Nick Nolte è un perfetto poliziotto assassino, modello per tutti e impunito.
fino a che un giovane procuratore comincia a volerci vedere chiaro.
la solita storia di corruzione e violenza, è un film poco amato dalla Commissione nazionale valutazione film della CEI (qui), ma Sidney Lumet mette i suoi assi e il film, per quanto non sia un capolavoro, ha diverse cose buone.
a me è piaciuto molto un personaggio non di primo piano, Bloomy, mentore del procuratore Reilly, che gli offre le coordinate per muoversi al meglio, ma alla fine non ci si può che arrendere, il Sistema è troppo potente.
buona (idealistica) visione - Ismaele
QUI il film completo in italiano
Il tenente della polizia Brennan uccide
deliberatamente un portoricano, sostenendo di aver agito per legittima difesa.
Nessuno mette in dubbio la sua versione: è notoriamente un violento ma anche
uno dei migliori poliziotti di New York. Incaricato del caso, il procuratore
Reilly scopre una storia di corruzione che coinvolge i vertici della polizia.
Scritto da Lumet dal romanzo di Edwain Torres. Dopo Serpico (1973) e Il
principe della città (1981) è un altro suo film sul tema del marcio della
polizia che, però, secondo le sue idee, corrisponde alla corruzione totale di
una società e alla colpevolezza personale di ogni individuo perché questa è la
natura dell'uomo. Pur affidato all'abituale stile verboso di Lumet, ha un
pregio indiscutibile: il personaggio di Nolte, razzista e paranoico, odioso e
seducente, uno degli sbirri più significativi nel panorama del cinema USA alla
fine del '900.
Commissione
nazionale valutazione film della CEI
un groviglio
incredibile, in cui c'è tutto quello che è possibile immaginare: efferatezza,
violenza ricatti oscuri, compromessi ignobili, corruzione inquinante e diffusa
e razzismo. Sidney Lumet è di quei registi cui si attribuisce un forte impegno
civile: egli denuncia crudezze e delitti, non risparmiando nessuno, quale che
ne sia il colore della pelle. L'intreccio va avanti a ritmi robusti e con tinte
più forti ancora; il ginepraio è se mai un labirinto, ma non vi è traccia nè di
vuoti narrativi, nè di scuciture, mentre i fatti rispondono ad una
concatenazione sempre lucida. Patetica la faccenda dell'amore giovanile del
procuratore Reilly e sicuramente un po' appiattito e scialbo il suo
personaggio, a fronte di quello del tenente Brennan, un energumeno in divisa,
abituato a seppellire i testimoni scomodi o reticenti, allucinato nel suo
delirio di far piazza pulita nei ranghi della feccia metropolitana. Il
linguaggio è lurido, martellante e triviale: ciò che è intollerabile è
l'impiego insistito di intere frasi, sempre sofisticatissime (e dunque
deliberatamente volute) le quali, a parte ogni altra considerazione, escono da
bocche di gente del tutto incapace di pensarle, tanto risultano arzigogolate.
Il doppiaggio in italiano ne raddoppia ovviamente l'impatto e l'alluvione
dilagante rende più abbietto anche ciò che si vede.
Vice procuratore distrettuale al primo incarico deve condurre
l'inchiesta sull'omicidio di un malavitoso da parte di un tenente dai metodi
brutali ma molto stimato dai colleghi... Lumet torna sui temi della giustizia e
della corruzione all'interno della polizia che era già stata al centro di opere
famose come Serpico e Il Principe della città con
un plot complesso, con molti personaggi in campo, dall'inizio asciutto e
dall'epilogo fra il tragico e l'amaro, ben interpretato da tutto il cast.
Peccato per il sotto-intrigo sentimentale, assai poco convincente, che
indebolisce l'impatto.
Il titolo originale (in italiano: "Domanda & risposta")
lascia intendere il taglio che Lumet vuole dare alla sua opera la quale, in
effetti, può avvalersi di una sceneggiatura tesa e robusta e di tematiche
(legge, corruzione, razzismo, omosessualità) che fin dal suo debutto (La parola
ai giurati) hanno sempre contraddistinto il regista di Philadelphia. Il film
comincia col piglio giusto per poi lasciare il passo a qualche verbosità di
troppo, quasi sempre relativa alla love-story del protagonista, fino al serrato
e violento finale. Nolte vero e proprio babau.
Tratto
da un romanzo scritto da un ex giudice della corte suprema, è una storia che
ruota intorno all’inchiesta sull’uccisione di uno spacciatore da parte di un
poliziotto newyorchese. Come sempre nei film di Sidney Lumet la spettacolarità
e l’interesse per le storie raccontate si sposano alla causa dell’impegno
civile. Ne deriva un film che intriga e fa riflettere (sulle brutalità del
potere esecutivo) sorretto da ottime interpretazioni del cast.
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