mercoledì 22 giugno 2022

Un'estranea fra noi - Sidney Lumet

una storia di investigazione con la sorpresa di James Gandolfini giovane e magro. 

magari nel film vediamo cose già viste, ma nelle mani di Sidney Lumet tutto diventa qualcosa da vedere, anche se non è fra i suoi film migliori.

in qualche scena ha ricordato Uncut gems, forse i fratelli Safdie hanno visto il film di Lumet.

 

buona (ebraica) visione - Ismaele 

 

 

 

 

Un film quasi sconosciuto nella copiosa filmografia di Lumet ma non per questo da disprezzare.A mio parere la cosa che gli nuoce di più è il trattare tematiche simili a quelle sviluppate in Witness di qualche anno precedente a questo(e anche meglio riuscito).Ma non metto in dubbio la sincerità del regista nel trattare certi argomenti religiosi che vanno a toccare le sue origini.Come nel film di Weir anche qui abbiamo un tipico esponente della società media americana( una poliziotta molto emancipata svelta di parola e di pistola)che viene a contatto suo malgrado con una comunità di ebrei chassidici,rigidamente ortodossi.L'indagine parte dalla morte di uno di loro e dal furto di una consistente partita di diamanti.Ma si nota subito che a Lumet interessa parlare d' altro,l'indagine è quasi maltrattata durante il film.Al regista interessa caratterizzare psicologicamente i personaggi,confrontare se possibile il candore di questi ebrei ortodossi con il cuore inquinato del newyorkese medio(e il loro candore risalta parecchio),ci fa conoscere un po' meglio le loro usanze(tra l'altro non vanno al cinema nè vedono la tv)cerca di descrivere in maniera introspettiva la maturazione del personaggio di Emily che riesce a fronteggiare finalmente tutti i coni d'ombra della propria vita,azzarda quasi una storia d'amore impossibile tra lei e il rampollo del rabbino capo,fermandola(giustamente) un attimo prima  che avvenga qualcosa di irreparabile.Il crimine rimane sullo sfondo e meno male perchè c'è una magagna grossa così:come fa una donna da sola a mettere un uomo a peso morto al di sopra di un controsoffitto? Melanie Griffith sembra molto coinvolta dal personaggio in un film non irresistibile ma che sarebbe ingiusto stroncare senza pietà...

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Emily, poliziotta di New York, deve indagare sulla morte di un ebreo. Con l'assenso della famiglia dell'ucciso, la donna si inserisce in quell'ambiente e fa le sue indagini. Emily si trova ben presto a suo agio. Intanto ottiene dei risultati: trova il cadavere scomparso della vittima e raccoglie degli elementi che la portano a sospettare di una giovane drogata membro della comunità. I sospetti sono fondati. Emily, in quell'ambiente dalle regole tanto diverse, deve affrontare una crisi di identità. Non sarà mai più quella di prima. Un altro buon esercizio di Lumet, un autore coerente e costante, sempre promosso all'esame.

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Per identificare l'autore di un assassinio per rapina, una poliziotta di New York s'introduce nella comunità hasidica di Manhattan. Quasi certamente il colpevole è uno di loro o qualcuno che li conosce bene. Più di quello apparente, conta il contenuto latente: la metamorfosi di Emily, quel che impara a contatto con un mondo dove vigono valori che le sono estranei. Indurita dalla vita, scopre la dolcezza. Lumet inietta nel suo film una miscela abile di azione e introspezione, dramma e commedia, sentimentalismo e umorismo.

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Tra erotismo laico e sublimazione sacrale, Sidney Lumet configura dei contrasti tra mondo religioso e ateismo che anzichè respingersi, come logica vorreb…be, finiscono per attrarsi, precisamente là dove la nascita di un innamoramento sconvolge ogni regola precostituita… Splendido, forse il film meglio diretto tecnicamente dal grande Sidney Lumet che non disdegna nella narrazione di dar spazio per  lunghi tratti ad azioni puramente spettacolari tipiche del grande cinema americano… Fotografia sopra le righe, ogni azione viene inscenata da punti di ripresa quasi impossibili con effetti stranianti del mai visto di alto valore estetico.

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…ce qui fonctionne le mieux dans le film, c'est son histoire d'amour, son récit de deux cœurs brisés. Sidney Lumet parvient à nous émouvoir avec une histoire simple, des dialogues brillants et le grand talent de ses comédiens, Mélanie Griffith en tête. Cet aspect romantique éclipse rapidement le récit policier et l'approche ethnologique du film, d'autant que Lumet l'aborde de manière très douce, feutrée, sans effets de manche ou séquence larmoyante. Si l'amour est impossible, on assiste tout de même à la rencontre de deux êtres, l'un qui se voit pur, l'autre qui se réfugie dans son cynisme, tout deux trouvant finalement chez l'autre une part de lui-même qui lui permettra d'avancer dans la vie. Cette sensibilité du cinéaste, on la retrouve lorsqu'il filme un truand agonisant qui se met à pleurer et à chuchoter un tremblant « J'ai peur, j'ai peur. » Ce sont de tels passages inattendus qui rendent aussi le cinéma de Lumet si précieux ; et si Une étrangère parmi nous n'est pas un grand polar, c'est au moins un beau film plein d'humanité.

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The movie is shot in a peculiar style, with New York looking bright and clean-edged except for the scenes involving the Hassidic Jews, who live in a different world, filled with dark reds and browns and always in soft focus. When they appear on the screen we get simple-minded music that insists how colorful, quaint and foreign these people are. In the first scene set in their community, Jerry Bock's music is so inappropriately comical it seems to call for cartoon characters. Theology is limited to greeting-card cliches such as, “God counts the tears of women.” “A Stranger Among Us” was directed by Sidney Lumet, for whom it is an aberration in a usually distinguished career. He has made so many good movies over the years (“Network,” “Dog Day Afternoon,” “The Verdict,” “Running on Empty,” “Q & A”) that I can only assume this project somehow went wrong at the start and he was unable to salvage it. Maybe the original love triangle read well on paper; who knows? What's impossible to understand is how professional filmmakers could convince themselves that audiences would find the simple-minded crime plot even slightly plausible.

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2 commenti:

  1. l'ho visto anni fa, e devo dire che mi è anche piaciuto ^_^

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    1. Sidney Lumet è uno di quei grandi che quelle che chiamano le sue opere minori sono comunque grandi film, inarrivabili per molti altri registi

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