una storia di investigazione con la sorpresa di James Gandolfini giovane e magro.
magari nel film vediamo cose già viste, ma nelle mani di Sidney Lumet tutto diventa qualcosa da vedere, anche se non è fra i suoi film migliori.
in qualche scena ha ricordato Uncut gems, forse i fratelli Safdie hanno visto il film di Lumet.
buona (ebraica) visione - Ismaele
Un film quasi sconosciuto nella copiosa filmografia di Lumet
ma non per questo da disprezzare.A mio parere la cosa che gli nuoce di più è il
trattare tematiche simili a quelle sviluppate in Witness di qualche anno precedente a questo(e
anche meglio riuscito).Ma non metto in dubbio la sincerità del regista nel
trattare certi argomenti religiosi che vanno a toccare le sue origini.Come nel
film di Weir anche qui abbiamo un tipico esponente della società media
americana( una poliziotta molto emancipata svelta di parola e di pistola)che
viene a contatto suo malgrado con una comunità di ebrei chassidici,rigidamente
ortodossi.L'indagine parte dalla morte di uno di loro e dal furto di una
consistente partita di diamanti.Ma si nota subito che a Lumet interessa
parlare d' altro,l'indagine è quasi maltrattata durante il film.Al
regista interessa caratterizzare psicologicamente i personaggi,confrontare
se possibile il candore di questi ebrei ortodossi con il cuore inquinato del
newyorkese medio(e il loro candore risalta parecchio),ci fa conoscere un po'
meglio le loro usanze(tra l'altro non vanno al cinema nè vedono la tv)cerca di
descrivere in maniera introspettiva la maturazione del personaggio di Emily che
riesce a fronteggiare finalmente tutti i coni d'ombra della propria
vita,azzarda quasi una storia d'amore impossibile tra lei e il rampollo del
rabbino capo,fermandola(giustamente) un attimo prima che avvenga qualcosa
di irreparabile.Il crimine rimane sullo sfondo e meno male perchè c'è una
magagna grossa così:come fa una donna da sola a mettere un uomo a peso morto al
di sopra di un controsoffitto? Melanie Griffith sembra molto coinvolta dal
personaggio in un film non irresistibile ma che sarebbe ingiusto stroncare
senza pietà...
Emily, poliziotta di New York, deve indagare
sulla morte di un ebreo. Con l'assenso della famiglia dell'ucciso, la donna si
inserisce in quell'ambiente e fa le sue indagini. Emily si trova ben presto a
suo agio. Intanto ottiene dei risultati: trova il cadavere scomparso della
vittima e raccoglie degli elementi che la portano a sospettare di una giovane
drogata membro della comunità. I sospetti sono fondati. Emily, in
quell'ambiente dalle regole tanto diverse, deve affrontare una crisi di
identità. Non sarà mai più quella di prima. Un altro buon esercizio di Lumet,
un autore coerente e costante, sempre promosso all'esame.
Per identificare l'autore di un assassinio
per rapina, una poliziotta di New York s'introduce nella comunità hasidica di
Manhattan. Quasi certamente il colpevole è uno di loro o qualcuno che li
conosce bene. Più di quello apparente, conta il contenuto latente: la
metamorfosi di Emily, quel che impara a contatto con un mondo dove vigono
valori che le sono estranei. Indurita dalla vita, scopre la dolcezza. Lumet
inietta nel suo film una miscela abile di azione e introspezione, dramma e
commedia, sentimentalismo e umorismo.
Tra erotismo laico e sublimazione sacrale, Sidney Lumet
configura dei contrasti tra mondo religioso e ateismo che anzichè respingersi,
come logica vorreb…be, finiscono per attrarsi, precisamente là dove la nascita
di un innamoramento sconvolge ogni regola precostituita… Splendido, forse il
film meglio diretto tecnicamente dal grande Sidney Lumet che non disdegna nella
narrazione di dar spazio per lunghi tratti ad azioni puramente
spettacolari tipiche del grande cinema americano… Fotografia sopra le righe,
ogni azione viene inscenata da punti di ripresa quasi impossibili con effetti
stranianti del mai visto di alto valore estetico.
…ce qui fonctionne le mieux dans le film, c'est son histoire d'amour,
son récit de deux cœurs brisés. Sidney Lumet parvient à nous émouvoir avec une
histoire simple, des dialogues brillants et le grand talent de ses comédiens,
Mélanie Griffith en tête. Cet aspect romantique éclipse rapidement le récit
policier et l'approche ethnologique du film, d'autant que Lumet l'aborde de manière très douce, feutrée,
sans effets de manche ou séquence larmoyante. Si l'amour est impossible, on
assiste tout de même à la rencontre de deux êtres, l'un qui se voit pur,
l'autre qui se réfugie dans son cynisme, tout deux trouvant finalement chez
l'autre une part de lui-même qui lui permettra d'avancer dans la vie. Cette
sensibilité du cinéaste, on la retrouve lorsqu'il filme un truand agonisant qui
se met à pleurer et à chuchoter un tremblant « J'ai peur, j'ai peur. »
Ce sont de tels passages inattendus qui rendent aussi le cinéma de Lumet si précieux ; et si Une étrangère parmi nous n'est pas un grand
polar, c'est au moins un beau film plein d'humanité.
…The movie is shot in a peculiar style,
with New York looking bright and clean-edged except for the scenes involving
the Hassidic Jews, who live in a different world, filled with dark reds and browns
and always in soft focus. When they appear on the screen we get simple-minded
music that insists how colorful, quaint and foreign these people are. In the
first scene set in their community, Jerry Bock's music is so inappropriately
comical it seems to call for cartoon characters. Theology is limited to
greeting-card cliches such as, “God counts the tears of women.” “A Stranger
Among Us” was directed by Sidney Lumet, for whom it
is an aberration in a usually distinguished career. He has made so many good
movies over the years (“Network,” “Dog Day Afternoon,” “The Verdict,” “Running on Empty,” “Q & A”) that I can only assume
this project somehow went wrong at the start and he was unable to salvage it.
Maybe the original love triangle read well on paper; who knows? What's
impossible to understand is how professional filmmakers could convince
themselves that audiences would find the simple-minded crime plot even slightly
plausible.
l'ho visto anni fa, e devo dire che mi è anche piaciuto ^_^
RispondiEliminaSidney Lumet è uno di quei grandi che quelle che chiamano le sue opere minori sono comunque grandi film, inarrivabili per molti altri registi
Elimina