venerdì 24 giugno 2022

Terzo grado (Q & A) – Sidney Lumet

Nick Nolte è un perfetto poliziotto assassino, modello per tutti e impunito.

fino a che un giovane procuratore comincia a volerci vedere chiaro.

la solita storia di corruzione e violenza, è un film poco amato dalla Commissione nazionale valutazione film della CEI (qui), ma Sidney Lumet mette i suoi assi e il film, per quanto non sia un capolavoro, ha diverse cose buone.

a me è piaciuto molto un personaggio non di primo piano, Bloomy, mentore del procuratore Reilly, che gli offre le coordinate per muoversi al meglio, ma alla fine non ci si può che arrendere, il Sistema è troppo potente.

buona (idealistica) visione - Ismaele




QUI il film completo in italiano

 

 

Il tenente della polizia Brennan uccide deliberatamente un portoricano, sostenendo di aver agito per legittima difesa. Nessuno mette in dubbio la sua versione: è notoriamente un violento ma anche uno dei migliori poliziotti di New York. Incaricato del caso, il procuratore Reilly scopre una storia di corruzione che coinvolge i vertici della polizia. Scritto da Lumet dal romanzo di Edwain Torres. Dopo Serpico (1973) e Il principe della città (1981) è un altro suo film sul tema del marcio della polizia che, però, secondo le sue idee, corrisponde alla corruzione totale di una società e alla colpevolezza personale di ogni individuo perché questa è la natura dell'uomo. Pur affidato all'abituale stile verboso di Lumet, ha un pregio indiscutibile: il personaggio di Nolte, razzista e paranoico, odioso e seducente, uno degli sbirri più significativi nel panorama del cinema USA alla fine del '900.

da qui

 

Commissione nazionale valutazione film della CEI

un groviglio incredibile, in cui c'è tutto quello che è possibile immaginare: efferatezza, violenza ricatti oscuri, compromessi ignobili, corruzione inquinante e diffusa e razzismo. Sidney Lumet è di quei registi cui si attribuisce un forte impegno civile: egli denuncia crudezze e delitti, non risparmiando nessuno, quale che ne sia il colore della pelle. L'intreccio va avanti a ritmi robusti e con tinte più forti ancora; il ginepraio è se mai un labirinto, ma non vi è traccia nè di vuoti narrativi, nè di scuciture, mentre i fatti rispondono ad una concatenazione sempre lucida. Patetica la faccenda dell'amore giovanile del procuratore Reilly e sicuramente un po' appiattito e scialbo il suo personaggio, a fronte di quello del tenente Brennan, un energumeno in divisa, abituato a seppellire i testimoni scomodi o reticenti, allucinato nel suo delirio di far piazza pulita nei ranghi della feccia metropolitana. Il linguaggio è lurido, martellante e triviale: ciò che è intollerabile è l'impiego insistito di intere frasi, sempre sofisticatissime (e dunque deliberatamente volute) le quali, a parte ogni altra considerazione, escono da bocche di gente del tutto incapace di pensarle, tanto risultano arzigogolate. Il doppiaggio in italiano ne raddoppia ovviamente l'impatto e l'alluvione dilagante rende più abbietto anche ciò che si vede.

da qui

 

Vice procuratore distrettuale al primo incarico deve condurre l'inchiesta sull'omicidio di un malavitoso da parte di un tenente dai metodi brutali ma molto stimato dai colleghi... Lumet torna sui temi della giustizia e della corruzione all'interno della polizia che era già stata al centro di opere famose come Serpico e Il Principe della città con un plot complesso, con molti personaggi in campo, dall'inizio asciutto e dall'epilogo fra il tragico e l'amaro, ben interpretato da tutto il cast. Peccato per il sotto-intrigo sentimentale, assai poco convincente, che indebolisce l'impatto.

da qui

 

Il titolo originale (in italiano: "Domanda & risposta") lascia intendere il taglio che Lumet vuole dare alla sua opera la quale, in effetti, può avvalersi di una sceneggiatura tesa e robusta e di tematiche (legge, corruzione, razzismo, omosessualità) che fin dal suo debutto (La parola ai giurati) hanno sempre contraddistinto il regista di Philadelphia. Il film comincia col piglio giusto per poi lasciare il passo a qualche verbosità di troppo, quasi sempre relativa alla love-story del protagonista, fino al serrato e violento finale. Nolte vero e proprio babau.

da qui

 

Tratto da un romanzo scritto da un ex giudice della corte suprema, è una storia che ruota intorno all’inchiesta sull’uccisione di uno spacciatore da parte di un poliziotto newyorchese. Come sempre nei film di Sidney Lumet la spettacolarità e l’interesse per le storie raccontate si sposano alla causa dell’impegno civile. Ne deriva un film che intriga e fa riflettere (sulle brutalità del potere esecutivo) sorretto da ottime interpretazioni del cast.

da qui

 

 

 


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