dei sogni, il
“sogno ad occhi aperti” è comunque una costante di tutto il film.
O della frustrazione. Bunuel disattende ogni aspettativa, carica
la tensione e la rilascia nel vuoto seguendo l’iperbole effimera di un grande
carillon. Il solco chirurgico scavato tra ironia e dramma, follia e norma, nega
ai due versanti qualsiasi statuto di interezza ponendo l’intenzionalità del
singolo quale complice e veicolo di ogni sensato accadimento. Sempre caustico,
non manca di servire il suo corollario di battute iconoclaste, mentre ottempera
ad un geniale e insolitamente lineare racconto di tormenta e fuggevole umanità.
Freudiano e arguto.
In un lungo flashback, il ricco e colto Archibaldo racconta ad
un suora la sua storia di serial killer pateticamente frustrato, i cui istinti
omicidi sono messi in moto dal suono di un carillon, legato ad un ricordo
d'infanzia. Morte e sesso annodati in modo indissolubile, impotenza
rappresentata dall'impossibilità di portare a termine l'omicidio. Gioiello del
periodo messicano del regista, la cui godibilità non risulta compromessa
neppure dal modesto cast (ma il protagonista risulta comunque simpatico). Un
paradosso beffardo concluso con un finale-marameo.
…Del mismo modo en que la frustración amorosa va de la mano del
fiasco criminal, una y otra vez nos topamos con un personaje adinerado que
quiere sangre y vísceras pero que debe resignarse a muertes a la distancia,
higiénicas y de segunda mano que responden a su cobardía e insatisfacción
crónica. Buñuel subraya que por más que se deleite en bellas fantasías
surrealistas en las que la sangre mancha la lente de la cámara y un humo
infernal lo cubre todo, De la Cruz queda preso del azar y esa típica impunidad
burguesa que en esta ocasión ni siquiera es buscada por el parásito social en
cuestión. Más allá de detalles maravillosos como el hecho de que Archibaldo
sólo toma leche, símbolo de su mega infantilismo, y es ceramista por hobby,
caricatura de alguien que trabaja con sus manos no obstante no puede usarlas
para matar como tanto desea, aquí sobresalen el maniquí idéntico a Lavinia que
“mata” De la Cruz como consuelo, algo así como un doppelgänger cosificado y
tieso de la mujer real y signo de la pusilanimidad y mala fortuna del hombre,
la conversación chauvinista/ fervorosa/ lírica entre un militar, un sacerdote y
un político, por demás onanista para con la patria y la pompa católica, y
finalmente la genial ironía del desenlace vía Archibaldo yéndose con Lavinia,
la única mujer que “sobrevivió” a su compañía y cuyo simulacro de muerte fue lo
más cercano al crimen que jamás estuvo en este limbo entre la praxis real y la
imaginación.
Luis Bunuel è uno dei miei registi preferiti, se non l'hai ancora visto ti consiglio Bella di Giorno con Catherine Deneuve ^_^
RispondiEliminaavevo visto tutto Buñuel in una rassegn quarant'anni fa, adesso sto facendo un "ripasso" e anche Bella di giorno non mancherà...
Eliminabeato te, non è facile trovare tutti i films di bunuel
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