giovedì 2 giugno 2022

Tuta blu (Blue collar) - Paul Schrader

già dalla prima regia Paul Schrader non lascia indifferente.

un trio di attori superlativi, la descrizione di un mondo operaio, l'affannosa ricerca di soldi, i sindacati corrotti, l'errore di toccare gli intoccabili, a rischio della morte.

il film è un crescendo continuo, e le amicizie che sembravano d'acciaio di sfasciano in fretta.

girato quando ancora Detroit era una città industriale.

nel film c'è tutto quello che è importante per fare un gran film, un gioiellino da non perdere.

buona (operaia) visione - Ismaele

 

 

 

 

 

 

 

L’incipit ha un sapore provocatorio: sulle note metronomiche di Hard Workin’ Man di Jack Nitzsche vediamo alternarsi le immagini della fabbrica e dei macchinari ripresi in primo piano con le carrellate laterali degli uomini al lavoro, in un ritmo incessante e ripetitivo. Queste condizioni alienanti si riflettono sulla vita dei tre protagonisti: Zeke protesta per il suo armadietto difettoso e intanto imbroglia il fisco; Jerry è alle prese con la figlia che non può permettersi l’apparecchio per i denti; Smokey si stordisce in feste a base di alcol, droga e sesso. Il gesto della rapina non ha strettamente un valore politico ma si basa su necessità economiche: in una società razzista che tende a discriminare i ricchi dai poveri, (come i bianchi dai neri e i vecchi dai giovani) il riscatto sociale non avviene per un percorso di cambiamento morale ma attraverso il denaro…

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The three guys are played by Richard PryorHarvey Keitel, and Yaphet Kotto, and they're all three at the top of their forms. Pryor, in particular, is a revelation: He's been good in a lot of movies, but almost always as himself, fast-talking, wise-cracking, running comic variations on the themes suggested by his dialogue. This time, held in rein by Schrader, he provides a tight, convincing performance as a family man.

Yaphet Kotto plays his opposite, an ex-con who likes to throw all-night parties with lots of sex, booze, and grass. And Harvey Keitel is their white friend, always behind on his loan company payments, who comes home one day to discover that his daughter has tried to bend paper clips over her teeth to convince her friends at school that she's got the braces she should have.

Schrader goes for a nice, raunchy humor in the scenes involving the three guys: The movie is relaxed and comfortable with itself, and we get the precise textures and tones of the society they live in. We understand their friendship, too, because it defies one of the things the movie passionately charges: That unions and management tacitly collaborate on trying to set the rich against the poor, the black against the white, the old against the young, to divide and conquer…

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La sceneggiatura funziona e il film scorre molto bene, Schrader si fa le ossa e magari non azzecca tutte le inquadrature ma non sbaglia  quelle importanti all'interno della fabbrica dove serpeggia fra l'aria pesante del metallo e il rumore fastidioso dei macchinari il malumore degli operai costretti alla loro imprescindibile tortura giornaliera che fa spesso esplodere la rabbia fra persone costrette a condividere uno spazio per pura esigenza economica e nessun legame emotivo.

La scena che più colpì gli spettatori è quella in cui uno dei personaggi chiave della storia viene come ucciso dalla stessa fabbrica nel reparto verniciatura: la sequenza è disturbante, agonica e claustrofobica e come detto dallo stesso Schrader è efficacissima a livello cinematografico ma al lato pratico non ha molto senso, non sembra possibile che si possa morire in quel modo e mentre il personaggio è avvolto dalla vernice lo spettatore gli urla col pensiero di sfondare il vetro per respirare ma tutto ciò avviene assurdamente troppo tardi.

Alla scena appena descritta preferisco di gran lunga quella della rapina organizzata dai tre protagonisti in cui si susseguono una serie di assurdità che evidenziano in maniera significativa una palese incapacità di porre in atto un'azione criminale più grande di loro: svaligiano una caassaforte dei quali sono loro stessi contribuenti, custodita nel loro posto di lavoro, corrono un rischio che non vale la candela visto che al suo interno ci saranno a malapena un paio di migliaia di dollari che non risolveranno certo i loro problemi e al momento che vengono sorpresi dal custode si mascherano con degli oggetti ridicoli come occhiali con gli occhi a molla e dei denti da orco che in pratica non nascondono le loro fisionomie.

Schrader misconobbe il film del quale non fu mai soddisfatto ma il pubblico invece lo apprezzò ed oggi è considerato uno dei lavori più influenti del regista tanto che fu grande fonte di ispirazione per Spike Lee.

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L’alchimie incroyable régnant entre les trois acteurs est évidemment l’élément clé qui apporte une véracité au soin de l’écriture. Schrader eut fort à faire pour un premier film avec ces tempéraments explosifs (chacun souhaitait tirer la couverture à soi, ce qui provoqua une atmosphère détestable sur le tournage) mais le résultat est là. Si le talent de Kotto et Keitel n’est plus à démontrer, Richard Pryor pour son premier rôle au cinéma (après avoir fait les beaux jours du Saturday Night Live) délivre la meilleure performance de sa carrière. Sans se départir de sa gouaille extraordinaire (les répliques hautes en couleurs fusent, surtout au début du film), il compose un personnage attachant et ambigu, dont on ne cautionne pas les actes mais que l’on arrive néanmoins à comprendre. Avec ce film, Schrader laisse sa sensibilité d’auteur de côté pour se mettre humblement au service de son histoire et la raconter du mieux possible, la conclusion sèche et explosive (comme seul le cinéma américain des années 70 pouvait en offrir) entérinant ce fait. Œuvre atypique de Paul Schrader, Blue Collar est pourtant souvent considéré comme son meilleur film. Paradoxal, non?

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Opera coraggiosa ed impegnata incentrata su tre amici operai in una fabbrica di automobili. Lavoro/casa, casa/lavoro. Tutto va più o meno per il verso giusto fino a che sindacati, denaro e rapine non si mettono tra loro facendoli separare e poi ritrovare a combattere l'uno contro l'altro su fronti opposti.
Un gran film, in cui lo sceneggiatore Schrader, qui al suo esordio da regista, ci sbatte in faccia la realtà, le condizioni di vita e i sacrifici che affliggono tutti i giorni le vite di onesti lavoratori sfruttati e costretti a far di tutto pur di mantenere la famiglia ed arrivare a fine mese in maniera dignitosa. E lo fa in modo secco, crudo, sincero, agghiacciante, e ben attento a non inciampare su soluzioni retoriche o scontate. Un dramma proletario sofferto ed efficace come pochi, in cui i tre protagonisti (Pryor, Keitel e Kotto) offrono una prova d'attore reale e semplicemente straordinaria (Pryor in particolare, davvero sorprendente in un ruolo non comico).
Formidabili il tema principale di Jack Nitzsche e gli ultimi due minuti finali fatti di insulti razziali e politici bloccati poi da un triste fermo immagine senza speranza.
Da recuperare nella maniera più assoluta.

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Blue Collar is probably one of the more accurate depictions of the struggles of the working class ever captured on film. It follows the lives of three middle-class guys who work on the assembly line at an automobile plant in Detroit: Jerry (Harvey Keitel), Zeke (Richard Pryor) and Smokey (Yaphet Kotto). Jerry and Zeke are ordinary family men with wives and children who are constantly struggling to pay the bills, but Smokey is an ex-con who loves to provide his two friends with the only fun they ever have in their lives by throwing wild parties that involve booze, drugs and sex. Many films have been made about angry oppressed blue-collar workers who fight the system in order to start a union, but in Blue Collar, the characters are already involved with a union, which happens to be so corrupt that they screw their employees over much worse than the management at their workplace. Jerry, Zeke and Smokey finally reach their breaking point and decide to steal a safe from a union office that’s supposedly loaded with cash. It turns out there’s only about $600 inside, but the safe also contains an important ledger that contains a record of numerous illegal loans and transactions the union has made. The three of them debate about whether to turn this ledger over to the F.B.I. and bring the union down, but Smokey convinces them that blackmail is the best option, so that the union can pay them the money they need in order to pay off their debts…

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