un affettuoso ricordo di Francesco Nuti con le parole di Kris Kelvin
Francesco Nuti era quasi coetaneo
di Roberto Benigni e, ironia della sorte, erano praticamente
vicini di casa: Nuti è cresciuto a Narnali, Benigni a
Vergaio. Due frazioni di Prato distanti in linea d'aria non
più di un paio di chilometri. E Nuti e Benigni hanno
rappresentato negli anni '80 e '90, con la loro orgogliosa toscanità, due dei
talenti più puri e cristallini dello spettacolo italiano. Ma se Roberto aveva
una comicità ruspante, caustica, sfrontata, irriverente, Francesco era
malinconico, romantico, dolente, sognatore... era facile innamorarsi di lui, e
infatti era sempre circondato da donne bellissime, che lo adoravano prima come
uomo che come artista. Almeno fino a quel maledetto 1994, l'inizio della fine,
ovvero l'anno in cui uscì OcchioPinocchio, il suo film più megalomane
e sfortunato e che decretò la sua morte artistica. E tutto quello che sarebbe
accaduto dopo.
Da allora infatti solo dolore, insuccessi, sofferenza
atroce e tanta jella. Abbandonato, dimenticato da tutti e sfigato fino
all'ultimo giorno. Gli è toccato andarsene lo stesso giorno che è morto Silvio
Berlusconi, così da essere rimosso dagli onori delle cronache perfino
nel giorno della sua dipartita.
Eppure era un grande, Francesco. I suoi
primi film da attore (Madonna che silenzio c'è stasera, Io, Chiara e lo
Scuro, Son contento) denotavano già un talento cristallino, stralunato,
fatto di poesia e minimalismo, una recitazione delicata e surreale che lo
facevano risaltare in un'epoca già clamorosamente prodigiosa per la commedia
all'italiana (non c'era solo Benigni, ma anche Verdone e Troisi,
giusto per fare due nomi, e tutti più o meno coetanei). Ma solo dopo essere
passato (anche) dietro la macchina da presa Nuti costruirà i
suoi capolavori: Tutta colpa del Paradiso, Stregati, Caruso Pascoski,
Willy Signori... autentiche pietre miliari della comicità, che gli
regalarono una notorietà clamorosa, forse eccessiva per un carattere timido e
malinconico come il suo. Fino, appunto, al tragico spartiacque
di OcchioPinocchio: Nuti lo girò in America, contro il
volere del produttore Mario Cecchi Gori, facendo lievitare i
costi di produzione fino alla cifra folle per i tempi di quasi 30 miliardi di
lire. Ne incassò appena 5, fu stroncato da pubblico e critica e finì per
diventare uno dei più grandi flop della storia del cinema
italiano.
Nuti non si riprese più. Il divorzio (burrascoso) con
Cecchi Gori fu inevitabile. Il "sistema" gli si rovesciò contro:
divenne un reietto, fu ghettizzato, emarginato dai salotti che contano. Girò
altri tre film (Il Signor Quindicipalle, Io amo Andrea, Caruso zero in
condotta), che però non erano nemmeno paragonabili a quelli dei tempi
d'oro. Cominciò a bere e a dissipare soldi e talento (anche - si dice - a causa
di una forte delusione amorosa) fino all'incidente del 2006: una caduta dalle
scale, da solo, ubriaco fradicio, e i conseguenti danni neurologici che lo
hanno accompagnato fino alla morte, a soli 68 anni.
Oggi di Francesco Nuti rimangono solo
i ricordi e qualche sbiadito filmato su YouTube. Le tv non trasmettono mai i
suoi film. Le piattaforme, vergognosamente, lo ignorano (Netflix non
ha alcuna sua opera in catalogo, su Prime si trova solo A
ovest di Paperino). Per questo mi pareva doveroso rendergli un tardivo,
insufficiente, pavido omaggio, per ricordare un uomo sfortunato e bellissimo,
geniale e schivo, che ha scritto la storia del cinema comico italiano (e non
solo) e che merita un ricordo. Anche su un piccolissimo, insignificante blog di
cinema come questo.
In memoria - Giuseppe Ungaretti
Locvizza il 30 settembre 1916
Moammed Sceab
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè
sciogliere
il canto
del suo abbandono
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa.
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
che visse.
Grazie per aver condiviso il mio post (per Francesco, più che altro). Immensa stima per te, davvero. Un abbraccio sincero <3
RispondiEliminaogni tanto scriviamo cose che ci hanno colpito molto, e quando le leggiamo le mandiamo in giro, sperando che qualcuno le scopra...
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