ispirato a una storia (purtroppo) vera, il film segue le imprese di una piccola banda di delinquenti, che non credono di esserlo.
Nathalie è l'esca del titolo, la ragazza da sogno, una piccola escort (si dice così?) per uomini da derubare.
lavora insieme ai due complici, il fidanzato Eric e l'amico Bruno; il terzetto ha un sogno, andare negli Usa, paese dove si possono fare i soldi, ma manca il capitale iniziale .
e così bisogna darsi da fare, rubare a chi ha i soldi cosa sarà mai?
sono tre ragazzini che non sanno cosa fanno, credono che la vita sia come un film, uno non a caso, Scarface con Al Pacino.
e Nathalie è proprio una bambina, vedere per credere.
un film da non perdere.
buona (ruvida) visione - Ismaele
El incidente Hattab-Sarraud-Subra, también llamado “caso de la
carnada”, es un célebre episodio delictivo francés de 1984 en el que una bella
chica de 18 años, Valérie Subra, se confabuló con dos cómplices igual de
ingenuos que ella, Laurent Hattab de 19 y Jean-Rémi Sarraud de 21 años, para
funcionar como cebo en restaurants y clubes nocturnos de la alta burguesía con
el objetivo manifiesto de poder ingresar en la morada de las víctimas, abrirles
la puerta a sus secuaces y finalmente robar el lugar sin dejar testigos que
pudiesen identificarlos. Subra, que trabajaba como vendedora en una tienda de
ropa de París y vivía con su madre, comenzó a noviar con Hattab, un muchacho de
muy buen pasar económico que se mantenía con el dinero de su padre, dueño de
una compañía dedicada a la venta de buzos o sweaters, y que les contagió a su
mejor amigo, Sarraud, y a la joven la idea de emigrar a los Estados Unidos,
para lo cual calculaban que necesitarían unos diez millones de francos con
vistas a instalarse allá y montar una empresa textil. Si bien el formato de la
carnada erótica y cuasi lúdica es exitoso porque la chica atrae a hombres
adinerados, se acumulan los pasos en falso y los episodios que ameritan
cancelarlo todo por sistemas de seguridad o problemas varios para dejar
abiertas las puertas, no obstante en dos ocasiones el trío logra su cometido,
así al abogado Gérard Le Laidier le roban 1.200 francos y lo asesinan a
puñaladas y al director de un local de prêt-à-porter, Laurent Zarade, le quitan
13 mil francos, un reloj y algunas joyas y lo matan clavándole un abrecartas en
el corazón, luego de atarlo e intentar asfixiarlo. La tercera víctima hubiese
sido Paul Taiclet, encargado de relaciones públicas de un restaurant, sin
embargo la policía encontró el nombre de Subra en las agendas de los dos
fallecidos y rápidamente la arrestó y la presionó para que confiese el plan,
algo que la muchacha hizo situándose como cebo y acusando de homicidas a Hattab
y Sarraud, este último un hombre bastante corpulento. La metodología utilizada
y la belleza de la joven, más el morbo de los viejos verdes, desencadenan la
atención de la prensa y los tres acusados reciben cadenas perpetuas que en sí
se reducen a menos de un par de décadas…
L'esca è Nathalie, una giovane commessa con la testa piena di
sogni, che il suo ragazzo e un amico di questi progettano di utilizzare per
introdursi negli appartamenti di ricchi professionisti... Da un fatto di
cronaca nera, una storia che appare tanto più spietata quanto più distaccato è
lo sguardo con cui ci viene mostrata. L'ingenuità stolida di Nathalie e
l'incoscienza dei suoi compagni provocano la sensazione di sgomento che si
avverte di fronte ad atti criminali compiuti da bambini, ritenuti per
definizione ancora incapaci di distinguere tra il bene e il male. Film cattivo,
necessario.
Tre ragazzi sognano l'America ma sono in bolletta. Descrizione
dei giovani anni 90 affascinati da film come Scarface e video di MTV e pensano di risolvere i guai col
crimine. Il vuoto esistenziale è visto in un'ottica di nichilismo tralasciando
la disperazione. Inevitabile che fossero inesperti a livello criminale, anche
se fanno errori a dir poco macroscopici. A tratti sembra fin troppo leggero e
gli omicidi vengono volutamente non enfatizzati. Notevoli le ambientazioni in chiave
notturna, cupe e senza via d’uscita.
…“L’Esca” fu vietato ai minori di diciotto anni
in maniera piuttosto incomprensibile: i nudi della Gillain o qualche scena di
violenza non giustificano affatto questa decisione, al di là di un duro e crudo
malessere esistenziale ormai insito in questa gioventù a caccia di emozioni
forti. Tavernier sceglie dunque la sobrietà, ponendosi letteralmente agli
antipodi rispetto ai suoi colleghi americani (pensiamo a Gregg Araki e al
contemporaneo “Doom Generation”), pur condividendone gli aspetti concettuali.
La regia sopraffina e le tre valide prove
attoriali trascinano le sorti dell’opera al di sopra della media generale,
anche se “L’Esca” è un film a tratti ridondante che all’epoca fu parzialmente
sopravvalutato dalla critica specializzata. Un buon lungometraggio tuttavia
lontano dall’eccellenza, non a caso oggi siamo davvero in pochi a ricordarcelo:
la scomparsa di Tavernier deve comunque aiutarci a riconsiderare la sua
carriera di lungo corso, la sua cultura e la sua competenza in materia,
peculiarità umane e artistiche decisive per la crescita del cinema transalpino
e non. “L’Esca” è solo un tassello di un percorso molto importante, un dramma
dove la sensibilità del regista si è voluta soffermare, aggirando ogni
spettacolarizzazione, su quel vuoto giovanile che ormai da tempo si poteva
toccare con mano.
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